Buondì, mularia mata...
Un altro fuori tema, spero gradito, riguardante una vicina di casa di Trieste... ovvero Monfalcone!
Una città favolosa alla quale sono particolarmente legato da ormai 31 anni circa!
Monfalcone, la "città dei cantieri", ma anche un magico punto d'approdo del turista anonimo in entrata per (o in uscita da) Trieste stessa!!!
La città di Gino Paoli, di Elisa e di tanti artisti, e non solo...
Un posto che ti accoglie subito bene, mentre ti addentri tra i numerosi distributori di benzina alle porte della città, ed il verde che balla un tango con le numerose casette circostanti.
Un luogo dove, come direbbe qualcuno, la velocità massima consentita è di 35 miglia orarie anche per il cuore e per le emozioni...
I miei piccoli, grandi ricordi relativi a Monfalcone iniziano in un bellissimo ed assolato pomeriggio primaverile del 1982.
In questo caso sono ricordi ormai foschi... flashback scoloriti, eppur ancora insistentemente vividi. In fondo le cose più belle rimangono nel cuore, anche dopo cent'anni, volendo...
Ricordo un grande giardino di una grande casa... un giardino che al sottoscritto, che allora aveva solamente quasi quattro anni di vita, pareva un enorme e sconfinato prato. E poi lei... una piccola, dolce bambina bionda, della mia stessa età, intenta a correre e giocare con me. Accanto a noi suo fratello di pochi anni più grande, con il suo inseparabile pallone. Questa famiglia è di origine istriana. Mio padre, loro amico, pure. Difatti quel giorno, mio padre, mia madre ed io eravamo stati ospiti di questa famiglia, anch'essa per l'appunto originaria di quelle terre.
L'unica cosa che riesco ancora a ricordarmi abbastanza bene è quest'immenso sole arancione-rosso, mentre tramontava davanti a noi ed alle nostre corse sul prato. Poi, pian pianino giunse la sera.
Sforzandomi al massimo, riesco a ricordare ancora le luci della loro casa monfalconese, mentre a sera ormai inoltrata, a bordo della nostra potente Fiat 124 Sport Coupé 3° serie, stavamo ripartendo per far ritorno a casa nostra, a Trieste.
Quel sole infuocato che tramontava dietro alle moderne casette del centro di Monfy (diminutivo affettuoso), mentre su questo prato io e quest'amichetta del cuore eravamo intenti a correre spensierati, verso gli alberi e, in fondo, verso la vita stessa, mi è rimasto impresso a fuoco nella mente e nel cuore.
Mi sarebbe piaciuto poterla rintracciare anche solo per dirle un semplice "ciao". Anche se probabilmente al 99% non si ricorderà nulla, né del sottoscritto, né di quel, per me, magico pomeriggio senza tempo.
Intanto, la lancetta dei ricordi cammina ancora un po', ed eccoci nelle estati del 1981 e del 1982.
In questo lasso di tempo, si usava andare al mare -sempre io con i miei- a Marina Julia.
E qui i ricordi son sempre foschi, ma già un attimino più facilmente visibili dallo sguardo attento della mia nostalgica memoria. Ricordo l'arrivo: fermi mezzora e, talvolta, anche più sul ponticello sul fiume sito sotto la grande ciminiera a strisce rosse. Caldo infernale. Questo perché all'epoca Marina Julia era ancora una bellissima e frequentatissima spiaggia, assieme al villaggio-camping "Albatros", situato nelle vicinanze.
Ogni estate, quindi, file assurde di macchine italiane e straniere (queste ultime soprattutto tedesche). Appena arrivati, si superava la grande scalinata della "Playa" (dove nelle vicinanze c'era l'omonimo bar gestito da Riky, che in molti, monfalconesi ma anche triestini, ricorderanno tuttora), tra l'allora immensa folla di bagnanti. Poi, seguendo il piccolo sentierino sulla sinistra, raggiungevamo sempre una piccola pineta, simile ad un minuscolo bosco.
Di fronte a questa pineta, un lungo molo composto da numerose pietre (il primo che s'incontra provenendo dalla "Playa"). Lì, i miei si posizionavano con asciugamani e tutto il resto, mentre io subito vicino mi mettevo a giocare con i classicissimi secchiello e paletta.
Estati bellissime. Una cosa che però "odiavo" veramente di questo mare era la fitta presenza di granchi, anche abbastanza grandi (da piccino non li potevo sopportare). Inoltre, come tutti i bambini degli anni '80, non riuscivo a sopportare i sandaletti di plastica modello "tortura infantile". Erano utilissimi per non tagliarsi i piedini sugli scogli e sui ricci marini, ma avevano delle cinghiette strettissime che lasciavano il segno, assieme alla fibbietta in metallo che dopo poco tempo, a contatto con l'acqua salmastra, si arrugginiva. Senza contare schifosissime alghe che in tal fibbietta s'impigliavano praticamente sempre!
