Buonasera... questa di oggi è una storia fuoritema, cioè non strettamente correlata a Trieste, l'argomento del blog, se non come luogo dove questa storia si svolge, ovvero il rione di Rozzol, come specificato sin dal titolo.
Una storia un po' favola... una bella storia, o almeno spero sarà così per chi la leggerà.
Una storia che potete prenderla in due maniere, come più vi garba.
La prima maniera è prendere questa storia per una favola, per l'appunto... una storia nata dalla mia fervida fantasia, un po' strampalata e un po' no. Un po' così e un po' pomì.
La seconda maniera è credere a quanto leggerete... un po' come si crede più concretamente in una cosa astratta come la speranza, quando quest'ultima, come fosse un postino qualunque, ha già bussato alla tua porta per consegnarti una raccomandata attesa da tempo (in barba alle poste italiane)!!
Una storia che ha due protagonisti. Uno dei protagonisti è il sottoscritto.
Poi c'è una protagonista che si chiama Giovanna.
E c'è pure un terzo personaggio, senza il quale questa storia sarebbe rimasta incompleta.
Facciamo un bel salto indietro, tramite quell'ineffabile macchina del tempo chiamata "ricordo"...
1982: Anno pieno di avvenimenti grandiosi come la vittoria dell'Italia ai mondiali, ed altri luttuosi come la morte di Villeneuve. In Italia il Presidente della Repubblica è Pertini, mentre le radio diffondono "Storie di tutti i giorni" di Riccardo Fogli, ed i russi e gli americani si guardano in cagnesco. Contemporaneamente, all'uscita sugli schermi cinematografici di film epici come "E.T." di Spielberg, ed il primo "Rambo". Il giovin Renè inizia a frequentare l'asilo di Rozzol, e già dal primo giorno stringe una grande ed intensa amicizia con una bambina sua coetanea di nome Giovanna. Per tutto il corso bellissimo del primo anno d'asilo, questi due bambini si divertono da matti e non si mollano un solo secondo. Diventano inseparabilissimi.
Si vedono anche al di fuori dell'asilo, alle giostre, sempre inseparabili.
Maggio 1983: Il papà di Renè, baruffa di brutto con la direttrice d'asilo per questioni di incompetenza della stessa nei riguardi dello stesso Renè. Il genitore decide che dall'anno venturo sì cambierà asilo!!! Per Renè e Giovanna arriva il momento triste della separazione ai primi di giugno dello stesso anno, mese nel quale termina il primo anno dell'asilo. Il René assilla tutti con pianti disperatissimi tipo triglia in salmì, oppure telenovela brasiliana. Un vero e proprio colpo, insomma.
Per l'ultima volta René e Giovanna fanno la strada del ritorno a casa, insieme alle rispettive mamme. Poi la Giovanna scompare con la madre, mestamente, tra le casette del rione, dietro una lunga scala pubblica triestina, nota come Scala Bonghi.
Estate 1983: Quasi ogni pomeriggio il papà porta Renè in giro lungo la semi deserta via Cumano (sempre nella zona dell'asilo). Il Renè continua a chiedere se potrà ancora rivedere la sua cara amichetta... ma senza esito.
Poco tempo dopo, ai primi del 1984, i genitori del René regalano al figlioletto un vinile 45 giri quasi profetico: "Regalami un sorriso", una bella canzone di Drupi.
Nel frattempo passano gli anni quando ormai, chiaramente, Renè a questa storia non ci pensa più...
1987: Renè e sua madre, di ritorno dalla scuola elementare, incontrano sottocasa il papà della Giovanna. Pare che i tempi siano maturi per un reincontro dei due, a detta dello stesso babbo di Giovanna... ma poi tutto cade nel vuoto, e quest'idea resta solo un'idea dimenticata sulla strada tra i mozziconi di sigaretta e le cartine di chewin-gum stampigliate sull'asfalto.
Passano altri anni... molti anni!
Renè cresce, vive la sua vita passo dopo passo, dall'infanzia all'adolescenza, anno dopo anno, e alla Giovanna non ci pensa più minimamente.
Fino a quando nel 2002, così tutto d'un tratto, questo ricordo d'infanzia ritorna.
Renè, dopo tanti anni vorrebbe rintracciare la Giovanna, ma oramai non si ricorda più il cognome.
