martedì 10 gennaio 2012

MAGARI COL MONOPATINO IN AMERICA VOIO 'NDAR...

Bondì, mularia mata...

Oggi vi propongo un altra nota canzone triestina, MAGARI COL MONOPATINO!
Un simpatico testo popolare, nato nel 1932 in occasione delle Olimpiadi di Los Angeles, alorquando la Societa Canottieri Pullino d'Isola d'Istria fu battuta, all'ultimo momento, dalla Libertas di Capodistria.
Dopo quest'inaspettata sconfitta, la partecipazione all'Olimpiade fu irrimediabilmente compromessa, offrendo però lo spunto per la nascita di questo canto popolare, molto apprezzato ancor oggi. Canto che si diffuse rapidamente nei dintorni, soprattutto a Trieste, dove divenne una delle canzoni più radicate nel vasto repertorio popolare cittadino.
Il "bacolo" è lo scarafaggio. Per "caro de Zimolo", s'intende il carro funebre della ultrasecolare ditta Zimolo.
Il canto è conosciuto anche con il sottotitolo "America, America, America"!

Qui di seguito, vi propongo un mio pupolo del 2001, sempre ispirato alla popolare manifestazione cittadina "La Bavisela", come già fatto l'altra volta, CLICCANDO QUI

Anche questo pupolo, ahimé, soffre di una cattiva qualità grafica, causa il solito scanner stravecchio. Quindi, come per il disegno precedente sempre dedicato alla maratona Bavisela, anche questo lo pubblico per intero, e poi per vignette singole spezzettate ed ingrandite un po'.

Quest'altra edizione "speciale" della Bavisela, raffigurata nei miei pupoli, era ambientata sul Molo San Carlo (molo audace, per i foresti... :D ). Si può intravedere il patron Franco Bandelli. Si possono intravedere i soliti personaggi, come Paolin Paperin, Pilat, ed altri personaggi, sia realistici, sia di fantasia. Si vede pure "el caro de Zimolo"!...
Insomma, il solito helzapoppin grafico!!!! (come al solito, cliccando sopra i pupoli, potete visualizzarli in grande):

Edizione speciale della popolare maratona d'Europa Bavisela 2001 - Sotto lo sguardo vigile del patron Franco Bandelli, numerosi concorrenti devono compiere la tratta transcontinentale Trieste-New York, via mare e/o via aerea, partendo dal molo San Carlo di Trieste. Qualsiasi mezzo di trasporto lecito od illecito è consentito. Il premio per chi giungerà primo il traguardo (porto di Manhattan - NY), consiste in un rifornimento ventennale di vino e salumi vari + una raccolta di audiocassette di Lorenzo Pilat!
Paolin Paperin (papero triestin), parte dal molo col suo monopattino, seguito dai suoi nipotini Mis, Muss e Mass. Di fronte a lui Gaston Fortunela Paperon, mentre sorretto da alcuni fili attaccati alle zampe di alcuni gabbiani, vola a profusione, verso New York. Alla sinistra possiamo vedere un membro dello staff a caval di un bacolo, e ancor più a sinistra, l'ex Ass. ai lavori pubblici del Comune di TS (nel 2001), a bordo del Stagnaco II°. Poco più avanti, a bordo di una chiatta trasportata da un rimorchiatore della Tripcovich, possiamo vedere "el caro de Zimolo"...


Altri partecipanti... possiamo vedere Archimede Stroligolico (con il fido assistente Edi), il dott. Enigm, ecc...
Qui, in primo piano na legera marza de Trieste, a bordo di un deltaplano. Sulla destra, a bordo di un Messerschmitt della II° Guerra Mondiale, possiamo notare Lorenzo Pilat, mentre intona la sua "Finanziere". Poi, un sosia di Elvis, Dumbo, Pietro Stramaza Gambadilegno, ecc...
Il patron Franco Bandelli, accanto al Primo Premio. Accanto, sulla destra, alcune telecamere di note emittenti nazionali e locali, come la Rai, Telequattro, Telelecco...


Vi propongo pure un videoslide, sempre con i miei pupoli, contenente una verace interpretazione di Lorenzo Pilat (con simpaticissimo finale a sorpresa, aggiunto di recente all'incisione originaria del 1975), assieme ai suoi musicisti-coristi dei gruppi "Calibro 45" e "Bora Bora".