I miei mi raccontano spesso (però di questo fatto non ho memoria) di quando un giorno scattai sull'attenti facendo il saluto militare, rivolto... ad una formica che passava sulla sabbia! Infatti, all'epoca ero un fan dei cartoni animati dell'Apemaia. Cartone nel quale uno dei protagonisti era proprio il Colonnello, ovvero una formica militare con tanto di rigorosissimo elmetto ben placcato in testa. Quindi, come avrete capito, mi sembrò doveroso salutarla militarmente!!!!
Spostiamo ancora un po' avanti le lancette dell'orologio della memoria... e qui ricordo bene le visite, puntuali ogni anno, per molti anni, nel periodo pre-natalizio, alla Upim (dai monfalconesi definita Union Putele In Minigonna, dal momento che le cassiere di allora erano molto avvenenti) che si trovava in via Duca D'Aosta... una grande Upim (dal 1995 circa non più esistente) su due piani, dove al piano superiore, raggiungibile tramite la mitica scala mobile, vi era una marea di giocattoli, tra affascinanti scatole di Lego e trenini Lima.
Negli anni '80, ogni qualvolta s'avvicinava il Natale, la puntatina in questo mondo delle favole era d'obbligo... i miei approfittavano della tredicesima per le loro compere, e già che c'erano mi compravano anche i regali di Natale, direttamente a Monfy, per unire capra e cavoli. Questa Upim, con la sua scala mobile, le sue cassiere e persino, ahinoi, i suoi furtarelli, siccome molti ragazzini monfalconesi di allora non perdevano occasione di fregare qualcosa, resta una parte importante non solo della storia di Monfy, ma dei miei stessi ricordi qui riuniti in questo mio post dedicato.
Torniamo a Marina Julia; in questa meravigliosa spiaggia, dopo alcune estati passate in Istria, ad Ancarano, vi feci ritorno con i miei nell'estate del 1987. Di allora rimembro la stessa pineta-boschetto, e le corse dietro alle lucertole ed i numerosi e simpaticissimi scoiattolini. Una spiaggia meravigliosa ed incontaminata, che ebbe i suoi momenti di massimo splendore negli anni '70 ed '80, fino ai primissimi anni '90.
Poi, a causa di inquinamenti e scarichi, Marina Julia fu avvolta in un lento ma costante degrado. Molti turisti e bagnanti l'abbandonarono progressivamente.
Di ciò me ne accorsi io stesso allorquando -spostiamo ancora in avanti le lancette dell'orologio della memoria- nel maggio del 1999, a bordo della mia inseparabile bici raggiunsi Monfy per andare a trovare il mio carissimo amico e poeta Raffaele BB Lazzara, detto Zio Guglielmone, detto anche Raff BB Lazire Bumbuje... poeta Trastolons (al più presto ne riparlerò appositamente in un prossimo post). Un vero e proprio Allen Ginsberg della lande furlane (oggi vive a Cormons, ma periodicamente torna a Monfy per passare le feste con i propri cari nella villetta di famiglia). Raff è un altro gran personaggio legato a Monfy.
Quando l'andai a trovare nel 1999, per l'appunto, con la mia fedelissima bici volante (sì, perché la mia bici vola... per me vola, e basta!), ne approfittai per fare una capatina alla "mia" pineta di Marina Julia. Appena giunto sul luogo, semideserto nonostante la stagione estiva fosse già iniziata da parecchio, ...che tristezza!...
Il molo di pietre, ovviamente, c'era ancora... pure la pineta. Ma per il resto, la vista di una landa desolata, composta perlopiù da una sottospecie di sabbie mobili, mi fece letteralmente saltare su un albero. Preso dallo sconforto, ritornai sui miei passi, con un'estrema delusione nel cuore, per recarmi dal mio barbuto amico, in centro città. Passando sempre per via Romana... una bella e tranquillissima (e pure molto lunga) via d'accesso alla città.
Appena ritornato da Marina Julia, dunque, incontrai questo mio amico-poeta, il quale mi invitò prima a casa dei suoi nonni, nel centrocittà. Qui, sfogliammo un bel po' di pagine del suo album di vecchie fotografie. Poi, dopo aver compilato e spedito una cartolina al nostro amico "the Dud", che non è quello del Grande Lebowsky (anche di questo personaggio ne riparlerò prossimamente, in un fumetto!), andammo a berci una birretta in un piccolo ed esotico bar in una piazzetta vicino a via Boito. Un pomeriggio molto assolato, ed a tratti un po' malinconico (all'epoca ero appena uscito "indenne" da un periodo non proprio favoloso, anzi, risalente all'anno prima)... uno di quei giorni in cui, nel bene ed anche nel male, ti ritrovi per la prima volta a tu per tu con il futuro... un futuro allora abbastanza incerto per me, anche se ero speranzoso. E difatti gli anni successivi furono veramente grandiosi e stupendi, ma questa è un'altra storia che, forse, un giorno racconterò.