Nella mente di Renè scattano altri ricordi, chiari come un film in bianco e nero rivisto alla tv dopo tanto tempo. Così, all'improvviso, quasi per caso, il René oramai ventiquattrenne rimembra i tristi pomeriggi dell'83 in via Cumano ripensando all'amichetta mai dimenticata veramente del tutto.
Immediatamente il Renè si da' da fare e prova a chiedere qualche notizia ad alcuni amici-compagni d'asilo dell'epoca. Ma ancora senza esito alcuno...
Il Renè ancora una volta fregato dal Signore del Tempo, non può far altro che rimembrare il passato per un po', per poi mettersi definitivamente l'anima in pace. Intanto il tempo scorre, scorre e scorre come il bel Danubio blu, celebrato da Johann Strauss nella sua omonima, bellissima composizione.
2007: In Italia il presidente è Napolitano, esplode il vaffa.. day di Beppe Grillo, mentre all'estero si realizza il trattato di Lisbona che apre ufficialmente la strada alla comunità europea. Nelle radio nostrane passano le metriche scomposte ed agghiaccianti dei Tokio hotel, sovvrapposte ai dolci ed incantevoli gorgheggi di Michael Bublè, tra una puntata e l'altra del mitico "Viva Radiodue" di Fiorello e Baldini.
Renè conosce il concittadino coetaneo Mauro.
Con lui, originario del rione di Rozzol, condivide ricordi vari.
Passa ancora un po' di tempo, e nel maggio del 2008 il Renè scopre di avere in comune con il Mauro, un vecchio amico e compagno delle elementari, poiché quest'ultimo ha frequentato nei primi anni '90 le scuole medie con Mauro, per l'appunto, nello stesso istituto scolastico che comprende scuole elementari e medie, tra cui quella di Mauro... ma soprattutto il vecchio asilo dove Renè e Giovanna si conobbero 26 anni prima... il mondo è proprio piccolo, solo di poco più grande di una capocchia di spillo!!
Renè decide di guardare con Mauro una vhs amatoriale risalente al 1992, con la registrazione di una gita scolastica dove si può vedere anche questo amico comune.
Al momento della visione, però, Renè con un sussulto misto ad incredulità, nota tra i ragazzini una persona dal volto conosciuto... sì, è proprio lei... GIOVANNA!!!!
E' una quattordicenne molto timida, dolce... all'inizio il Renè non ne è sicuro al 100%... ma gli occhi sono quelli, non si può sbagliare!
Subito il Renè spinge Mauro a telefonarle, in un bel giorno di primavera... proprio dalle parti di via Cumano, come un fuorilegge che torna sul luogo del delitto!
Lei risponde, allegrissima e simpatica. Parla a lungo di questo e di quello, e non appena il Mauro le dice di Renè, lei si ricorda all'istante: "Siiiiiiiii, il mio miglior amico d'infanzia... anch'io non l'avevo mai scordato nel corso degli anni, ma senza ritrovarlo mai più... mio padre mi aveva ancora parlato di lui, negli anni... " e contentissima propone lei stessa un incontro.
Quasi 2 settimane dopo l'incontro avviene... stesso posto, la base di quella scala rionale citata più sopra, solo molti anni più tardi, ed il sottoscritto e la Giovanna, finalmente, si ritrovano faccia a faccia dopo ben 25 anni di distacco!!!! Un incontro bellissimo ed emozionante..molto commovente...lei sbuca dal muro di questa scala, quello stesso identico muro da dove la vidi scomparire l'ultima volta, ben 25 anni prima. Incontro pieno di reciproca curiosità...
Dopo una giornata bellissima, passata a ricordare, negli stessi luoghi d'infanzia di allora, il sottoscritto e Giovanna si scambiano su un pezzo di fazzoletto (non c'era carta disponibile) le rispettive mail, promettendosi a vicenda di non perdersi più di vista, con negli occhi ancora lo stessa grande amicizia che nonostante i lunghi anni di lontananza non era mai svanita.
Questa storia vuol essere una dimostrazione, seppur sui generis, di come i veri sentimenti d'amicizia travalichino le alpi, le nuvole nel cielo, le stelle, i pianeti e tutti gli universi, quando sono reali e forti, senza conoscere barriere temporali. Considerando che il tutto è nato ad un'età in cui difficilmente ci si lega a qualcosa di umano o materiale. Forse sarà per molti una sciocchezza questa piccola storia, però a me ha regalato una gran gioia.