Alla prossima... =)



     René

domenica 8 gennaio 2012

RICORDANDO ELVIS...

Foto creata da Marco Degli Esposti


Oggi, ma oramai abbastanza anni fa, nel 1935, nasceva l'artista che per primo diede la sterzata alla musica leggera del '900. Quella sterzata che poi ci regalò tutte le meraviglie che seguirono, come Beatles, Rolling Stone, Pink Floyd, ecc... però, per l'appunto, partì tutto da quel ragazzo "scavezado", che si esibiva alle fiere di bestiame nei primi anni '50, con uno stile, sia vocale, sia d'immagine, totalmente nuovo... e devastante per quegli anni così primitivi e bigotti, non solo musicalmente, ma anche socialmente. 



Un ragazzo dotato di talento, umiltà ed umanità a iosa! 
Senz'altro, come già detto in un post "musicofilo" dello scorso Natale, non mancherà l'occasione di affrontare un discorso più ampio, legato proprio all'unione Elvis-Trieste (legame primario, assolutamente non scontato).

Per adesso, lasciatemi soltanto dire come ad ogni 8 gennaio: Buon Compleanno Elvis Aron Presley!!!!



   René

sabato 7 gennaio 2012

NON CI SONO PIU' LE BAVISELE DI UNA VOLTA...

Bondì, mularia mata...

Come da titolo... non ci son più le bavisele di una volta.

Nulla di particolare... è solo un titolo scherzoso per proporvi un mio pupolo di ben 11 anni fa! Pupolo ispirato alla Bavisela- Maratona d'Europa, la popolare manifestazione sportiva locale che oramai da più di dieci anni si svolge, con gran successo, nella nostra città, con l'arrivo della bella stagione. Fracando qua, trovè el sito dela Bavisela

Undici anni fa, dicevo, disegnai un pupolo ispirato a tale manifestazione, e che oggi vi voglio proporre... ed è un pupolo, ovviamente, fuori di melone!!! Purtroppo, le scritte nelle nuvolette non si leggono bene poiché il pupolo è tratto da una vecchia scannerizzazione, effettuata con uno scanner memele che oggi, per fortuna, non possiedo più. Ma penso che il tutto sia comunque abbastanza (spero) godibile... ad ogni modo, aggiungo sotto al pupolo alcuni frammenti dello stesso, per cogliere meglio certi particolari e certe battute.

Spiegazione del pupolo: Siamo sopra la citta di Trieste, a parecchi metri d'altezza... e quella del disegno è per l'appunto un'edizione "speciale" della Bavisela. I partecipanti, a bordo dei più svariati e strampalati mezzi volanti (dalle comuni mongolfiere alle meno comuni autovolanti a razzo) sono personaggi partoriti dalla mia fantasia assai malata, ed alcuni personaggi noti come Paolin Paperin (papero triestin), ad esempio. Ci sono anche Lorenzo Pilat (sulla destra del disegno), Paolo Conte (a bordo di un pianoforte "Aguaplano" volante), Gambadilegno, ed altri ancora...

In alto, sulla sinistra, si può vedere l'elicottero guida con a bordo il patron Franco Bandelli, mentre con il suo megafono detta le regole ai partecipanti in gara: vincerà il primo che riuscirà a superare gli ottomila metri d'altezza, a bordo di qualsiasi mezzo che non sia a motore, pena l'esclusione dalla competizione con tanto di tortura immediata!!!  
Ovviamente è un disegno assolutamente scherzoso! Un omaggio simpatico ad una gran bella manifestazione sportiva tutta nostrana. 
Bon, dei... go ciacolà bastanza... qua soto el pupolo... fracando sora lo podè visualizar in grande!
Ala prossima, mule e muli.


Edizione "speciale" della Maratona d'Europa, denominata "La Bavisela volante", svoltasi, a detta delle cronache reneniane, nell'estate del 2001 (cliccate sopra il disegno per visualizzarlo a tutto schermo)!!!!