Fattostà che fu un pomeriggio veramente bello e vissuto, da ricordare. Poi, lo zio Guglielmone è tuttora (anche se non lo vedo da anni) un punto di riferimento. Uno di quei grandi amici di cui ti puoi sempre fidare, senza mai aver paura di sbagliarti. Ci sentiamo ogni tanto per telefono, ma prima o poi, lo so, ci rivedremo sicuramente. Ovviamente a Monfy! E dove, sennò?
Ed arriviamo finalmente in tempi più recenti... nel 2006. Quest'anno fu per me buio e triste... soprattutto vuoto! Ero spesso "a terra", in tutti i sensi (moralmente e fisicamente), a causa di alcuni malanni fisici.
Questi problemi poi li risolsi brillantemente nei tre anni successivi, ma allora mi davano spesso noia, facendomi entrare ed uscire dall'ospedale.
Andai, più per curiosità che non altro, a Monfy, il primo settembre di quell'anno, per incontrarmi per la prima volta dal vivo con un'amica di penna, la Lulù. Luciana, detta Lulù, che allora aveva vent'anni circa, si rivelò essere proprio quella che mi appariva dai nostri precedenti scambi d'opinione sino ad allora solo scritti. Una scrittrice-poeta dalla grande intelligenza e simpatia, e dotata di una carica strepitosa e coinvolgente, anche se non sembrerebbe a prima vista, che seppe trasformarmi quel giorno, apparentemente qualunque, in uno dei giorni più belli raccontati finora.
Lulù vive in quel di Correggio, città natale del cantautore Ligabue (di cui lei stessa è un'accanita fan), ma è originaria di Napoli... napoletana doc, insomma. I suoi nonni, però, sono di Monfy. Così, in occasione di una sua visita ai nonni, decidemmo di incontrarci veramente.
Il feeling fu immediato! Senza accorgercene passamo alcune ore, a zonzo per Monfy, totalmente immersi nei nostri dialoghi e ricordi, legati alla città in sé ed a noi stessi.
All'arrivo della sera, ci salutammo con una già grande nostalgia, ed una ormai consolidatissima amicizia. Ricordo ancora di quando la Lulù mi fece leggere per strada una sua bellissima poesia. Lulù ha un talento innato come scrittrice.... abilissima a raccontar storie sospese tra la realtà ed il mistico.
Mentre quella sera, dopo una mezzoretta di camminata da Monfy, aspettavo davanti ad una trattoria di Duino l'arrivo dell'autobus che mi avrebbe riportato a Trieste, volevo già con tutto l'animo tornare indietro, per poter ancora passeggiare con la Lulù, accanto al canale De Dottori, poetizzando così il mondo intorno a me in quel momento meno buio, anzi finalmente solare!
Non dovetti attendere molto per un'altra passeggiata... lo stesso anno, poco prima di Natale, ci rivedemmo. Di questo freddo e scuro, ma molto natalizio pomeriggio monfalconese di fine 2006, ricordo il tentativo, fallitissimo, di raggiungere assieme alla Lulù, la famosa pineta ed il molo di pietre di Marina Julia.
Per poco ce l'avremmo anche fatta, senonché oramai si era fatto tardi (le 20.00) ed io dovevo ritornare a Trieste. Ci lasciammo con la solita nostalgia di una bellissima giornata trascorsa benissimo con le nostre follie e le nostre risate. Aho'... se rinasco un'altra volta, vorrei rinascere fratello di Lulù!
Dopo averla salutata, mi fermai a mangiare qualcosina in una trattoria di via Matteotti. Poi, raggiunsi Trieste direttamente con il treno (erano ormai le 11.30 e passa!!!).
La mia cavalcata fra questi piccoli, grandi ricordi termina qui... ma solo per ora, poiché ho ancora tanti anni e tante nuove emozioni di fronte a me, tutte da vivere a Monfy.
Una cavalcata che mi ha donato molto calore umano... e del resto gran parte di questi ricordi sono legati al mare ed all'estate. Ed è singolare parlarne ora, poiché in questi giorni, mentre sto scrivendo, l'inverno è veramente siberiano con ben più di 10 gradi sottozero!!!