In fondo, oggigiorno, in un'epoca che inghiotte tutto e tutti in una soluzione di continuità forsennata assolutamente spenta e vuota, sono queste cose "piccole" quelle più vere e sentite, che valgono veramente. Tutto il resto è fuffa per gatti!
E poi? Come andò l'incontro, vi chiederete?
Dunque...
"Era una notte buia e tempestosa"... mmmm, no. Sennò poi dicono che copio Snoopy!
"Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una scala oscura"... nemmeno... mi sembra che l'abbia già usata qualcuno una frase del genere.
"Quel ramo del lago di Trieste, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a gelaterie chiuse e a golfi"... naaaaaa, anche questa frase mi sa tanto di usata.
In ogni caso, finalmente, l'incontro è avvenuto!!
Ore 18.45, sotto la famosa scala Bonghi... un sole bellissimo che spacca le pietre, ma accende ancor di più dentro. Io sono con il cuore a mille, perso fra mille domande che girano all'impazzata dentro la mia testa, come automobilastri della domenica... nulla di grave, penso. Le mie solite mestruazioni mentali, tipico segno di come l'afa pre-estiva abbia sul sottoscritto un effetto abbastanza deleterio. °_°
Pochissimi minuti dopo spunta Lei... alle "spalle". Nel senso che io e Mauro l'aspettiamo guardando verso la strada, mentre lei scende direttamente dalla lunga scalinata posta alle nostre spalle, per l'appunto.
La Scala Bonghi ha di bello che ogni discesa da essa sembra una discesa dallo scalone di Sanremo, o comunque lo scalone di un grande palcoscenico. (Ma allora il signor Gino della rivendita di giornali accanto è il bigliettaio del teatro, e noi tutti non lo sapevamo ?)
Arriva, e mi prende una di quelle sensazioni che non si possono descrivere, le quali ci colpiscono in rari e precisi momenti della vita.
Solare, carina ma soprattutto... unica! Proprio come me la ricordavo... nonostante siano passati ben 25 anni tondi tondi. Però, nonostante il tempo ed i suoi cambiamenti, le sue maturità e le sue complesse vicissitudini che vanno a comporre quell'infinito mosaico, in fondo meraviglioso e messo troppo spesso in secondo piano da noi tutti, che si chiama VITA... nonostante tutto questo, dicevo, gli occhi non possono tradire!! Quelli restano sempre un libro aperto per tutti. Un libro che non conosce bugie. Bene, ora si provi ad immaginare un incontro di occhi che non si "parlavano" da così tanto tempo. Laddove le corde vocali (le mie perlomeno) non riescono ad articolare onde sonore per l'emozione, ci pensano gli occhi. Basta un solo sguardo e di colpo il lunghissimo tempo trascorso si annulla di colpo, e sembra che tutti questi anni in realtà non siano mai passati.
Giovanna!!
La mia cara amica del cuore di un tempo soffice, il tempo dei bambini dell'asilo. Un tempo soffice, perché a quell'età il peggiore dei mali può esser solo la brutta piega un po' dolorante di una sbucciatura pomeridiana o i due minuti di una baruffa con un coetaneo, o anche "l'immane tragedia" della rottura di un giocattolo. Le brutture del mondo non riescono ancora a toccare l'animo puro di quella giovanissima età, aperta al mondo con la curiosità del cucciolo di leone appena nato.
Però, quando un bel po' di questa morbidezza resta per gran parte intatta nell'animo ancor oggi, allora è un Dono di Dio!
Giovanna è proprio così! Semplice, umile, simpaticissima e scherzosa con il sorriso apertissimo che ricordavo da allora. Lei ride, continuamente... ma sotto sotto credo sia un po' emozionata. Io, poi, non ne parliamo; all'inizio mi mangio le parole, però dentro ho una sensazione di incredibile gioia. Qualcuno penserà... "ma per così poco ?" Io allora rispondo che se un'emozione è vera, non è mai una sciocchezza. Sarò forse un idealista della vecchia guardia, ma ne sono convinto. Altrimenti, seppur piacevole, potrebbe essere solo un semplice incontro come un altro.