Qui di seguito, pubblico alcuni frammenti del pupolo-disegno qui sopra, nella speranza che si possano cogliere meglio, per quanto possibile, alcune gag... scusandomi di nuovo per la comunque scarsa visibilità delle immagini:

Paolin Paperin (papero triestin) con il co-pilota Paperoga Moniga, a bordo di una sottospecie di mongolfiera ricavata da una "super mastela". Accanto, a bordo di una vera mongolfiera ,contrassegnata da un quadrifogli, Gaston Kekulkego Paperon si fa grasse risate alla vista dei due improbabili trasvolatori.

Sulla destra possiamo vedere il mitico Lorenzo Pilat, a bordo di una mongolfiera costruita dal figlio e co-pilota Marco. Il Pilade prende in giro Umberto Lupi (anche lui presente, parecchi metri più sotto, a bordo di un'altra mongolfiera) riguardo alla presunta stabilità del proprio mezzo volante... senza accorgersi che a causa di un buco nello stesso, il buon Marco precipita giù!!! In alto a sinistra, un imitatore di Elvis, proveniente da Las Vegas si getta col paracadute, mentre sullo sfondo, Pietro stramaza Gambadilegno, decide di "liberarsi" della "zavorra" (il suo co-pilota), gettandogli però un paracadute di seta pura (se non si apre che inc*latura!!!).

In alto a sinistra, il patron Franco Bandelli dal suo elicottero-guida, detta al megafono le regole: Vince chi per primo supera gli 8000 metri d'altezza, con qualsiasi e qualsivoglia mezzo volante che non sia a motore, pena l'esclusione dalla gara con aggiunta di torture immediate. Poi Bandelli, aggiunge: "VERO, DOTT. ENIGM?" riferendosi al sottostante noto scienziato dott. Enigm, il quale usa la sua autovolante costruita negli anni '30. L'Enigm disapprova fortemente il Bandelli, imprecando ed affermando che la sua auto usa solo propellenti naturali, derivanti da fusioni atomiche della materia! Sopra, in alto, Eta Beta, un poeta un pobeta, precipita, cercando nel suo gonnellino la salvezza: "Pma porca pmare... indove pxe il paracadute?"
Archimede Stroligolico, assieme al fido assistente-lampadina Edi, inizia a precipitare, causa benzina mancante...  




Altri improbabili partecipanti-trasvolatori... sulla sinistra si può notare l'avv. astigiano Paolo conte, a bordo del suo pianoforte volante a coda!




   René

venerdì 6 gennaio 2012

LA BEFANA, ESISTE!!!!

La Befana, esiste sul serio!!!!
 
Ieri sera, sul tardi, ho appeso sul mio caminetto una calza lurida e vecchia.
Stamattina, dentro alla calza ho trovato alcuni dolci... quattro gianduiotti scaduti ed un cremino Fiat, tutto sciolto... che più che un cremino Fiat sembrava una pappardella Zastava!
 
GO MAGNA' TUTO, PERCHE' IERA BON... E IN TEMPI DE GUERA NO SE BUTA VIA NULA!!!!
Bona Epifania a tute le mule e a tuti i muli triestini che i passa de qui... e che dopo gaver leto sta mia putanada colossal, i me manda in mona per gaver perso tempo a leger sta roba!!!!  :D  
 
  Con affetto, il vostro epifanico René

giovedì 5 gennaio 2012

VIVA LA' E PO BON: STORIA DEL MOTTO TRIESTIN !

Bondì, mularia mata...

Oggi, mentre osservavo dalla finestra il "caligo", ho notato una gallina con ben due teste!
L'ho vista volteggiare sopra i tetti della città di Trieste.
Certo, pasta con bisi non mi manca, quindi... ho deciso di lasciar volare via quello strano esemplare dell'avifauna, concentrandomi sulla storia di un popolarissimo motto triestino, reso eterno da un leggendario motivo dialettale...  No. Non parlo de "La galina con do' teste", anche se pure essa c'entra.

La "galina con do' teste", con nel cuore Trieste asburgica , in un'accattivante versione moderna ad opera del grafico Arlon Karl Stok


Sto parlando proprio di VIVA LA' E PO BON (XE QUESTO EL MOTO TRIESTIN)!!!!


Ma è Viva l'A e po bon (Viva l'Austria e poi bene), oppure Viva là e po bon (Viva là e poi bene)?