Solo a scrivere di tali temperature mi vien freddo, quindi posto subito un'ultima immagine di Monfy d'estate, con un sole bello caldo!!!!...
Sperando di non aver annoiato coloro che hanno avuto la pazienza di leggere sin qui, voglio ancora dire qualcosa prima di lasciarci con questo post.
La prima è una mia poesia del settembre 2006 (scritta subito dopo il mio primissimo incontro con Lulù), dove in pratica vi sono condensati tutti questi ricordi di vita vissuta descritti sin qui, e s'intitola semplicemente "Monfalcone":
Monfalcone, Monfalcone...
isontina di giorno
ladra di cuori la notte,
passeggia nella mia mente a passi infiniti
per poi fermarsi ad abbracciare tutto l'universo.
Monfalcone proiettata nel futuro
ma con un occhio di riguardo nitido
dedicato al suo animo campagnolo
mai rinnegato per un vestito di cemento intellettuale
che non le apparterrà mai.
Monfalcone intrecciata
nei nodosi rami dei cipressi
uniti come fratellini
che fanno giramondo
intorno ad essa.
Monfalcone fradicia
inzuppata spesso
dall'acqua sempre più azzurra
di Marina Julia,
sua amica per la pelle.
Monfalcone ricordata
negli occhi vergini di una bambina istriana
piccola e biondina..
Anche fra cent’anni il suo giocare gioioso
ammanterà tutte le stelle sopra la piazza.
Monfalcone tra le fotografie
ultimo appiglio disperato
della nostalgia sempre più grande
che scala disperatamente i miei pensieri estivi.
Monfalcone innamorata
che mi lancia sempre
appassionate occhiate,
che se non fossi sposato con Trieste
accetterei senza pensarci un attimo.
Monfalcone che si veste di rosa
seguendo l'infuocato tramonto di un rosso sole
ormai al lumicino che porta via con sé
un'altra giornata ricamata
di vite vissute.
Monfalcone di sera è come una signora
che non cede mai ai ricatti e alle lusinghe
di chi la vorrebbe usare e poi gettare
come una prostituta d'alto borgo.
Monfalcone viva e festante
sempre piena di gioia vagabonda
e solare,
tra le "cantade" di Sior Anzoleto postier,
le bevute di buon vino e le parole profumate di Lulù.
Monfalcone bevereccia non è mai rimasta sola
Scolandosi “Moretti” a nastro come se piovesse
gioca a briscola e tresette,
mescolate a Trastolons
da un Raff BB Lazzara in via Romana.
Monfalcone adesso è sdraiata su un prato
accanto al canale De Dottori
con un fiore in bocca.
Accanto a lei c'è un ragazzo
che le dedica una serenata alla chitarra...
Monfalcone, Monfalcone…
io continuerò ad amarti di contrabbando
ma tu non tradirmi mai.
Essere traditi da te
è come un po' morire
e tu questo lo sai.
René 2006
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Infine, vi lascio questa bellissima canzone dei Pooh, tratta dal loro album "Aloha", inciso nel 1984 a Maui, nelle Hawaii (USA) direttamente negli stessi studi di George Benson.
La canzone si intitola "Come saremo", ed il testo, molto poetico, tratta un po' questo tema dei ricordi più significativi di una vita, ma al tempo stesso ponendosi l'interrogativo di come saremo, per l'appunto, fra vent'anni.
A molti di noi sarà spesso capitato di domandarci, senza risposta, quale mai sarà il nostro futuro fra una ventina d'anni. Sempre con una punta d'ottimismo misto a fantasticherie più o meno concretizzabili.
Vi auguro un buon ascolto con questa canzone, e vi saluto, ringraziandovi ancora per l'attenzione e per l'affetto con il quale molti di voi mi seguono.
Alla prossima!!!!
René
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Un altro fuori tema, spero gradito, riguardante una vicina di casa di Trieste... ovvero Monfalcone!
Una città favolosa alla quale sono particolarmente legato da ormai 31 anni circa!
Monfalcone - panorama dalla Rocca (Click sulla foto per ingrandire) |
Monfalcone, la "città dei cantieri", ma anche un magico punto d'approdo del turista anonimo in entrata per (o in uscita da) Trieste stessa!!!
La città di Gino Paoli, di Elisa e di tanti artisti, e non solo...
Un posto che ti accoglie subito bene, mentre ti addentri tra i numerosi distributori di benzina alle porte della città, ed il verde che balla un tango con le numerose casette circostanti.
I miei piccoli, grandi ricordi relativi a Monfalcone iniziano in un bellissimo ed assolato pomeriggio primaverile del 1982.
