C’era una
volta una bellissima principessa, chiamata Rosandra, che un cattivo mago teneva
prigioniera nel suo tetro castello incombente sulla valle. I lamenti
della bella principessa prigioniera attrassero un giovane cavaliere, il quale
decise subito di liberarla. Venuto a duello col perfido mago, dopo un aspro
combattimento, il cavaliere lo trafisse a morte con la sua spada e liberò la
principessa, che si era ormai invaghita del suo coraggioso salvatore. Ma questi non
volle portarla con sé, al suo castello: adducendo a pretesto un’impresa che
doveva portare a termine a tutti i costi, la lasciò con la promessa di tornare
presto a riprenderla per farla sua sposa… Non tornò mai
più. La bella
principessa Rosandra si mise allora a piangere disperatamente. E tale era il
suo dolore e lo strazio, che una buona fata, impietosita, la tramutò in sasso. E dal sasso
continuarono a uscire le lacrime con tale abbondanza che, ben presto formarono
un ruscello, il quale cominciò a scorrere lungo la valle, attraverso
cascatelle, salti di roccia, vasche, pareti di pietra, greti sassosi, fino al
mare.
Qui
sotto il mio pupolo fumetto raffigurante la Principessa Rosandra (clic sopra lo
stesso, per ingrandirlo):
Oggi post fuori tema (ma un po’
di Trieste c’è sempre), perché per me è doveroso ricordare il mio grande “amico” Elvis
Presley !!!
Elvis che, proprio oggi,
compirebbe ben 81 anni, se fosse vivo. Ma siccome, purtroppo, vivo non lo è più
(e, per favore, non venitemi a parlare di avvistamenti, di Cia, di marziani,
ecc…, che mi inca……volo),
lo voglio ricordare con un post dedicato.
Di Elvis ho narrato le origini
musicali, dello spiritual. Ma ci sono altri temi, altre caratteristiche della
sua multiforme natura musicale.
Di quale tema parlerò? Ma
ovviamente del più bello; dell’amore. L’amore nelle canzoni elvisiane.
Qui sotto, un mio pupolo fumetto
in tema:
Dunque, questo post sarà una
breve rassegna (breve perché sono troppe le canzoni d'amore di Elvis, e non posso inserirle tutte) che comprende alcuni importanti momenti musicali di Elvis sull’eterna tematica
dell’amore.
E voglio iniziare proprio con la
canzone, semplice e un po’ datata, ma che ho sempre apprezzato tantissimo
(anche Elvis l’amava molto, e la ripropose spesso, negli anni), con la quale ho
aperto il post tramite il mio pupolo: LOVING YOU. Propongo qui di seguito i video
slide con il brano originale e la versione “farm”,
entrambi del 1957:
Versione originale:
Versione "farm":
Vi aspettavate LOVE ME TENDER?
Davvero pensate sia così scontato? Se lo ero, avrei fatto il giornalista televisivo.
:D
No, qua si propone una breve carrellata
sui brani d’amore meno conosciuti dal grande pubblico (Love Me Tender è molto
bella, ma strastrastraconosciuta e strarisentita, ormai), salvo eccezioni.
Il secondo brano è l’eccezione
che conferma la regola; difatti, non posso non inserire la mitica ARE YOU
LONESOME TONIGHT. Quest’ultimo è un vecchio e piuttosto misero brano blues. L’unica
cosa bella è il testo. Negli anni trenta, non se lo era filato nessuno. Trenta
e passa anni più tardi, nel 1960, il brano viene riarrangiato in chiave
romantico-melodico ed interpretato da Elvis. E “Are You Lonesome Tonight” fa –inutile
dirlo- il botto!!!
Sempre del 1960, canzone
romantica ma swing, è SUCH A NIGHT. Provate a resistere al fascino di muovere
le gambe a tempo.
Altra canzone famosa-eccezione-nonpotevononmetterla, è CAN'T HELP FALLING IN LOVE.
Canzone ispirata al celebre sonetto PLAISIR
D’AMOUR, è stata definita come la miglior canzone d'amore dell'intero XX° secolo!!
Senza esagerare, ritengo che essa sia, se non altro, una delle migliori canzoni d'amore scritte durante tutto l'arco del novecento.
Tale pezzo esordì nel 1961, nel film "Blue Hawaii", ma io vi voglio proporre l'esecuzione live fatta da Elvis nel 1968, al suo storico spettacolo televisivo "Comeback '68", in quanto, a mio modesto parere, ritengo sia l'esecuzione più riuscita.
Al contrario della precedente,
questa è una canzone romantica ma con un’atmosfera particolare… onirica. THAT’S SOMEONE YOU NEVER FORGET.
