giovedì 19 febbraio 2015

FINANZIERE - LORENZO PILAT E I VALICHI DI CONFINE ITALIA-JUGOSLAVIA








Bondì, mularia mata

Oggi parliamo di “FINANZIERE” (o anche “EL FINANZIER”), che è forse la canzone folkloristica più famosa di Lorenzo Pilat, composta assieme a Mariano Tassan ed i fratelli Toni e Franco Damiani, nell'ormai lontano 1978.




P.s.: per raccontare al meglio questo post, con i miei oramai consueti pupoli (disegni) illustrerò alcuni passaggi del testo della canzone. I pupoli sono in stile “Disneyan-patoco”, cioè una parodia dei personaggi Disney, triestinizzati per l’occasione.
Come sempre, per visualizzare meglio i pupoli basta cliccarci sopra!




Dunque, FINANZIERE. Canzone entrata sin da subito nel folklore tipico triestino, poiché è un’ultimissima e praticamente fotografica testimonianza sulle sette note, di un modus vivendi ormai scomparso.



El finanzier descritto dalla canzone, lo si poteva incontrare nei piccoli valichi di confine tra Italia ed ex Jugoslavia posti alle periferie triestine (venivano comunemente denominati come “valichi di II° categoria”), come pure in quelli più grandi (“valichi di I° categoria”).
Nel nostro caso, si parla del valico di II° categoria di Caresana (Trieste).



Oltre al finanziere, vi sono gli altri protagonisti di questo celeberrimo brano; Vinicio Busani, il pensionato benestante alla guida di una Fiat 1100 nera (fino agli anni ’60-’70, un’auto ‘ssai elegante). Poi, a bordo della stessa auto, troviamo anche la mama della voce narrante della canzone, e siora Teresa, quest'ultima una conoscente degli altri due.


 
Agli automobilisti di ritorno a Trieste, il finanziere, posto di guardia al casello con la sbarra, poneva quasi sempre la classicissima domanda: “qualcosa da dichiarare?”.. L’automobilista rispondeva “no, niente”, esibendo il proprio lasciapassare la famosa
Propusniza, la quale veniva poi controllata e timbrata dagli addetti alla dogana.



Fino ad una ventina d'anni fa, quando c'era ancora la cosiddetta cortina di ferro, era d'uso per i triestini andare a far la spesa spicciola oltreconfine, comprare le sigarette e/o
andar a far benzina in Jugo”.


Ogni tanto (spesso e volentieri) capitava il triestino che tentava de passarla lissa, portando merce di contrabbando ben nascosta nel bagagliaio o in vari vani della propria automobile. Tale merce era soprattutto composta da carne e alimenti vari di buona fattura, talvolta nascosti persino dentro i vestiti delle mogli o delle suocere (perché si pensava sempre: “mica andranno a controllare proprio lì).


 

In casi più rari, la merce contrabbandata era anche più pesantina; difatti, la canzone ci dice che Vinicio Busani, il pensionato benestante, viene scoperto mentre tenta di nascondere della marijuana, assieme alla carne e a tutto il resto (anche se a dire il vero, tale passaggio venne messo nel brano più a scopo goliardico).




Il tutto, ovviamente, si conclude con la notizia dell’arresto del pensionato che, nel frattempo, a causa di uno svenimento dovuto al panico della situazione, viene pure ricoverato all’ospedale. 




Il posto di blocco del confine, dicevo, tra Italia e la ex Jugoslavia (oggi Slovenia)...


 



Un'antica barriera, oggi non più esistente e resa eterna, oltre che dai ricordi di chi c'era, da questa mitica canzone (cantata da tutte le generazioni di triestini in occasione di feste conviviali, di sagre o di uscite in osmiza). Canzone mitica e sempreverde, divenuta uno dei cavalli di battaglia del cantautore triestino più amato da sempre, che ha saputo fissare molti storici momenti della sua/nostra città in una bella cartolina. Un mito cittadino egli stesso: Lorenzo Pilat!