In questo caso sono ricordi ormai foschi... flashback scoloriti, eppur ancora insistentemente vividi. In fondo le cose più belle rimangono nel cuore, anche dopo cent'anni, volendo...
Ricordo un grande giardino di una grande casa... un giardino che al sottoscritto, che allora aveva solamente quasi quattro anni di vita, pareva un enorme e sconfinato prato. E poi lei... una piccola, dolce bambina bionda, della mia stessa età, intenta a correre e giocare con me. Accanto a noi suo fratello di pochi anni più grande, con il suo inseparabile pallone. Questa famiglia è di origine istriana. Mio padre, loro amico, pure. Difatti quel giorno, mio padre, mia madre ed io eravamo stati ospiti di questa famiglia, anch'essa per l'appunto originaria di quelle terre.
L'unica cosa che riesco ancora a ricordarmi abbastanza bene è quest'immenso sole arancione-rosso, mentre tramontava davanti a noi ed alle nostre corse sul prato. Poi, pian pianino giunse la sera.
Sforzandomi al massimo, riesco a ricordare ancora le luci della loro casa monfalconese, mentre a sera ormai inoltrata, a bordo della nostra potente Fiat 124 Sport Coupé 3° serie, stavamo ripartendo per far ritorno a casa nostra, a Trieste.
Quel sole infuocato che tramontava dietro alle moderne casette del centro di Monfy (diminutivo affettuoso), mentre su questo prato io e quest'amichetta del cuore eravamo intenti a correre spensierati, verso gli alberi e, in fondo, verso la vita stessa, mi è rimasto impresso a fuoco nella mente e nel cuore.
Mi sarebbe piaciuto poterla rintracciare anche solo per dirle un semplice "ciao". Anche se probabilmente al 99% non si ricorderà nulla, né del sottoscritto, né di quel, per me, magico pomeriggio senza tempo.
Intanto, la lancetta dei ricordi cammina ancora un po', ed eccoci nelle estati del 1981 e del 1982.
In questo lasso di tempo, si usava andare al mare -sempre io con i miei- a Marina Julia.
Marina Julia - fine della scalinata-rampa d'ingresso alla spiaggia |
Veduta dall'alto della scalinata d'accesso alla spiaggia di Marina Julia |
E qui i ricordi son sempre foschi, ma già un attimino più facilmente visibili dallo sguardo attento della mia nostalgica memoria. Ricordo l'arrivo: fermi mezzora e, talvolta, anche più sul ponticello sul fiume sito sotto la grande ciminiera a strisce rosse. Caldo infernale. Questo perché all'epoca Marina Julia era ancora una bellissima e frequentatissima spiaggia, assieme al villaggio-camping "Albatros", situato nelle vicinanze.
Ogni estate, quindi, file assurde di macchine italiane e straniere (queste ultime soprattutto tedesche). Appena arrivati, si superava la grande scalinata della "Playa" (dove nelle vicinanze c'era l'omonimo bar gestito da Riky, che in molti, monfalconesi ma anche triestini, ricorderanno tuttora), tra l'allora immensa folla di bagnanti. Poi, seguendo il piccolo sentierino sulla sinistra, raggiungevamo sempre una piccola pineta, simile ad un minuscolo bosco.
La "mia" pineta a Marina Julia (Monfalcone - GO)... (click sulla foto per ingrandire) |
Di fronte a questa pineta, un lungo molo composto da numerose pietre (il primo che s'incontra provenendo dalla "Playa"). Lì, i miei si posizionavano con asciugamani e tutto il resto, mentre io subito vicino mi mettevo a giocare con i classicissimi secchiello e paletta.
Il molo di pietra, arrivando dalla Playa... in fondo s'intravede il castello di Duino (Trieste)... (click sulla foto per ingrandire) |
La "mia" spiaggia, con la pineta in fondo sulla destra, ed il molo di pietra, visti dall'altra parte guardando verso sud e verso la Playa... (click sulla foto per ingrandire) |
Estati bellissime. Una cosa che però "odiavo" veramente di questo mare era la fitta presenza di granchi, anche abbastanza grandi (da piccino non li potevo sopportare). Inoltre, come tutti i bambini degli anni '80, non riuscivo a sopportare i sandaletti di plastica modello "tortura infantile". Erano utilissimi per non tagliarsi i piedini sugli scogli e sui ricci marini, ma avevano delle cinghiette strettissime che lasciavano il segno, assieme alla fibbietta in metallo che dopo poco tempo, a contatto con l'acqua salmastra, si arrugginiva. Senza contare schifosissime alghe che in tal fibbietta s'impigliavano praticamente sempre!