Parlando, chiaccherando e soprattutto scherzando, ci avviamo al nostro asilo situato lì vicino... ma purtroppo è chiuso. Allora continuiamo a passeggiare in un ambiente di periferia cosparso da glicini in fiore e poche case sparse nel verde incontaminato. Arriviamo alla gelateria Udevalla... chiusa anch'essa.
Giovanna, scherzando, dice che non è giusto... visto il giorno storico del ritrovo dopo 25 anni, come minimo dovrebbe esserci la banda comunale a festeggiarci. Allora ci sediamo sul muretto della gelateria per raccontarci un po' le nostre vite. Poi il tempo di scartare un piccolo pensierino di cioccolata, ed uno sguardo attento, divertito, ma anche curioso ad una foto un po' consunta, risalente ai primi di settembre del 1982, scattata proprio il primo giorno d'asilo. Chi avrebbe pensato allora che tanta strada sarebbe stata percorsa?
Ci scambiamo le mail, come già detto poco più sopra, tramite due scarni e semplici pezzettini di fazzoletto, in quel momento l'unica risorsa disponibile in mancanza di vera carta.
Ritorniamo sui nostri passi, mentre il sole tramonta di fronte a noi, come in uno sgangheratissimo film hollywoodiano degli anni d'oro. Ci manca solo John Wayne, con cavallo e Winchester al seguito.
Il sole rosso fuoco cerca di fuggire via verso il tramonto con il primo treno delle sei. E noi dietro come scemi ad inseguire quel treno con una spider, una fiammante Lancia Aurelia B 24 colorata anch'essa di rosso fuoco, come il sole, ma anche come il cuore e la speranza che teniamo sul cruscotto a portata di mano.
Il tempo, questo stesso tempo che ci ha fatti reincontrare dopo tantissimi anni, oramai giunge al capolinea anche lui. Un forte abbraccio ed un arrivederci a presto (impegni di ognuno permettendo ovviamente). Con la promessa (oltre a quella di trovare una gelateria possibilmente aperta) di non perdersi più di vista, altrimenti poi ci si deve rivedere di nuovo fra altri 25 anni, rischiando di far diventare il prossimo incontro una situation comedy per vecchietti, nello stile de "I ragazzi irresistibili" con tanto di Little Tony e Adriano Pappalardo a cantare intorno.
Oggi, alle volte, osservando dalla finestra di casa mia l'antico rione dove conobbi la Giovanna tanti anni fa, spesso ancora non ci credo del tutto. Mi pare uno strano sogno sospeso a metà tra la follia e la realtà. In quel maggio del 2008 mi sembrò di avere in mano un bel poker d'assi saltato improvvisamente e fortuitamente fuori all'ultimo momento, quando ormai sul tavolo verde dei ricordi stavo per perdere tutte le mani giocate d'azzardo.
Questa storia, vuol testimoniare il fatto che non bisogna mai arrendersi di fronte al Signore del Tempo che tutto inghiotte, anche i ricordi più belli... soprattutto in quest'era effimera... un nuovo medioevo moderno che fagocita tutto, anche le singole emozioni, in nome di una non meglio identificata "innovazione", la quale in realtà è solo la solita moda mascherata da innovazione.
Ma noi che sappiamo ancora credere nella speranza, ce ne freghiamo altamente, e continuiamo a batterci contro tutti i draghi che si parano davanti a noi, per arrivare vincenti alle nostre piccole, grandi mete, anche se queste mete fossero le più apparentemente stupide!
Un grande poeta maledetto del rock, diceva così:
"A volte basta un attimo per scordare una vita
ma a volte non basta una vita per scordare un attimo."
JIM MORRISON
****************************
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Il video che ho scelto stavolta come commento sonoro, è una splendida esibizione dal vivo del sempre grandioso e indimenticabile Lucio Dalla, che una sera a Tindari, ci offrì questa sua splendida poesia musicale:
René
Una storia un po' favola... una bella storia, o almeno spero sarà così per chi la leggerà.
Una storia che potete prenderla in due maniere, come più vi garba.
La prima maniera è prendere questa storia per una favola, per l'appunto... una storia nata dalla mia fervida fantasia, un po' strampalata e un po' no. Un po' così e un po' pomì.
