mercoledì 25 aprile 2012

CANTA SAN GIUSTO ("Canta San Giusto dal suo campanil, l'eterno canto che toca ogni cuor... ")

Bondì, mularia mata...

Oggi vi voglio proporre una storica canzone folkloristica triestina, ancor oggi abbastanza conosciuta e cantata.

Sto parlando della famosa "CANTA SAN GIUSTO".

Nella foto, lo spartito originale della canzone "Canta San Giusto". Spartito che veniva allegato all'allora popolarissimo giornale satirico-pupazzettato "Marameo", sponsor dei concorsi di canzonette popolari triestine.

Guido Nattek (talvolta italianizzato in Natti), nacque a Trieste nel 1896, e scomparve nel 1963.

Musicista, si diplomò al Conservatorio di Trieste e all'Accademia di Santa Cecilia.

Fu maestro di musica e canto nelle scuole e nei ricreatori.
Dirigeva cori, bande, orchestre, e, fra gli anni '20 e '60, partecipò molte volte ai vari concorsi di canzonette popolari, e in generale, a concorsi di musica leggera, riscuotendo successi e premi anche a livello nazionale.

Nattek, compose veramente di tutto, dalla musica corale alle operette, dai brani sinfonici alle fiabe per bambini. Ed infine, compose pure un'opera.

"Canta San Giusto" (con testo di Ernesto Zollia), dedicata al Santo Patrono della città di Trieste, vinse il primo premio al concorso di canzonette triestine indetto dal giornale satirico-pupazzettato "Marameo", nel 1928.




Qui di seguito pubblico il testo della canzone:


Canta San Giusto

Parole di Ernesto Zollia
Musica di Guido Nattek-Natti

I

I veci brontola
che i tempi xe cambiai.
No xe piu` maschere,
no xe piu` carnevai,
Che come in tempi andai
sta nostra gioventù
no se diverti e non la canta più.


 Ritornello
 

Canta San Giusto dal suo campanil
l'eterno canto che toca ogni cuor
Trieste tuta xe un canto gentil
che ghe somiglia al profumo de un fior!
Canta la Bora, le onde del mar 

e le sirene che ciama al lavor,
Una canzon che nissun sa cantar
Trieste tuta xe un canto de amor! 


II

Se desso i giovini
xe mati drio el balon.
Se fin le suocere
se ga tajà el cocon,
Se dura sta passion
pel jazz e pel simi,
el nostro canto dunque xe fini!

Ritornello

Canta San Giusto dal suo campanil
l'eterno canto che toca ogni cuor
Trieste tuta xe un canto gentil
che ghe somiglia al profumo de un fior!
Canta la Bora, le onde del mar 

e le sirene che ciama al lavor,
Una canzon che nissun sa cantar
Trieste tuta xe un canto de amor! 


Viene qui presentata nella versione del cantautore triestino Lorenzo Pilat, in un simpatico videoclip di cinquant'anni dopo (videoclip promozionale del terzo lp folkloristico di Pilat, "Io, Trieste" del 1978), con protagonista lo stesso Pilat, ed un'invadente signora:



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Ala prossima...


     René

4 commenti:

doriano ha detto...

Ecco mi volessi saver dove iera messa la frase della canzonetta che sentivo cantar de picio diseva anche i veci brontola ecc "no xe più bori no xe più brustolai" dove la iera messa o xe un'altra canzon?

doriano ha detto...

ecco , volessi saver nella canzonetta "E anche i veci brontola che i tempi xe cambiai , no xe più maschere no xe più carnevai", sentivo de picio cantar anche : "no xe più bori, no xe più brustolai" ... dove iera 'sta frase che non la vedo qua o iera un'altra version? grazie - Doriano

doriano ha detto...

e scusè me ricordo anca che mi mare cantava in seconda parte dopo "Canta san giusto col suo campanil ... : "E i veci brontola che i tempi xe cambiai, no xe più bori no xe più brustolai, xe come questa gioventù la xe andada e no la torna più"

René ha detto...

Buongiorno. Credo si tratti di una variante popolare del brano; come tutti i brani popolari di successo, pure "Canta San Giusto" contiene molte strofe modificate dalla gente. Persino io, in questo stesso blog, di tal brano ho pubblicato una mia versione-parodia modernizzata (intitolata "Canta San Giusto 2.0"). Un caro saluto, e grazie dei Suoi commenti.

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