I miei mi raccontano spesso (però di questo fatto non ho memoria) di quando un giorno scattai sull'attenti facendo il saluto militare, rivolto... ad una formica che passava sulla sabbia! Infatti, all'epoca ero un fan dei cartoni animati dell'Apemaia. Cartone nel quale uno dei protagonisti era proprio il Colonnello, ovvero una formica militare con tanto di rigorosissimo elmetto ben placcato in testa. Quindi, come avrete capito, mi sembrò doveroso salutarla militarmente!!!!
Spostiamo ancora un po' avanti le lancette dell'orologio della memoria... e qui ricordo bene le visite, puntuali ogni anno, per molti anni, nel periodo pre-natalizio, alla Upim (dai monfalconesi definita Union Putele In Minigonna, dal momento che le cassiere di allora erano molto avvenenti) che si trovava in via Duca D'Aosta... una grande Upim (dal 1995 circa non più esistente) su due piani, dove al piano superiore, raggiungibile tramite la mitica scala mobile, vi era una marea di giocattoli, tra affascinanti scatole di Lego e trenini Lima.
Negli anni '80, ogni qualvolta s'avvicinava il Natale, la puntatina in questo mondo delle favole era d'obbligo... i miei approfittavano della tredicesima per le loro compere, e già che c'erano mi compravano anche i regali di Natale, direttamente a Monfy, per unire capra e cavoli. Questa Upim, con la sua scala mobile, le sue cassiere e persino, ahinoi, i suoi furtarelli, siccome molti ragazzini monfalconesi di allora non perdevano occasione di fregare qualcosa, resta una parte importante non solo della storia di Monfy, ma dei miei stessi ricordi qui riuniti in questo mio post dedicato.
Torniamo a Marina Julia; in questa meravigliosa spiaggia, dopo alcune estati passate in Istria, ad Ancarano, vi feci ritorno con i miei nell'estate del 1987. Di allora rimembro la stessa pineta-boschetto, e le corse dietro alle lucertole ed i numerosi e simpaticissimi scoiattolini. Una spiaggia meravigliosa ed incontaminata, che ebbe i suoi momenti di massimo splendore negli anni '70 ed '80, fino ai primissimi anni '90.
Poi, a causa di inquinamenti e scarichi, Marina Julia fu avvolta in un lento ma costante degrado. Molti turisti e bagnanti l'abbandonarono progressivamente.
Di ciò me ne accorsi io stesso allorquando -spostiamo ancora in avanti le lancette dell'orologio della memoria- nel maggio del 1999, a bordo della mia inseparabile bici raggiunsi Monfy per andare a trovare il mio carissimo amico e poeta Raffaele BB Lazzara, detto Zio Guglielmone, detto anche Raff BB Lazire Bumbuje... poeta Trastolons (al più presto ne riparlerò appositamente in un prossimo post). Un vero e proprio Allen Ginsberg della lande furlane (oggi vive a Cormons, ma periodicamente torna a Monfy per passare le feste con i propri cari nella villetta di famiglia). Raff è un altro gran personaggio legato a Monfy.
Il molo di pietre, ovviamente, c'era ancora... pure la pineta. Ma per il resto, la vista di una landa desolata, composta perlopiù da una sottospecie di sabbie mobili, mi fece letteralmente saltare su un albero. Preso dallo sconforto, ritornai sui miei passi, con un'estrema delusione nel cuore, per recarmi dal mio barbuto amico, in centro città. Passando sempre per via Romana... una bella e tranquillissima (e pure molto lunga) via d'accesso alla città.
Via Romana, verso il centro di Monfalcone... |
Appena ritornato da Marina Julia, dunque, incontrai questo mio amico-poeta, il quale mi invitò prima a casa dei suoi nonni, nel centrocittà. Qui, sfogliammo un bel po' di pagine del suo album di vecchie fotografie. Poi, dopo aver compilato e spedito una cartolina al nostro amico "the Dud", che non è quello del Grande Lebowsky (anche di questo personaggio ne riparlerò prossimamente, in un fumetto!), andammo a berci una birretta in un piccolo ed esotico bar in una piazzetta vicino a via Boito. Un pomeriggio molto assolato, ed a tratti un po' malinconico (all'epoca ero appena uscito "indenne" da un periodo non proprio favoloso, anzi, risalente all'anno prima)... uno di quei giorni in cui, nel bene ed anche nel male, ti ritrovi per la prima volta a tu per tu con il futuro... un futuro allora abbastanza incerto per me, anche se ero speranzoso. E difatti gli anni successivi furono veramente grandiosi e stupendi, ma questa è un'altra storia che, forse, un giorno racconterò.
