domenica 30 giugno 2013

ROBERTO DAMIANI... UN MIO PICCOLO RICORDO "PUPOLOSO"


Bondì, mularia mata

Solo un piccolo ricordo "pupoloso" (cioè un mio disegno) di una gran brava persona, a mio modesto avviso.

Posso dirlo con sicurezza, perché ebbi la fortuna di conoscerlo da vicino, collaborando anche con lui in un affiatato gruppo giovanile che si proponeva come una piccola fucina di idee per creare eventi e tante altre cose belle proprio per i giovani. 

Sto parlando del professor Roberto Damiani (scomparso non molti anni fa), ex Vicesindaco di Trieste, ma soprattutto grande uomo di cultura e persona assolutamente affabile, alla mano, sempre disponibile con tutti e aperto al confronto.
Un uomo di cultura... di grandissima e vasta cultura, che mise le sue conoscenze a totale servizio della città; mostre, eventi e tant'altro caratterizzarono il suo mandato come Vicesindaco e Assessore alla Cultura. In quel periodo, come per incanto, Trieste ritornò realmente protagonista anche al di fuori delle realtà locali, attirando turisti da ogni dove e stuzzicando lo stesso cittadino che si trovò una città finalmente all'altezza della sua classe, storia ed eleganza tutta mitteleuropea.

Sia ben chiaro, nulla di politico con questo mio post, ma solamente un mio ricordo della persona, attraverso un mio vecchio pupolo del 2001 (non troppo perfetto tecnicamente, ma è un pupolo informale)... un pupolo dove si vedono due mule sospinte da una bora potentissima che, prepotentemente, soffia di fronte alla Cattedrale di San Giusto. In primo piano, lui, Roberto Damiani, mentre sospira di come sarebbe bello arrivare a Roma (all'epoca si era candidato per il Parlamento), ma al tempo stesso sospirando malinconicamente perché a Roma non potrebbe più vedere le mule triestine (con le gonne alzate dalla bora!!!). Una vignetta simpatica, ma non troppo elaborata, come scritto poc'anzi (all'epoca la disegnai di getto, così, tanto per l'effetto comico).
Chissà, forse lassù una cravatta gialla sorride sempre, con quel suo sorriso tipicamente bonario e autentico da buon amico della porta accanto !

     René



lunedì 24 giugno 2013

LORENZO PILAT - 75 ANNI A TESTA ALTA E MUSICA SEMPRE ROCK !!!


Bondì, mularia mata

Solo un breve ma doveroso post per festeggiare i 75 anni compiuti proprio oggi, lunedì 24 giugno 2013, da un vero e proprio mito triestino: Lorenzo Pilat !

75 anni a testa alta e musica sempre rock !!!

75 anni senza mai una caduta di stile artistica ed umana !!!

75 anni... e tanti, tanti anni ancora di musica, poesia, divertimento e sano morbin !!!

AUGURISSIMI LORENZO !

Qui sotto un mio pupolo augurale, raffigurante un giovane Pilat di fine anni '70:


    René

mercoledì 12 giugno 2013

LA MULA DE PARENZO: NASCITA DELLA CANZONE POPOLARE !





Bondì, mularia mata...

Oggi vi voglio parlare della conosciutissima (non solo dai triestini) canzone popolare "La mula de Parenzo".

Canzone prevalentemente triestina, però notissima anche in tutta Italia.

La canzone nacque più di due secoli fa (fine del '700) come una semplice barcarola istroveneta, probabilmente intonata dai pescatori polesani che a loro volta l'avranno sentita fischiettare da pescatori veneti. Inizialmente, la canzone si intitolava "La goba de Parenzo".
Non si è mai saputo chi fosse questa famosa ragazza, né se fosse "goba" o "drita". Però sembra sia esistita realmente.

Sicuramente sarà stata, come dice la canzone, una venditrice della cittadina istriana, poi inserita come "protagonista" di questa barcarola che era solo strumentale.

E non era comunque completa.

Inizialmente, il testo faceva solamente:

"La mula de Parenzo
ga messo su botega
de tutto la vendeva, de tutto la vendeva... "

E finiva più o meno così, ripetendo il tutto ad libitum

Più avanti, come capita in tutte le canzoni popolari di tradizione orale, qualcuno decise di continuare le strofe iniziali.
La canzone, così, s'allungò con "el bacalà che no xe in vendita"...

Quindi:

"La mula de Parenzo
ga messo su botega
de tutto la vendeva, de tutto la vendeva

La mula de Parenzo
ga messo su botega
de tutto la vendeva, fora che 'l bacalà... "

Con un bel ZAN-ZAN finale a chiudere la strofa del baccalà!