Vediamo di gettare un po' di luce (basandonci solo sulle fonti storiche, senza nessuna interpretazione politica).

La celebre canzonetta nasce nei primissimi anni '10 del '900. In realtà, essa è solo una porzione della canzone oggi conosciuta, contenuta, per l'appunto, nel testo della canzone sopracitata: LA GALINA CON DO' TESTE

Il testo di questa prima canzonetta, di stampo popolare, ricavata sulla musica di una marcia austroungarica preesistente, è il seguente:

"LA GALINA CON DO' TESTE"


La galina con do' teste la go vista svolazar
sora i copi de Trieste, l'Alabarda a sventolar...


Qua se magna e qua se bevi, qua se vivi in abondanza
pasta e ceci no ne manca, e viva l'A e po bon...


P.s.: Aggiungo oggi, venerdì 6 gennaio 2012, questa mia piccola nota a proposito dei "ceci", che nulla c'entrano come piatto delle terre triestine (come giustamente fatto notare più sotto, da un commentatore, che ringrazio)...
Preciso che ho trovato questo verso in un antico spartito per banda, risalente agli anni '30. Per questo specifico verso, rimando ai commenti alla fine di questo post.


*********
La canzone, cita ironicamente l'Aquila bicipite Imperiale.


Quindi, Viva l'AUSTRIA e poi bene! 

Probabilmente, il motto risentiva del clima di sfiducia che aleggiava a Trieste, durante la Prima Guerra Mondiale. Senza voler far della storia, come detto poc'anzi, la realtà era che sotto l'Austria, Trieste fu, per secoli, uno dei massimi porti dell'Europa e non solo. Notevole punto di scambi culturali e centro nevralgico di commerci.
Tutte peculiarità perse dopo la caduta dell'Impero Asburgico (il famoso "Ribalton"). E tutto questo lo si poteva già intuire nell'aria molto tempo prima della fine della Grande Guerra!
Così, i triestini, da sempre abituati a scherzare su tutto, coniarono il celebre motto, poi ripreso nella canzonetta popolare "La galina con do' teste".


Ma, attenzione; la canzone completa "Viva la' e po bon" deve ancora arrivare...


E difatti, eccola giungere più o meno una quarantina d'anni più tardi, sotto forma di una vera e propria canzone d'autore!
L'autore della stesura definitiva è Luigi Borsatto, meglio conosciuto con il suo soprannome "Gigi".


Gigi Borsatto nacque a Trieste verso la fine dell'800. Si diplomò Maestro di fisarmonica, diventando un bravo ed apprezzato insegnante musicale, sia di fisarmonica, sia di pianoforte (i due strumenti, in fondo, sono accomunati per alcune caratteristiche tecniche).
Borsatto, durante gli anni, all'attività di insegnante alternò quella di cabarettista (recitò con De Rosé, Cecchelin e molti altri comici-fantasisti dell'epoca), e, soprattutto, quella di compositore, ottenendo nei concorsi di canzonette dialettali d'autore,  dei piazzamenti più che buoni, andandosi ad aggiungere alla schiera di altri importanti autori nostrani come Cavedali, Chiesa, Parentin, Nattek, Carniel e Cornet.


Ad un certo punto, siamo nel 1949, in piena amministrazione anglo-americana. C'è il TLT - Territorio Libero di Trieste. La Seconda Guerra Mondiale è giunta al termine solo da pochi anni, portando tanti lutti e tanta povertà, oltre agli sconvolgimenti socio-politici del territorio giuliano.
Ma in giro vi è anche una gran voglia di superare pian pianino gli orrori del conflitto bellico (in particolar modo, i terribili bombardamenti subiti dalla città nel 1944), riscoprendo il piacere della musica, grazie anche ai militari alleati, i quali portano in Italia tutto il loro carico di swing.
Nelle sale da ballo triestine impazzano i nuovi ritmi importati da oltreoceano, come il Boogie-Woogie. 
Nell'aria, colma di speranza per il futuro, risuonano le note dell'orchestra di Glenn Miller, e del suo cavallo di battaglia: "IN THE MOOD"