Fattostà che fu un pomeriggio veramente bello e vissuto, da ricordare. Poi, lo zio Guglielmone è tuttora (anche se non lo vedo da anni) un punto di riferimento. Uno di quei grandi amici di cui ti puoi sempre fidare, senza mai aver paura di sbagliarti. Ci sentiamo ogni tanto per telefono, ma prima o poi, lo so, ci rivedremo sicuramente. Ovviamente a Monfy! E dove, sennò?
Un passaggio a livello andando verso Marina Julia... |
Questi problemi poi li risolsi brillantemente nei tre anni successivi, ma allora mi davano spesso noia, facendomi entrare ed uscire dall'ospedale.
Monfalcone - Piazza della Repubblica nel 2006 |
Andai, più per curiosità che non altro, a Monfy, il primo settembre di quell'anno, per incontrarmi per la prima volta dal vivo con un'amica di penna, la Lulù. Luciana, detta Lulù, che allora aveva vent'anni circa, si rivelò essere proprio quella che mi appariva dai nostri precedenti scambi d'opinione sino ad allora solo scritti. Una scrittrice-poeta dalla grande intelligenza e simpatia, e dotata di una carica strepitosa e coinvolgente, anche se non sembrerebbe a prima vista, che seppe trasformarmi quel giorno, apparentemente qualunque, in uno dei giorni più belli raccontati finora.
Lulù vive in quel di Correggio, città natale del cantautore Ligabue (di cui lei stessa è un'accanita fan), ma è originaria di Napoli... napoletana doc, insomma. I suoi nonni, però, sono di Monfy. Così, in occasione di una sua visita ai nonni, decidemmo di incontrarci veramente.
Il feeling fu immediato! Senza accorgercene passamo alcune ore, a zonzo per Monfy, totalmente immersi nei nostri dialoghi e ricordi, legati alla città in sé ed a noi stessi.
All'arrivo della sera, ci salutammo con una già grande nostalgia, ed una ormai consolidatissima amicizia. Ricordo ancora di quando la Lulù mi fece leggere per strada una sua bellissima poesia. Lulù ha un talento innato come scrittrice.... abilissima a raccontar storie sospese tra la realtà ed il mistico.
Mentre quella sera, dopo una mezzoretta di camminata da Monfy, aspettavo davanti ad una trattoria di Duino l'arrivo dell'autobus che mi avrebbe riportato a Trieste, volevo già con tutto l'animo tornare indietro, per poter ancora passeggiare con la Lulù, accanto al canale De Dottori, poetizzando così il mondo intorno a me in quel momento meno buio, anzi finalmente solare!
Non dovetti attendere molto per un'altra passeggiata... lo stesso anno, poco prima di Natale, ci rivedemmo. Di questo freddo e scuro, ma molto natalizio pomeriggio monfalconese di fine 2006, ricordo il tentativo, fallitissimo, di raggiungere assieme alla Lulù, la famosa pineta ed il molo di pietre di Marina Julia.
Per poco ce l'avremmo anche fatta, senonché oramai si era fatto tardi (le 20.00) ed io dovevo ritornare a Trieste. Ci lasciammo con la solita nostalgia di una bellissima giornata trascorsa benissimo con le nostre follie e le nostre risate. Aho'... se rinasco un'altra volta, vorrei rinascere fratello di Lulù!
Dopo averla salutata, mi fermai a mangiare qualcosina in una trattoria di via Matteotti. Poi, raggiunsi Trieste direttamente con il treno (erano ormai le 11.30 e passa!!!).
La mia cavalcata fra questi piccoli, grandi ricordi termina qui... ma solo per ora, poiché ho ancora tanti anni e tante nuove emozioni di fronte a me, tutte da vivere a Monfy.
Una cavalcata che mi ha donato molto calore umano... e del resto gran parte di questi ricordi sono legati al mare ed all'estate. Ed è singolare parlarne ora, poiché in questi giorni, mentre sto scrivendo, l'inverno è veramente siberiano con ben più di 10 gradi sottozero!!!
Solo a scrivere di tali temperature mi vien freddo, quindi posto subito un'ultima immagine di Monfy d'estate, con un sole bello caldo!!!!...
Sperando di non aver annoiato coloro che hanno avuto la pazienza di leggere sin qui, voglio ancora dire qualcosa prima di lasciarci con questo post.
La prima è una mia poesia del settembre 2006 (scritta subito dopo il mio primissimo incontro con Lulù), dove in pratica vi sono condensati tutti questi ricordi di vita vissuta descritti sin qui, e s'intitola semplicemente "Monfalcone":
Monfalcone, Monfalcone...
isontina di giorno
ladra di cuori la notte,
passeggia nella mia mente a passi infiniti
per poi fermarsi ad abbracciare tutto l'universo.