Qualche tempo dopo, qualcun altro decise che quel ZAN-ZAN finale non andava bene, così si decise di aggiungere un'altra strofetta. E cosa si poteva aggiungere per terminare la musica? Ovviamente la frase "percheeé non m'aaaamiii piuuuù !!!"

E cosa c'entra "perché non m'ami più!" ?

Assolutamente niente, però si lega bene con la metrica del testo e la musica, quindi va bene così. Difatti, la tradizione orale di un popolo si protrae nel tempo, aggiungendo e/o togliendo qualcosa al frammento precedente, sia esso un frammento di testo, canzone o altro.
Anche le leggende più famose differiscono in alcuni particolari, a seconda dei luoghi e dei tempi, proprio perché le stesse leggende vengono abbandonate e poi riprese da altri lungo la strada.

Intanto il tempo passava e questa canzone si diffondeva sempre di più tra i vari pescatori ed anche il contado, arrivando sempre più in alto, verso Trieste. Siamo ormai alla fine del 19° secolo.

Altre strofe di vario tipo (a doppio senso, a scherzo, a narrazione di un modo di dire, ecc... ) si aggiungevano negli anni, tipo:

"Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade, oi mama che tociade...

Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade, polenta e bacalà, perché non m'ami più!!!"

Nel mezzo della canzone, qualcuno inserì una marcetta asburgica. Le marce asburgiche di fine '800 erano terreno fertile per le rivisitazioni popolari, soprattutto da parte dei triestini. Quasi tutte le canzoni popolari e folkloristiche triestine derivano originariamente da marce austroungariche che venivano suonate in Piazza Grande, solitamente alla domenica.

Su una di esse nacque la famosa:

"Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!... "

Così le varie strofette si completavano con questo intermezzo di marcia, suonato però a tempo di valzerino.

A inizio 1900 la canzone "La mula de Parenzo" è già parecchio conosciuta a Trieste, dove entra con forza a far parte del repertorio popolare e folkloristico della città di San Giusto.

Però la canzone è piacevole, orecchiabilissima, ha brio, s'impara subito... tutte qualità che portarono questo celeberrimo brano anche al di fuori del territorio di nordest. Questo avvenne intorno agli anni '20 - '30. Successive incisioni da parte di noti cantanti degli anni '60 (come la Gigliola Cinquetti, ad esempio) resero tale canzone un must del repertorio popolare nazionale.

Qui di seguito vi propongo il testo assieme ad un mio pupolo/disegno in tema.

P.s.:  Essendo un testo pieno di varianti, questo che vi propongo io non è certamente il testo completo, ma spero basti.




LA MULA DE PARENZO (Popolare)

  I.

La mula de Parenzo
ga messo su botega;
de tuto la vendeva,
de tuto la vendeva...

La mula de Parenzo
ga messo su botega;
de tuto la vendeva,
fora che 'l bacalà!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  II.

Tutti mi chiamano "bionda"
ma bionda io non sono:
porto i capelli neri,
porto i capelli neri...

Tutti mi chiamano "bionda"
ma bionda io non sono:
porto i capelli neri,
sinceri nell'amor.

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  III.

Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade,
oi mama che tociade...

Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade,
polenta e bacalà!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  IV.

Sinceri nell'amore,
sinceri negli amanti:
ne go passadi tanti,
ne go passadi tanti...

Sinceri nell'amore,
sinceri negli amanti:
ne go passadi tanti,
e passerò anche te!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  V.

La mia morosa xe vecia
la tegno de riserva;
e quando spunta l'erba,
e quando spunta l'erba...

La mia morosa xe vecia
la tegno de riserva;
e quando spunta l'erba,
la meno a pascolar!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  VI.

Se 'l mare fussi de vino
e i laghi de marsala,
tuta la vita in bala,
tuta la vita in bala...

Se 'l mare fussi de vino
e i laghi de marsala,
tuta la vita in bala,
polenta e bacalà!

Perché non m'ami più? 

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  VII.

Soto le tue finestre
son distirado sui sassi;
butime zo' i stramazzi
butime zo' i stramazzi...

Soto le tue finestre
son distirado sui sassi;
butime zo' i stramazzi,
che dormirò più ben!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

   VIII.

Soto le tue finestre
son distirado sul'erba;
butime zo' la serva,
butime zo' la serva...

Soto le tue finestre
son distirado sul'erba;
butime zo' la serva,
che dormirò più ben!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

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Qui, invece, vi propongo l'audio della versione triestina incisa nel 1973 da Lorenzo Pilat (Pilade) nel suo LP folkloristico "Trieste matta":



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Ala prossima...

    
       René