Alton Glenn Miller (Clarinda - USA, 1° marzo 1904 - Canale della Manica, 15 dicembre 1944)




 
I bambini dell'epoca scorrazzano e giocano, incuriositi e divertiti, tra jeep Willis e militari a stelle e strisce. Chiedono loro sempre qualcosa, dicendo solo: "Ehy, Jimmy... tu dare qualcosa a noi?" In risposta alle simpatiche richieste, il militare americano di turno elargisce sempre qualche cosa mai vista prima, come le "gomme americane" da masticare, oppure qualche sigaretta con filtro (di cui i ragazzini non se ne facevano nulla, tra l'altro, essendo troppo piccoli per fumare). Pacchetti colorati con scritte "strane" (agli occhi dei bambini triestini di allora) come "Lucky Strike", "Pall Mall", "Camel", ecc...    
Si sogna l'America, quella vera, con i grandi films Made in Usa, come, ad esempio, i western della Paramount, proiettati nei tantissimi "Cine" triestini, come "Il Moderno", "L'Ideale", "Buffalo Bill", "Adua, "Impero", "Centrale", "Filodrammatico", "Venezia", e numerosi altri.    
L'attuale Questura, qui nel 1947, quand'era destinata a Quartier Generale del GMA
In questo rinnovato clima di ottimismo, pur costellato da molte incognite, la musica dialettale triestina si fa strada, prepotentemente. La Lega Nazionale organizza di continuo concorsi di canzonette triestine d'autore. Borsatto, come detto, è uno dei principali autori in voga, e proprio nel 1949 compone, sulla base del ritornello dell'antica "La galina con do' teste", il nuovo pezzo destinato a rimanere ancor oggi nel cuore di tutti i triestini.

Doverosa premessa sul testo che segue, poiché fornita dal nipote di Gigi Borsatto, Adriano Borsatti Jarach: Il testo originale di Borsatto (il nipote conserva ancor oggi, sotto una teca posta sopra il pianoforte, lo spartito originale) si intitola VIVA LA' E PO BON, perché Borsatto voleva solamente sottointendere il piacere, tutto triestino, di vivere la vita così come viene.  Quindi, ecco il testo di Borsatto così come fu da lui ideato:     

 VIVA LA' E PO BON!    

Viva la' e po bon,  xe questo el moto triestin!    
Che la vadi ben, che la vadi mal...    
Sempre alegri e mai passion, Viva la' e po bon!   Gavevo un porco, el me xe crepà...  
Ohh, che pecà. Oh, che pecà..    
Lo incoconavo, per farlo bel    
ma co i salami el xe svolado in ciel!...    
Viva la' e po bon,  xe questo el moto triestin!    
Che la vadi ben, che la vadi mal...    
Sempre alegri e mai passion, Viva la' e po bon! Gavevo na mula, la me xe scampà...    
Ohh, che pecà. Oh, che pecà...    
La cocolavo, ma sul più bel  la xe filada via come un stornel!...    
Viva la' e po bon,  xe questo el moto triestin    
Che la vadi ben, che la vadi mal    
Sempre alegri e mai passion, Viva la' e po bon!    

Il pezzo divenne così popolare che, accanto alle strofe originali, il popolo ne aggiunse altre, destinando questa canzone all'immortalità, insieme ad altre memorabili canzoni triestine, come "El Tran de Opcina (La nova Bora)" e "Una fresca bavisela (Marinaresca)".    
 
Qui, nel mio pupolo in stile "Disneyan-patoco" (cliccandoci sopra, lo potete visualizzare in versione lenzuolo, cioè in grande), troviamo Minnie Strucoleta, Topolin Morbin e Pippo Nagana, mentre, in pieno periodo TLT (1949), discutono sui dubbi amletici in merito all'origine di "Viva l'A e po bon", nel piazzale antistante alla Cattedrale di San Giusto. Di fronte a loro si può intravedere la discesa di Via del Castello, che porta verso Cittavecchia.
Qui di seguito, vi propongo alcune versioni del pezzo. La prima è la celeberrima versione del nostro cantautore più amato, Lorenzo Pilat, il quale incluse il brano-motto nel suo primissimo lp folkloristico del 1973, intitolato "Trieste matta":    
 
 
 La seconda, invece, è la versione live (in stile punk triestinaz) dei mitici e miticerrimi UltrabulloTs, al "Vecio spazacamin" di via Settefontane:  
   
 
 Il brano non conosce confini geografici... la sua fama è giunta sino in Costa D'Avorio (Africa), dove alcuni ragazzi del luogo intonano alla perfezione il celebre "moto triestin", con tanto sano Morbin!!  
   
