venerdì 30 marzo 2018

PAOLIN PAPERIN (PAPERO TRIESTIN) IN OSMIZA



Bondì, mularia mata...

Un nuovo pupolo-fumetto... anzi, due pupoli-fumetti; oramai conoscete tutti Paolin Paperin (papero triestin), ovvero la mia versione amatorial-domacia del noto Paperino (insomma, un fan art).

Nella prima immagine, vediamo Paolin giungere a Prepotto, una bella località del Carso triestino, per recarsi in una tipica osmiza e degustare un po' di buon vino prodotto in loco.




Nella seconda immagine, invece, vediamo l'effetto del vino su Paolin. Specifico che il vino non è quello buono, ma della vinassa cancarona che è stata rifilata a Paperin, con un tranello, dal noto truffatore Ciano, deto el straziavedove de Roiano!!!




Alla prossima.

    René

UN TRAM DE OPCINA CHIAMATO DESIDERIO !


Bondì, mularia mata...

Come da titolo... un Tram de Opcina chiamato desiderio!

Solo uno sfogo, dal momento che il nostro amato tram è sempre fermo. :(

Ho pure preparato un pupolo fumetto surreale, nella speranza che il tram smetta di essere solo un fantasma.


Alla prossima.

    René

venerdì 9 marzo 2018

IL TITANIC A TRIESTE: STORIA DELL'UFFICIO TRIESTINO DELLA “WHITE STAR LINE”



NOTA: preciso che tale post è qui
pubblicato solo a scopo divulgativo,
per far conoscere una significativa ma 
purtroppo quasi dimenticata pagina 
di storia triestina.




















"La prima classe costa mille lire, la seconda cento
La terza dolore e spavento
E puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto
Sior Capitano mi stia a sentire
Ho belle e pronte le mille lire
In prima classe voglio viaggiare su questo splendido mare"


"TITANIC", testo e musica di Francesco De Gregori





Fino a non molto tempo fa, chi passava 
dalle parti del Magazzino n. 42 della 
Stazione Marittima (in fondo al molo 
Bersaglieri) poteva notare una scritta 
impressa sul muro: WHITE STAR LINE.






Chi la notava, non ci faceva caso, o al 
massimo la correlava alla nota 
compagnia armatrice del Titanic. Ma 
senza ulteriori pensieri, congetture o 
chissà cosa.


E invece... e invece quella scritta, ormai 
persa dopo i recenti lavori che hanno 
modificato la struttura di quei 
magazzini, si trovava lì per un preciso 
motivo. Difatti, la celebre compagnia 
armatrice, nei primi anni dieci del '900 
aveva aperto proprio in quel punto uno 
dei suoi prestigiosi uffici. Uno dei tanti 
dislocati un po' in tutta Europa, 
seguendo una linea architettonica 
standard degli interni. Questi ultimi 
ricalcavano lo stesso design dei lussuosi 
interni delle navi della compagnia, come 
la Britannic, l'Olympic e, per l'appunto, 
il Titanic.


Nel mio pupolo-fumetto sottostante -
ripreso già in apertura del post- un 
quadretto vintage rappresentante il 
Titanic in viaggio lungo l'Oceano 
Atlantico:







Il RMS Titanic fu un transatlantico 
britannico della classe Olympic, e, come 
già scritto, oggi viene ricordato 
soprattutto per la collisione con un 
iceberg nella notte tra il 14 e il 15 
aprile 1912 ed il conseguente 
drammatico naufragio avvenuto nelle 
prime ore del 15 aprile.

Secondo di un trio di transatlantici, il 
Titanic, assieme ai suoi gemelli Olympic 
e Britannic, fu progettato per offrire un 
collegamento settimanale di linea con 
l'America e garantire il dominio delle 
rotte oceaniche alla White Star Line. 
Costruito presso i cantieri Harland and 
Wolff di Belfast (Irlanda), il Titanic 
rappresentava la massima espressione 
della tecnologia navale del tempo ed era 
il più grande e lussuoso transatlantico 
del mondo.




Durante il suo viaggio inaugurale (da 
Southampton a New York, via 
Cherbourg 
e Queenstown), entrò in collisione con 
un iceberg alle 23:40 (ora della nave) di 
domenica 14 aprile 1912. L'impatto con 
l'iceberg provocò l'apertura di alcune 
falle sotto la linea di galleggiamento 
allagando i primi 5 compartimenti 
stagni del transatlantico, che 2 ore e 40 
minuti più tardi si inabissò (alle 2:20 del 
15 aprile) spezzandosi in due tronconi.



Nel naufragio persero la vita ben 1.518 
dei 2.223 passeggeri imbarcati, 
compresi i 900 uomini dell'equipaggio; 
solo 705 persone riuscirono a salvarsi 
(alcuni dei quali morirono subito dopo 
essere portati a bordo del Carpathia, 
nave gemella della compagnia Cunard 
Line, che faceva regolarmente scalo a 
Trieste mediante la rotta New York-
Fiume), 6 delle quali salvate fra la gente 
finita in acqua. L'evento suscitò 
un'enorme impressione sull'opinione 
pubblica e portò alla convocazione della 
prima conferenza sulla sicurezza della 
vita umana in mare.