La seconda maniera è credere a quanto leggerete... un po' come si crede più concretamente in una cosa astratta come la speranza, quando quest'ultima, come fosse un postino qualunque, ha già bussato alla tua porta per consegnarti una raccomandata attesa da tempo (in barba alle poste italiane)!!
Una storia che ha due protagonisti. Uno dei protagonisti è il sottoscritto.
Poi c'è una protagonista che si chiama Giovanna.
E c'è pure un terzo personaggio, senza il quale questa storia sarebbe rimasta incompleta.
Facciamo un bel salto indietro, tramite quell'ineffabile macchina del tempo chiamata "ricordo"...
1982: Anno pieno di avvenimenti grandiosi come la vittoria dell'Italia ai mondiali, ed altri luttuosi come la morte di Villeneuve. In Italia il Presidente della Repubblica è Pertini, mentre le radio diffondono "Storie di tutti i giorni" di Riccardo Fogli, ed i russi e gli americani si guardano in cagnesco. Contemporaneamente, all'uscita sugli schermi cinematografici di film epici come "E.T." di Spielberg, ed il primo "Rambo". Il giovin Renè inizia a frequentare l'asilo di Rozzol, e già dal primo giorno stringe una grande ed intensa amicizia con una bambina sua coetanea di nome Giovanna. Per tutto il corso bellissimo del primo anno d'asilo, questi due bambini si divertono da matti e non si mollano un solo secondo. Diventano inseparabilissimi.
Maggio 1983: Il papà di Renè, baruffa di brutto con la direttrice d'asilo per questioni di incompetenza della stessa nei riguardi dello stesso Renè. Il genitore decide che dall'anno venturo sì cambierà asilo!!! Per Renè e Giovanna arriva il momento triste della separazione ai primi di giugno dello stesso anno, mese nel quale termina il primo anno dell'asilo. Il René assilla tutti con pianti disperatissimi tipo triglia in salmì, oppure telenovela brasiliana. Un vero e proprio colpo, insomma.
Per l'ultima volta René e Giovanna fanno la strada del ritorno a casa, insieme alle rispettive mamme. Poi la Giovanna scompare con la madre, mestamente, tra le casette del rione, dietro una lunga scala pubblica triestina, nota come Scala Bonghi.
Estate 1983: Quasi ogni pomeriggio il papà porta Renè in giro lungo la semi deserta via Cumano (sempre nella zona dell'asilo). Il Renè continua a chiedere se potrà ancora rivedere la sua cara amichetta... ma senza esito.
Poco tempo dopo, ai primi del 1984, i genitori del René regalano al figlioletto un vinile 45 giri quasi profetico: "Regalami un sorriso", una bella canzone di Drupi.
Nel frattempo passano gli anni quando ormai, chiaramente, Renè a questa storia non ci pensa più...
1987: Renè e sua madre, di ritorno dalla scuola elementare, incontrano sottocasa il papà della Giovanna. Pare che i tempi siano maturi per un reincontro dei due, a detta dello stesso babbo di Giovanna... ma poi tutto cade nel vuoto, e quest'idea resta solo un'idea dimenticata sulla strada tra i mozziconi di sigaretta e le cartine di chewin-gum stampigliate sull'asfalto.
Passano altri anni... molti anni!
Renè cresce, vive la sua vita passo dopo passo, dall'infanzia all'adolescenza, anno dopo anno, e alla Giovanna non ci pensa più minimamente.
Fino a quando nel 2002, così tutto d'un tratto, questo ricordo d'infanzia ritorna.
Renè, dopo tanti anni vorrebbe rintracciare la Giovanna, ma oramai non si ricorda più il cognome.
Nella mente di Renè scattano altri ricordi, chiari come un film in bianco e nero rivisto alla tv dopo tanto tempo. Così, all'improvviso, quasi per caso, il René oramai ventiquattrenne rimembra i tristi pomeriggi dell'83 in via Cumano ripensando all'amichetta mai dimenticata veramente del tutto.
Immediatamente il Renè si da' da fare e prova a chiedere qualche notizia ad alcuni amici-compagni d'asilo dell'epoca. Ma ancora senza esito alcuno...