     
Ritornando al mio stralunato mondo "Disneyan-patoco", ecco la versione di Paolin Paperin (papero triestin), eseguita dal pazzoide sottoscritto, René:  
   
 
Termino con due versioni live, sempre di Pilat. La prima è questa: un live in stala, eseguito in una stalla, per l'appunto, nell'anno 2000. I coristi sono il mitico ristoratore veneto Ennio Baldin, titolare dell'omonimo ristorante-trattoria in quel di Chioggia (VE), ed il simpatico perito Paolo Toniolo, autore di canzoni per diletto (ne ha scritte tante assieme a Pilat, tra cui "Il riccio di mare", "Addio bambolina" e "Pesce di fondo"):
  
    
La seconda versione, sempre live, è tratta da una recente (estate 2011) esibizione di Pilat alla sagra di Campanelle (che no xe Costalunga), alla periferia di Trieste:  
   
    
Un saludo e a presto, con tante altre patocade... alè Alga! (Marina Alga, una mia carissima amica, studentessa del Nautico di Trieste).                 

        René

martedì 3 gennaio 2012

TRIESTE PATOCA: BUONI PROPOSITI PER IL 2012!

Bondì, mularia mata...

Innanzitutto, BUON ANNO!!!!

Sento che questo 2012 sarà buono, nonostante le magagne del paese, e nonostante l'incombente profezia dell'Apemaia (che non è un Maya che gira con l'Ape Piaggio)... quest'ultima (la Profezia dell'Apemaia, per l'appunto) riguarda molto da vicino la nostra città... ne scriverò prossimamente, in un post dedicato.

Ritornando a noi, le feste stanno per chiudersi con l'arrivo della vecchiaccia a cavallo della sua scopa turbo (la Befana), ed il sottoscritto René, vuol gettare sul blog i suoi buoni propositi in merito allo stesso.




BUONI PROPOSITI PER IL 2012: Prometto di farlo veramente camminare al meglio sto blog, nel corso di questo 2012, postando le storie più curiose del tessuto "storico-morbinaro" della nostra amatissima città, sempre aggiungendo un po' del mio estro, con tanti pupoli, canti, sballottamenti vari.

Datemi una mano anche voi, condividendo questi post e questa pagina su Facebook, Twitter e quant'altro, altrimenti, sarebbe peccato creare solo un piccolo circolo di appassionati.
Oramai, la nostra Trieste ce la stanno portando via pezzo per pezzo... ma non riusciranno MAI a cancellare la nostra grande storia e le nostre belle tradizioni patoche, dai semplici witz ai canti popolari, dalle leggende alle filastrocche, ecc.. tutte piccole, grandi cose ormai fondamentali per ricordarci chi siamo stati, chi siamo ancora e cosa potremmo ancora essere se solo prendessimo il nostro cuore in una mano ed il coraggio nell'altra, come dico sempre.

Un abbraccio e grazie ancora a tutti coloro che hanno piacere, tempo, voglia di seguire questo mio piccolo angolino dedicato alla nostra rosa più bella e profumata: TRIESTE!

René (l'autore del blog)

mercoledì 28 dicembre 2011

TRIESTE MIA (CO' SON LONTAN DE TI... ) - LA NASCITA DELL'INNO DI TRIESTE!