Molto cuore e molta atmosfera
onirica anche in questa LOVE LETTERS del 1966. Elvis la incise al buio,
illuminato solo da una fioca luce di candela. Il pianista, David Briggs, lo
prese per matto. Ma Elvis era fatto così; da buon professionista, voleva creare
l’atmosfera adatta al brano, per entrare meglio dentro il mood di questa
affascinante melodia.
Saltiamo di un bel paio di anni,
per concludere con due pezzi particolari, entrambi incisi nel 1975.
Il primo è WOMAN WITHOUT LOVE,
dal testo forse un tantino maschilista, ma dalla musica struggente.
Il secondo –con il quale concludo questa mia breve rassegna- è lo splendido
brano di Tom Jones, GREEN GREEN GRASS OF HOME.
Questo pezzo narra di un uomo
lontano dalla sua casa e dai suoi affetti più cari, che immagina di rivedere la
sua Mary, i suoi genitori ed i verdi prati di casa sua. Poi, verso la fine
della canzone, il protagonista ci rivela che tutto ciò è solo un sogno, e che
lui si trova rinchiuso ingiustamente nel braccio della morte, mentre i
secondini stanno venendo a prenderlo per portarlo sulla sedia elettrica.
Già la versione di Tom Jones, di
suo è assolutamente impeccabile. Ma Elvis riesce a darne una propria versione
altrettanto incisiva, conservando l’arrangiamento country originale della
canzone.
Finito? No. Ve l’avevo detto che
qualcosa di Trieste c’è sempre. Ecco ARE YOU LONESOME TONIGHT cantata dal vivo,
fine anni ’70, dal nostro Lorenzo Pilat.
Adesso concludo veramente,
augurando Buon Compleanno ad Elvis, che tanta compagnia mi ha sempre tenuto,
sapendo colpirmi più di ogni altro artista.
Buongiorno, Mondo… che si sveglia in un nuovo
anno.
Nuove avventure e nuove miserie. Porca miseria!
Ho appena iniziato a scrivere, e già brontolo,
mentre la tastiera del mio pc, dall’alto della sua vetusta modernità, offende
la mia inutile prosa.
Buon Anno, in ogni caso.
Speranze?
Beh, vorrei sperare anch’io in un nuovo anno
multicolore, con i suoi odori, i suoi sapori vagamente caldi e mediterranei.
Vorrei sperare di spegnere i musi lunghi della
mia gente, accendendo il loro “morbin”. Ma è apparentemente impossibile. It's
Impossible. Il mondo tutto, ha già provveduto a spegnere il nostro “Io” più
bello e più sincero.
Un nuovo anno, dove l’atto di sputarci in
faccia sarà sempre più facile e spontaneo e, se non altro, economico ed alla
portata di tutti.
Ma vorrei augurare ed augurarmi almeno un po’
di soldi. Quel tanto per comprarmi anche solamente una sigaretta, per poi
accenderla, fumarla e scansare il solito mona che mi avverte che il fumo
uccide. E avrebbe pure ragione (ed il mona sarei io), se non fosse che mi son
già ucciso dentro, dal momento che mi sono abbandonato a questo vizio ed ai bei
ricordi del passato che non torneranno più, se non sottoforma di sberleffo.
Sfumacchio nervosamente, pensando ai soliti,
vuoti discorsi di fine anno fatti da presidenti e politicanti vari. I soliti
discorsi vuoti, falsi e spaventosamente retorici fino al midollo! La solita
presa in giro di chi, anche quest’anno, ci sputerà amabilmente in faccia, senza
un loro congedo illimitato dovuto solo alla vergogna che non hanno mai provato,
grazie al loro cuore verde e limitato che batte fortemente Zecca dello Stato in
quantità illimitata.
Buon Anno anche a chi, nel suo piccolo o in
grande, continuerà a seguire l’unico comandamento valido: odia il prossimo tuo
come te stesso!
E forse aveva ragione John, quando immaginava
che non esistano il cielo e l’inferno, ma solo la Terra; questa nostra Madre
Terra, ora bastarda, ora meravigliosa, dove dobbiamo render conto solo a noi
stessi, di ciò che abbiam fatto durante la nostra vita.
E se avremo fatto qualcosa di male… poco male;
sarà la vita stessa a farcela pagare!
Buon Anno a tutte e a tutti, e scusate la mia
solenne acidità, ma ho solo voluto anticipare la solita, grigia quotidianità.
Senza ipocrisia. Senza falsità. Ma solo con il buon cuore duro della sprezzante
sincerità scaturita dalla mia umile e modesta semplicità.