(Il rione di Gretta all'alba di una nuova era - click sul disegno per ingrandire) |
EPICA MATTUTINA
Era da tempo che non volavo verso quei lidi
triestini...
era da tempo che non riuscivo più a parlare con gli
uragani...
era da tempo che non riuscivo più a scorgere l'iride
del
tempo...
era da tempo che non schiudevo un cuore ormai troppo
antico!
Ora sapevo di nuovo parlare ai venti dell'ovest
in una lingua non dell'uomo e non di Dio...
Una lingua che sicuramente non appartiene né al mare,
né alla
e nemmeno al cielo... una lingua che appartiene
solamente
all'universo intero.
Quello conosciuto ed anche quello sconosciuto.
Mentre il mare mi schiaffeggiava all'aurora, ripensai a
quella ragazza dai boccoli profumati, ad un bambino
solitario
ed a un buffo uomo baffuto
rinchiuso dentro una piccola '600
dispersa sulle colline di Roiano.
La Musica si dipanava tra un valzer ed un andante.
Il pianoforte mi parlava come una giovane Madre.
Raccontandomi ancora quelle storie, ora magiche, ora
perdute
solo per un breve battito di ciglia.
Esplorai con la mente i vasti e selvaggi sentieri della
memoria, seguendo solo quelli più lunghi ed articolati,
manipolati dal vento come lunghe ciocche di capelli
grigi,
libere e primitive, mentre anche il mondo circostante
iniziava a squarciare l'attesa ormai giunta al termine.
Cavalieri senza nome e senza patria
cantarono le gesta di cuori coraggiosi e donne sperdute
in
città affrante dalla povertà d'animo dell'uomo moderno,
meccanico ed automatico,
oramai incapace di piangere ancora lacrime di fresca
rugiada.
Le piante del bosco, risvegliate da nuove muse,
sorrideranno
di nuovo.
Ma sarà un sorriso celestiale su un deserto devastato
da
pensieri elettronici.
Solo quei suoni a lungo implorati, a lungo desiderati e
cercati con forza, con affanno in ogni dove, potranno
salvare
le nostre memorie, per nulla inutili.
Così un continuo camminare non sarà stato vano, perché
tutto
ritornerà laddove era cominciato il sogno.
Un cerchio che si chiuderà, come il meraviglioso
cammino
della vita, dall'infanzia ad una vetusta ma rocciosa
maturità,
permeata da saldi scogli lunari
candidi ed immacolati.
René