A Trieste, è conosciutissima da sempre un'autentica poesia in musica, risalente all'ormai lontanissimo 1925 ed intitolata TRIESTE MIA! Meglio conosciuta con il sottotitolo (ricavato dal primo verso della stessa canzone): "Co' son lontan de ti... "

 Gli autori sono sempre loro, i leggendari Publio Carniel e Raimondo Cornet (conosciuto anche con lo pseudonimo "Corrai")!!
Di questi incredibili personaggi della storia musicale (e non solo) triestina, ne parlai già in questo post dedicato ad un'altra loro favolosa e famosissima canzone: cliccate qui, se volete scoprire qualcosa di molto bello a livello musical-patoco

Raimondo Cornet, contabile, già apprezzato autore e poliedrico artista, scrisse una lirica nostalgica dedicata alla città. Un'appassionata dedica di un triestino, lontano dalla sua amata città, alla quale pensa sempre e costantemente, senza sosta. 
Una struggente poesia, tipica del triestino DOC, per propria natura nostalgico di carattere... quando anca la cità de Monfalcon la par na Neviork, per el mulo triestin che sogna de ritornar subito, pena possibile, ala sua casa, cussì come la galina la rimani tacada de cor ala sua caponera... !!





Per metterla in musica, chiamò il suo carissimo amico di sempre, Publio Carniel.
Carniel, musicista innato, seppe amalgamare quel testo, unico nel suo splendore, in un'azzeccatissima musica.

Veduta di Trieste, dalla cella campanaria del "Campanon" di San Giusto - anni '40 circa.


Il risultato fu, per l'appunto, la nascita di "Co' son lontan de ti, Trieste mia"! Quasi un quadro sonoro, incorniciato da tanta autentica, "patoca" passione!!!




Uno scorcio di tutte le peculiarità più vere di questa nostra amatissima città.



Un'eccezionale veduta su quello che è stata Trieste, su quello che è e che forse un giorno potrà ancora essere...









La canzone fu presentata al pubblico per la prima volta proprio in quello stesso anno (1925), al 5° Concorso di canzonette popolari triestine, organizzato dal giornale satirico-pupazzettato "Marameo!"




A questo concorso, parteciparono tanti motivi, tutti molto piacevoli ed orecchiabili.
Inoltre, l'ilarità dei presenti veniva scatenata all'istante, durante gli intervalli comici proposti dal simpaticissimo tenore-macchiettista-fantasista Alberto Catalan, nei panni di "Gigi Lipizzer", bonario triestino domacio, dall'anda de "scavezado".








La serata passò relativamente molto bene... fino a quando, ad un certo punto, fu la volta di "Trieste mia".


Inutile dire che la canzone suscitò istantaneamente nel pubblico presente un'ondata di sentimento incredibilmente grandioso, che ne decretò un successo senza precedenti. 
Questa splendida poesia musicale non si fermò solo ad un primo premio, ma iniziò a girare e girare, attraverso i canti collettivi dei triestini, arrivando a raggiungere la gran fama da vero e proprio inno di Trieste.
La popolarità della canzone fu veramente enorme, se si considera che girò in lungo e in largo anche in tutta l'Italia intera, grazie alle apprezzatissime versioni di cantanti e musicman, come, ad esempio, il mitico Lelio Luttazzi, che di questo pezzo ne diede una versione molto calorosa e swingante. 

Qui di seguito, la descrizione di quella serata del 1925, scritta da un testimone, Carlo De Dolcetti, e inserita da lui stesso nel suo libro intitolato "Trieste nelle sue canzoni", Edizioni Svevo (Cap. XXXII - pagg. 226-228) : 






Qui sotto, invece, vi è il testo tratto dallo spartito dell'epoca:







Fu superata in fama ed apprezzamento (ma veramente di poco) solo da "Una fresca bavisela" (Marinaresca), scritta dagli stessi autori e citata in questo stesso post, poco più sopra (vedere/cliccare sul primo link).



Spartito di "Co' son lontan de ti (Trieste mia)", in un'edizione dei primi anni '50




La versione che vi propongo è quella sensibilissima e delicata del cantautore Lorenzo Pilat. 
Pilat, eroe della musica nostrana, è sicuramente il più indicato nell'interpretazione di codesto diamante (non esagero a definire così "Trieste mia"), poiché lui stesso ha provato in prima persona quell'autentica, intensa ed assolutamente pura nostalgia di casa, avendo compiuto per anni viaggi su viaggi, sia come cantante, sia come autore di livello nazionale ed internazionale.

P.s.: Nella dicitura iniziale del video, all'interno dello stesso, l'anno viene erroneamente indicato come 1924... come detto, invece, la canzone è del 1925.


Buon ascolto, alla prossima... steme ben!






   René