Il Renè ancora una volta fregato dal Signore del Tempo, non può far altro che rimembrare il passato per un po', per poi mettersi definitivamente l'anima in pace. Intanto il tempo scorre, scorre e scorre come il bel Danubio blu, celebrato da Johann Strauss nella sua omonima, bellissima composizione.
2007: In Italia il presidente è Napolitano, esplode il vaffa.. day di Beppe Grillo, mentre all'estero si realizza il trattato di Lisbona che apre ufficialmente la strada alla comunità europea. Nelle radio nostrane passano le metriche scomposte ed agghiaccianti dei Tokio hotel, sovvrapposte ai dolci ed incantevoli gorgheggi di Michael Bublè, tra una puntata e l'altra del mitico "Viva Radiodue" di Fiorello e Baldini.
Renè conosce il concittadino coetaneo Mauro.
Con lui, originario del rione di Rozzol, condivide ricordi vari.
Passa ancora un po' di tempo, e nel maggio del 2008 il Renè scopre di avere in comune con il Mauro, un vecchio amico e compagno delle elementari, poiché quest'ultimo ha frequentato nei primi anni '90 le scuole medie con Mauro, per l'appunto, nello stesso istituto scolastico che comprende scuole elementari e medie, tra cui quella di Mauro... ma soprattutto il vecchio asilo dove Renè e Giovanna si conobbero 26 anni prima... il mondo è proprio piccolo, solo di poco più grande di una capocchia di spillo!!
Renè decide di guardare con Mauro una vhs amatoriale risalente al 1992, con la registrazione di una gita scolastica dove si può vedere anche questo amico comune.
Al momento della visione, però, Renè con un sussulto misto ad incredulità, nota tra i ragazzini una persona dal volto conosciuto... sì, è proprio lei... GIOVANNA!!!!
E' una quattordicenne molto timida, dolce... all'inizio il Renè non ne è sicuro al 100%... ma gli occhi sono quelli, non si può sbagliare!
Subito il Renè spinge Mauro a telefonarle, in un bel giorno di primavera... proprio dalle parti di via Cumano, come un fuorilegge che torna sul luogo del delitto!
Lei risponde, allegrissima e simpatica. Parla a lungo di questo e di quello, e non appena il Mauro le dice di Renè, lei si ricorda all'istante: "Siiiiiiiii, il mio miglior amico d'infanzia... anch'io non l'avevo mai scordato nel corso degli anni, ma senza ritrovarlo mai più... mio padre mi aveva ancora parlato di lui, negli anni... " e contentissima propone lei stessa un incontro.
Quasi 2 settimane dopo l'incontro avviene... stesso posto, la base di quella scala rionale citata più sopra, solo molti anni più tardi, ed il sottoscritto e la Giovanna, finalmente, si ritrovano faccia a faccia dopo ben 25 anni di distacco!!!! Un incontro bellissimo ed emozionante..molto commovente...lei sbuca dal muro di questa scala, quello stesso identico muro da dove la vidi scomparire l'ultima volta, ben 25 anni prima. Incontro pieno di reciproca curiosità...
Dopo una giornata bellissima, passata a ricordare, negli stessi luoghi d'infanzia di allora, il sottoscritto e Giovanna si scambiano su un pezzo di fazzoletto (non c'era carta disponibile) le rispettive mail, promettendosi a vicenda di non perdersi più di vista, con negli occhi ancora lo stessa grande amicizia che nonostante i lunghi anni di lontananza non era mai svanita.
Questa storia vuol essere una dimostrazione, seppur sui generis, di come i veri sentimenti d'amicizia travalichino le alpi, le nuvole nel cielo, le stelle, i pianeti e tutti gli universi, quando sono reali e forti, senza conoscere barriere temporali. Considerando che il tutto è nato ad un'età in cui difficilmente ci si lega a qualcosa di umano o materiale. Forse sarà per molti una sciocchezza questa piccola storia, però a me ha regalato una gran gioia.
In fondo, oggigiorno, in un'epoca che inghiotte tutto e tutti in una soluzione di continuità forsennata assolutamente spenta e vuota, sono queste cose "piccole" quelle più vere e sentite, che valgono veramente. Tutto il resto è fuffa per gatti!
E poi? Come andò l'incontro, vi chiederete?
Dunque...
"Era una notte buia e tempestosa"... mmmm, no. Sennò poi dicono che copio Snoopy!
"Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una scala oscura"... nemmeno... mi sembra che l'abbia già usata qualcuno una frase del genere.
"Quel ramo del lago di Trieste, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a gelaterie chiuse e a golfi"... naaaaaa, anche questa frase mi sa tanto di usata.
In ogni caso, finalmente, l'incontro è avvenuto!!
Ore 18.45, sotto la famosa scala Bonghi... un sole bellissimo che spacca le pietre, ma accende ancor di più dentro. Io sono con il cuore a mille, perso fra mille domande che girano all'impazzata dentro la mia testa, come automobilastri della domenica... nulla di grave, penso. Le mie solite mestruazioni mentali, tipico segno di come l'afa pre-estiva abbia sul sottoscritto un effetto abbastanza deleterio. °_°
Pochissimi minuti dopo spunta Lei... alle "spalle". Nel senso che io e Mauro l'aspettiamo guardando verso la strada, mentre lei scende direttamente dalla lunga scalinata posta alle nostre spalle, per l'appunto.
La Scala Bonghi ha di bello che ogni discesa da essa sembra una discesa dallo scalone di Sanremo, o comunque lo scalone di un grande palcoscenico. (Ma allora il signor Gino della rivendita di giornali accanto è il bigliettaio del teatro, e noi tutti non lo sapevamo ?)
Arriva, e mi prende una di quelle sensazioni che non si possono descrivere, le quali ci colpiscono in rari e precisi momenti della vita.
Solare, carina ma soprattutto... unica! Proprio come me la ricordavo... nonostante siano passati ben 25 anni tondi tondi. Però, nonostante il tempo ed i suoi cambiamenti, le sue maturità e le sue complesse vicissitudini che vanno a comporre quell'infinito mosaico, in fondo meraviglioso e messo troppo spesso in secondo piano da noi tutti, che si chiama VITA... nonostante tutto questo, dicevo, gli occhi non possono tradire!! Quelli restano sempre un libro aperto per tutti. Un libro che non conosce bugie. Bene, ora si provi ad immaginare un incontro di occhi che non si "parlavano" da così tanto tempo. Laddove le corde vocali (le mie perlomeno) non riescono ad articolare onde sonore per l'emozione, ci pensano gli occhi. Basta un solo sguardo e di colpo il lunghissimo tempo trascorso si annulla di colpo, e sembra che tutti questi anni in realtà non siano mai passati.
Giovanna!!
La mia cara amica del cuore di un tempo soffice, il tempo dei bambini dell'asilo. Un tempo soffice, perché a quell'età il peggiore dei mali può esser solo la brutta piega un po' dolorante di una sbucciatura pomeridiana o i due minuti di una baruffa con un coetaneo, o anche "l'immane tragedia" della rottura di un giocattolo. Le brutture del mondo non riescono ancora a toccare l'animo puro di quella giovanissima età, aperta al mondo con la curiosità del cucciolo di leone appena nato.
Però, quando un bel po' di questa morbidezza resta per gran parte intatta nell'animo ancor oggi, allora è un Dono di Dio!
Giovanna è proprio così! Semplice, umile, simpaticissima e scherzosa con il sorriso apertissimo che ricordavo da allora. Lei ride, continuamente... ma sotto sotto credo sia un po' emozionata. Io, poi, non ne parliamo; all'inizio mi mangio le parole, però dentro ho una sensazione di incredibile gioia. Qualcuno penserà... "ma per così poco ?" Io allora rispondo che se un'emozione è vera, non è mai una sciocchezza. Sarò forse un idealista della vecchia guardia, ma ne sono convinto. Altrimenti, seppur piacevole, potrebbe essere solo un semplice incontro come un altro.
Parlando, chiaccherando e soprattutto scherzando, ci avviamo al nostro asilo situato lì vicino... ma purtroppo è chiuso. Allora continuiamo a passeggiare in un ambiente di periferia cosparso da glicini in fiore e poche case sparse nel verde incontaminato. Arriviamo alla gelateria Udevalla... chiusa anch'essa.
