domenica 28 giugno 2020

TRIESTE PERDUTA ILLUSTRATA A FUMETTI (parte seconda)





Buondì, mularia mata...

Il mio pupolo fumetto qui presentato fa parte della mia serie "Trieste perduta", ovvero sprazzi di luoghi triestini un tempo esistenti, e da me riprodotti cercando di essere il più fedele possibile a come tali luoghi si presentavano realmente alla vista delle persone dell'epoca. Ricostruzione storica realizzata tramite documentazioni e stampe d'archivio.

In questo pupolo viene offerta una visuale di una giornata tipo nei dintorni di San Giusto, nel 1400.

Un armigero fa la guardia ad un portone mentre, poco lontano, una giovin pulzella dall'animo romantico è intenta a raccogliere dei fiori da una bacinella in pietra (forse un'antica acquasantiera in stato di abbandono).

Nonostante l'apparente tranquillità, il 1400 fu per la nostra città un periodo piuttosto tormentato, tra una breve ma non buona dominazione veneziana ed altre beghe.

P.s.: qui sotto vi lascio il mio pupolo così com'esso si presentava all'inizio della lavorazione. Così, giusto per documentarvi pure il work in progress del pupolo stesso.



A presto, salutoni.

   René

YUPI YUPI ALA - STORIA DELLA NOTA CANZONETTA FOLKLORISTICA TRIESTINA





Buondì, mularia mata...

Un mio pupolo fumetto ambientato nella Trieste dell'immediato dopoguerra, quando la città ed il suo territorio erano amministrate dalle forze armate angloamericane.

Nello specifico, il pupolo raffigura la simpatica canzonetta folkloristica triestina "Yupi Yupi Ala", a sua volta parodia dialettale di "She'll Be Coming Round the Mountain", un antico pezzo country popolarissimo negli States, derivato da un ancor più antico spiritual.
Tale brano veniva spesso canticchiato allegramente nei primi anni '50 dai soldati americani di stanza a Trieste facenti parte del T.R.U.S.T. (Trieste United States Troops).
I triestini, di natura burlona come sempre, presero subito spunto da questo country per creare -come detto poc'anzi- una parodia di stampo folkloristico dedicata proprio ad un soldato americano, "amante segreto" di una donna triestina sposata.

Quest'ultima, approfittando dell'ingenuo marito, non perde occasione per correre in ogni momento tra le braccia dello spasimante a stelle e strisce. "Ala matina el marì va a lavorar, l'american el xe pronto per entrar... la se imbriaga de whisky e de marsala, Yupi Yupi Ala, Yupi Yupi A"...

Qui sotto, il brano originale Made in USA:




Mentre qui sotto potete ascoltare la versione triestina, nell'interpretazione di Lorenzo Pilat:



Un'altra simpaticissima versione... quella del gruppo triestino (di Beps & Co.) "UltrabulloTs":



Per finire, la stessa canzone, ma solo suonata da Pilat poiché l'interpretazione cantata... è la mia!!!
Cantata in diretta, via telefono, durante un mio intervento alla trasmissione "Sveglia Trieste" (nella primavera del 2019) condotta su Telequattro da Marco Stabile!!! =)




Alla prossima

      René

mercoledì 24 giugno 2020

LORENZO PILAT E LA RADIO






  

Bondì, mularia mata...

Ho voluto aprire questo post con un mio nuovo ritratto di Lorenzo Pilat: ritratto molto introspettivo, nel quale ho voluto raffigurare la Persona oltre l'Artista nella sua intimità e quotidianità, mentre seduto su un'antica bitta asburgica lungo il canal di Ponterosso a Trieste, giocherella con la sua inseparabilissima chitarra, totalmente immerso nei suoi pensieri.

E' un mio omaggio poiché oggi, Mercoledì 24 giugno 2020, il nostro miticissimo e miticerrimo cantautore triestino, bandiera di casa nostra nel mondo intero, compie gli anni. 82, per la precisione!

Qui sotto, posto un'altra chicca rara: una foto tratta dalla presentazione del suo primo LP di musica dialettale triestina (album "Trieste matta", CGD Sugar). Presentazione tenutasi nel 1973 al Circolo della Stampa di Milano.
Alla presentazione dell'album c'erano numerosi sportivi e vip, tra i quali Gianni Rivera, il regista Ermanno Olmi, Vittorio Salvetti, all'epoca storico patron del Festivalbar e del Festival di Sanremo, e tanti altri.
L'album venne realizzato con due validissimi complessi triestini, ovvero i Calibro 45 e i Bora Bora, e fu il primo di una lunga serie... che dura ancor oggi.



Per omaggiare Lorenzo, oggi vi voglio parlare in breve di qualche sua avventura radiofonica, sempre impostata all'insegna del far cantare spontaneamente ed allegramente la gente comune.

Cominciamo con "Pronto, chi canta?"


"Pronto, chi canta?" era un programma radiofonico del 1976, poiché all'epoca Lorenzo animava spesso i programmi musicali di Radio Trieste assieme a Giancarlo Deganutti e -più avanti- l'indimenticabile giornalista Rai Fulvio Molinari (quest'ultimo, ben ricordato pure come il principale ideatore della storica regata Barcolana) !
Lo schema degli interventi di Lorenzo era il seguente: comporre un numero telefonico a caso, in diretta radiofonica, per poi cercare di convincere l'interlocutore di turno a cantare una canzone a caso, con lo stesso Lorenzo che accompagnava il "malcapitato" con la chitarra!
Telefonate canterine sulla stessa falsariga di quello che il Pilade fa attualmente ogni sabato a "Sveglia Trieste" (Telequattro), assieme al simpatico giornalista Marco Stabile.






Qui potete trovare alcuni estratti audio di quelle telefonate radiofoniche:






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Concludo con due brani di Lorenzo, uno serio e cantautorale, intitolato "71", ed un medley più allegro risalente agli anni '2000.







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Piccolo augurio personale per Lorenzo:

Nella mia vita ultra quarantennale, ho fatto tante esperienze belle e meno belle, ho elaborato infiniti pensieri e cambiamenti a questo o a quello, sbagliando e sbagliando, ma riprovandoci sempre con tenacia. Ho incontrato tanta gente lungo il cammino e tanti altri ho perduto per strada... ma in tutto questo tempo, praticamente sempre, ho avuto una sola certezza, mai venuta meno, ed è la grande stima ed ammirazione per questo grande Uomo e Triestino ! 
Tutti, ma proprio tutti i miei ricordi più belli hanno in sottofondo un suo brano, sia esso scherzoso o romantico. Del resto, Lui stesso mi e ci insegna che la Vita è come l'Amore: un romantico blues! 

Auguroni, caro Lorenzo.


   René