Grazie al Gent. imo Sig. Alessandro 
Artico (che ringrazio sentitamente per 
la collaborazione, gli spunti e vario 
materiale storico gentilmente 
concessomi),
appassionato e modellista, che scoprì 
quasi per caso le notizie relative a 
quest'ufficio (durante alcune sue 
ricerche effettuate con l'aiuto di alcuni 
massimi esperti del Titanic, ovvero 
Clifford Ismay, Howard Nelson e Nigel 
Irvine), adesso sappiamo per certo che 
pure Trieste -allora facente parte 
dell'Impero Austro-Ungarico- fu, nel suo 
ruolo di importante capitale europea dei 
commerci, un significativo tassello nella 
storia del transatlantico più famoso (e 
sfortunato) del mondo.


Qui sotto, un mio pupolo-fumetto 
raffigurante l'ufficio. Tale pupolo l'ho 
ricavato direttamente dal modellino 
costruito dallo stesso Sig. Artico 
(cliccare sul pupolo per visualizzarlo in 
grande):







Nello specifico, tale locale era un ufficio 
di rappresentanza con annessa 
biglietteria. Da questa biglietteria 
furono acquistati pure dei biglietti per il 
Titanic.







L'ufficio e biglietteria sono riportati 
sulla guida Bradshaw sino 
all'edizione del 1913, dopo il quale 
(1914) tutta l'Europa ed il Mondo 
furono sconvolti dalla esplosione 
della prima guerra mondiale .
Per la precisione: Guida Railways 
Bradshaw Guide 1913 , e poi il testo 
TITANIC di John P.
Eaton e Charles A. Haas




Qui sotto il modellino in scala 
dell'ufficio triestino della White Star 
Line, costruito dal Sig. Artico:







Qui di seguito, la descrizione dell'ufficio 
data dal Sig. Artico: «La biglietteria era 
un locale di piccole dimensioni, ma 
molto elegante e di grande fascino, con 
un arredamento, fra l'altro, standard 
per tutte le sedi della società che, va 
ricordato, nel momento di massimo 
splendore era così diffusa che poteva 
disporre di una fitta rete di uffici e 
agenzie dislocate ovunque, sia nei 
territori dell'impero britannico che in 
Paesi esterni al controllo 
della corona».





Sono state trovate anche delle liste 
con nomi dei passeggeri che 
acquistarono 
uno o più biglietti allo scalo giuliano, 
per poi imbarcarsi sul Titanic 
direttamente allo scalo francese di 
Cherbourg (seconda fermata del 
Titanic).


Si apprendono, così, i nomi di 
Sebastiano De Carlo, 29 anni, originario 
della provincia di Lucca, imbarcato a 
Cherbourg in seconda classe assieme 
alla moglie Argene Genovesi, di 24 anni. 
Successivamente il De Carlo perì nel 
naufragio, mentre lei fu tratta in salvo.
Poi abbiamo i sei componenti della 
famiglia Cacic, provenienti dalla 
Croazia. Sempre dalla Croazia, e 
precisamente da Zrinska Kula, i fratelli 
Ivan, Bartol e Ludovic Cor, che si 
imbarcarono a Southampton.

Branko Dakic, registrato come 
austriaco, 
e Franz e Manca Karun, rispettivamente 
di 39 e 4 anni, provenienti dalla 
Carniola, in Slovenia, e Francesco 
Celotti, di 24 anni, imbarcato in terza 
classe.


Tutti passeggeri di quel viaggio 
inaugurale che, per molti di loro, 
terminò in maniera tragica.


«Ancora oggi -racconta il Sig. Artico- è 
molto difficile avere una lista completa 
precisa dei passeggeri del Titanic, 
anche perché la maggior parte delle 
fonti li registra come "british" e "non-
british", inglese e non-inglese. 
Così, per esempio, furono registrati 
molti siriani 
che però avevano la residenza in 
Libano, e molti austriaci che avevano 
la residenza in Croazia»


Dell'ufficio poco altro si sa. 
Probabilmente funzionò sino a metà 
degli anni '30, allorquando la 
compagnia 
White Star Line si ritrovò in crisi e 
dovette fondersi con la rivale 
compagnia 
britannica "Cunard Line", la quale optò 
per un ridimensionamento delle sue 
nuove proprietà (acquisite 
definitivamente nel 1947).


Questo post, in fondo, oltre a ricordare 
quest'ufficio perduto nell'oblio del 
tempo, vuol essere un ricordo di quelle 
persone citate poc'anzi che, assieme ad 
altre mille e più persone, perirono nel 
naufragio del 1912.




Come scritto in apertura di post, la 
scritta "White Star Line" impressa sul 
muro del Mag. 42 della Stazione 
Marittima, fu l'ultima testimonianza di 
questa storia. Dopo il rinnovo di 
quell'area, quindi, ricordiamo qui quel 
pezzettino di storia altrimenti 
sconosciuto ai più e destinato all'oblio 
del tempo.


Ancora un sentito ringraziamento al 
Gent.mo Sig. Alessandro Artico, per la 
consulenza e per il materiale fornitomi.


Un saluto, alla prossima.




René