Monfalcone proiettata nel futuro
ma con un occhio di riguardo nitido
dedicato al suo animo campagnolo
mai rinnegato per un vestito di cemento intellettuale
che non le apparterrà mai.
Monfalcone intrecciata
nei nodosi rami dei cipressi
uniti come fratellini
che fanno giramondo
intorno ad essa.
Monfalcone fradicia
inzuppata spesso
dall'acqua sempre più azzurra
di Marina Julia,
sua amica per la pelle.
Monfalcone ricordata
negli occhi vergini di una bambina istriana
piccola e biondina..
Anche fra cent’anni il suo giocare gioioso
ammanterà tutte le stelle sopra la piazza.
Monfalcone tra le fotografie
ultimo appiglio disperato
della nostalgia sempre più grande
che scala disperatamente i miei pensieri estivi.
Monfalcone innamorata
che mi lancia sempre
appassionate occhiate,
che se non fossi sposato con Trieste
accetterei senza pensarci un attimo.
Monfalcone che si veste di rosa
seguendo l'infuocato tramonto di un rosso sole
ormai al lumicino che porta via con sé
un'altra giornata ricamata
di vite vissute.
Monfalcone di sera è come una signora
che non cede mai ai ricatti e alle lusinghe
di chi la vorrebbe usare e poi gettare
come una prostituta d'alto borgo.
Monfalcone viva e festante
sempre piena di gioia vagabonda
e solare,
tra le "cantade" di Sior Anzoleto postier,
le bevute di buon vino e le parole profumate di Lulù.
Monfalcone bevereccia non è mai rimasta sola
Scolandosi “Moretti” a nastro come se piovesse
gioca a briscola e tresette,
mescolate a Trastolons
da un Raff BB Lazzara in via Romana.
Monfalcone adesso è sdraiata su un prato
accanto al canale De Dottori
con un fiore in bocca.
Accanto a lei c'è un ragazzo
che le dedica una serenata alla chitarra...
Monfalcone, Monfalcone…
io continuerò ad amarti di contrabbando
ma tu non tradirmi mai.
Essere traditi da te
è come un po' morire
e tu questo lo sai.
René 2006
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Infine, vi lascio questa bellissima canzone dei Pooh, tratta dal loro album "Aloha", inciso nel 1984 a Maui, nelle Hawaii (USA) direttamente negli stessi studi di George Benson.
La canzone si intitola "Come saremo", ed il testo, molto poetico, tratta un po' questo tema dei ricordi più significativi di una vita, ma al tempo stesso ponendosi l'interrogativo di come saremo, per l'appunto, fra vent'anni.
A molti di noi sarà spesso capitato di domandarci, senza risposta, quale mai sarà il nostro futuro fra una ventina d'anni. Sempre con una punta d'ottimismo misto a fantasticherie più o meno concretizzabili.
Vi auguro un buon ascolto con questa canzone, e vi saluto, ringraziandovi ancora per l'attenzione e per l'affetto con il quale molti di voi mi seguono.
Alla prossima!!!!
René
4 commenti:
Uddiu, arrivo sempre tardi. Grazie per il disegno ** bellissimo... e grazie anche per i ricordi (di cui Monfalcone è piena anche per me) :)
Ciaoooo Lulù!!! :)
Hai visto? Stai diventando famosa!!!...
Questi descritti sono i miei ricordi più cari legati a Monfalcone, e tu non potevi certo mancare! A proposito, mi permetto di invitare i gentili lettori a dare un'occhiata all'interessante blog della Lulù, cioè questo: http://soggettoscrivente.wordpress.com/ , così potranno sincerarsi del talento scrittorio della Lulù stessa!!!
Lulù... presto noi ci sentiremo... ho sempre detto che ti avrei telefonato, e poi buonanotte. Ma prometto di chiamarti sul serio per un salutino entro questo mese.
Adesso, visto che la bambina istriana (descritta all'inizio del post) non commenterà, per ovvi motivi (ma chissà che non avvenga anche questo... in fondo la vita è un sogno, dice Marzullo), mi aspetto (spero) anche una visitina dallo zio Bombardone Raff BB Lazire, siccome le vie di Internet sono sfinite!
Dopo questa battutaccia, saluto di nuovo la Lulù e questa magica Monfy!!
Bello! Grazie
Billo, Monfalcone
che bello leggere di marina julia... anche io ci ho passato tutte le mie estati di bambina negli anni '80. Ci andavo coi miei per 15/20 gg quando stavamo dalla nonna in un paesino vicino a Monfalcone... mi ricordo mio padre che faceva il pieno di carne e benzina in Yugoslavia, comprava diversi fiasconi di vino bianco e rosso e poi via si tornava nella nostra città in centro Italia...
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