Giovanna, scherzando, dice che non è giusto... visto il giorno storico del ritrovo dopo 25 anni, come minimo dovrebbe esserci la banda comunale a festeggiarci. Allora ci sediamo sul muretto della gelateria per raccontarci un po' le nostre vite. Poi il tempo di scartare un piccolo pensierino di cioccolata, ed uno sguardo attento, divertito, ma anche curioso ad una foto un po' consunta, risalente ai primi di settembre del 1982, scattata proprio il primo giorno d'asilo. Chi avrebbe pensato allora che tanta strada sarebbe stata percorsa?
Ci scambiamo le mail, come già detto poco più sopra, tramite due scarni e semplici pezzettini di fazzoletto, in quel momento l'unica risorsa disponibile in mancanza di vera carta.
Strada di Rozzol, in primavera, tra i glicini in fiore... (click sulla foto per ingrandire) |
Ritorniamo sui nostri passi, mentre il sole tramonta di fronte a noi, come in uno sgangheratissimo film hollywoodiano degli anni d'oro. Ci manca solo John Wayne, con cavallo e Winchester al seguito.
Il sole rosso fuoco cerca di fuggire via verso il tramonto con il primo treno delle sei. E noi dietro come scemi ad inseguire quel treno con una spider, una fiammante Lancia Aurelia B 24 colorata anch'essa di rosso fuoco, come il sole, ma anche come il cuore e la speranza che teniamo sul cruscotto a portata di mano.
Il tempo, questo stesso tempo che ci ha fatti reincontrare dopo tantissimi anni, oramai giunge al capolinea anche lui. Un forte abbraccio ed un arrivederci a presto (impegni di ognuno permettendo ovviamente). Con la promessa (oltre a quella di trovare una gelateria possibilmente aperta) di non perdersi più di vista, altrimenti poi ci si deve rivedere di nuovo fra altri 25 anni, rischiando di far diventare il prossimo incontro una situation comedy per vecchietti, nello stile de "I ragazzi irresistibili" con tanto di Little Tony e Adriano Pappalardo a cantare intorno.
Oggi, alle volte, osservando dalla finestra di casa mia l'antico rione dove conobbi la Giovanna tanti anni fa, spesso ancora non ci credo del tutto. Mi pare uno strano sogno sospeso a metà tra la follia e la realtà. In quel maggio del 2008 mi sembrò di avere in mano un bel poker d'assi saltato improvvisamente e fortuitamente fuori all'ultimo momento, quando ormai sul tavolo verde dei ricordi stavo per perdere tutte le mani giocate d'azzardo.
Questa storia, vuol testimoniare il fatto che non bisogna mai arrendersi di fronte al Signore del Tempo che tutto inghiotte, anche i ricordi più belli... soprattutto in quest'era effimera... un nuovo medioevo moderno che fagocita tutto, anche le singole emozioni, in nome di una non meglio identificata "innovazione", la quale in realtà è solo la solita moda mascherata da innovazione.
Ma noi che sappiamo ancora credere nella speranza, ce ne freghiamo altamente, e continuiamo a batterci contro tutti i draghi che si parano davanti a noi, per arrivare vincenti alle nostre piccole, grandi mete, anche se queste mete fossero le più apparentemente stupide!
Un grande poeta maledetto del rock, diceva così:
"A volte basta un attimo per scordare una vita
ma a volte non basta una vita per scordare un attimo."
JIM MORRISON
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Il video che ho scelto stavolta come commento sonoro, è una splendida esibizione dal vivo del sempre grandioso e indimenticabile Lucio Dalla, che una sera a Tindari, ci offrì questa sua splendida poesia musicale:
René
3 commenti:
Bellissimo ed emozionante il tuo racconto...Jim(che adoro) ha detto una grande verità...io dico solo che la vita vale la pena di viverla quando cerchi e trovi emozioni forti...una vita piatta è inutile...W la rabbia e la gioia...ci ricordano che siamo VIVI
Stupendo Renè.. una storia con un bellissimo l ieto fine.. son davvero felice te gabi ritrovà la tua amica d'infanzia :D.. un bacione
Elisa
Grazieeee, Mooooooooooollyyyyyyyyyyy (sei la Elisa del SDS, vero?). Ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!!!!!!!!
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Infine, in questo blog non sono graditi commenti anonimi, provocatori oppure offensivi. Esiste la libertà di opinione e critica alle tesi espresse ma la si esercita firmandosi (va bene anche un nick) e, come già detto poc'anzi, con educazione.