Anche la figura stessa del finanziere, in tale canzone viene filtrata attraverso una luce assolutamente buona e simpatica, che esula da quell'immagine severa ed impassibile data da questa professione.
(Nella foto sottostante, due guardie confinarie poste ad uno dei valichi di frontiera. Foto risalente agli anni ’50, e proveniente dal sito www.poliziadistato.it):



 Qui sotto, il testo di FINANZIERE tratto dalla copertina interna del 45 giri omonimo del 1978 (il lato B è la bellissima GIOVEDI’ ):




Qui sotto, invece, trovate i semplicissimi accordi e le note per chitarra, trascritti a mano dallo stesso Pilat:




Qui, invece, lo spartito professionale dato agli autori del brano:






Ovviamente non può mancare il video slide audio della canzone FINANZIERE, qui proposta in versione originale:



Ma posto pure una recente versione live, tratta dall’ormai tradizionale sagra di Campanelle (che no xe Costalunga):



Qui, invece, la versione dell'altro autore, Toni Damiani:



Alla prossima!!!!

       René

2 commenti:

Unknown ha detto...

Bravo Rene', sono Franco Damiani e mi ha fatto molto piacere veder pubblicato il tuo lavoro, centrato e pulito, sul fenomeno "finanziere, canzone popolare". L'idea, che fu affidata a Lorenzo, già pronta con musica e testo era tutta di Toni. Mariano Tassan sistemò il testo, io collaborai e sarei il "papa'" di Vinicio Busani col suo 1100. Sarebbe bello che tu facessi lo stesso bel lavoro con la canzone "Trieste un poco americana, dello stesso gruppo di autori" quasi coeva di F., questa volta sviluppata dal gruppo su una mia composizione. In occasione di una visita di una portaerei americana a Ts, una signora si ricorda di vent'anni prima, quando c'era il gma.... GRAZIE ANCORA, FDV

René ha detto...

Caro Signor Franco, innanzitutto bonasera e tante scuse per aver pubblicato in ritardo il Suo commento. Lei e suo fratello avete realizzato un pezzo di storia in musica, che secondo me spiega meglio di tanti libri e in maniera assolutamente simpatica, quel preciso periodo storico della nostra realtà locale. Le prometto sin d'ora che preparerò al più presto anche un post sul brano "Trieste un poco americana", che ho sempre amato tantissimo e che, tra l'altro, è anch'esso un frammento "fotografico" di un preciso periodo, ovvero la permamenza dellle truppe angloamericane del GMA qui a Trieste, epoca '47/'54... ma al tempo stesso pure una visione romantica di una triestina (la protagonista del brano) ormai "cinquantene" che ricorda volentieri il "tran tran" di quel particolare periodo e il suo amore, el mulo Johnny rosso e ben piantà. Grazie ancora a Lei e aSuo fratello delle bellissime canzoni: sia quelle inserite nel disco "Io, Trieste" di Lorenzo Pilat, sia quelle incise dallo stesso Toni (in particolare, ricordo la sua versione live di "Trieste un poco americana" magistralmente interpretata live in uno spettacolo teatrale di pochi anni fa, a cura di Edda Vidiz, se non ricordo male). Toni Damiani, assieme a Gianfry (Gianfranco Varin) e Roberto Urbano, restano dei miei miti musicali i quali, purtroppo, non ho fatto in tempo a conoscere, anche solo per dirgli personalmente, da grande appassionato del folklore musicale triestino, un enorme GRAZIE per tutto quanto da loro inciso. Questi artisti da me nominati, mi hanno regalato -e continuano a regalarmi ad ogni ascolto dei loro pezzi e delle loro voci- grandissime emozioni. Ancora tante scuse per il ritardo della pubblicazione del Suo commento (ho messo la moderazione ai commenti per evitare spam o gente maleducata e volgare), per la mia altrettanto ritardataria risposta, e per la lunghezza della stessa. Un caro saluto e grazie per il gradito commento.

René

Posta un commento

Accetto tutti i commenti di tutti i visitatori. Richiedo solo un po' di sana "etichetta": niente volgarità gratuite, niente insulti, niente polemiche e/o insulti a sfondo politico/religioso/razziale.
Inoltre, devo approvare i commenti prima della pubblicazione sul blog, solo per evitare spam e troll.
Infine, in questo blog non sono graditi commenti anonimi, provocatori oppure offensivi. Esiste la libertà di opinione e critica alle tesi espresse ma la si esercita firmandosi (va bene anche un nick) e, come già detto poc'anzi, con educazione.