Questa Alabarda, posta sulle tibie
incrociate del Jolly Rogers, non deve indurvi in errore.
Questa
Alabarda, in realtà, significa "Speranza"!
E'
una bandiera di ribellione, proprio come quella degli storici pirati del 1700,
ma in senso positivo; ribellione
ad un sistema marcio (non solo triestino) che dura da molti, troppi anni.
Una
bandiera triestina, certamente, ma anche di battaglia... una battaglia giusta
per i propri principi riconosciuti e non negoziabili, anima compresa!
A
volte sono un romanticone, ma sono fermamente convinto che lo schifo che c'è in questo mondo troppo corrotto si possa spazzare via con la
consapevolezza di un grande futuro alle spalle (la nostra Grande Storia, sempre
presente e tuttora attuale e rinnovabile).
Questa
è una bandiera che in mare aperto è temuta, ma solo da chi indossa una maschera
per coprire il vero volto del proprio cuore nero.
Questo
è il mio vessillo personale, ma aperto a tutti coloro che hanno un gran cuore e
non si spezzeranno mai di fronte a niente e nessuno, contando sulla coerenza
della propria forza spirituale.
Concedetemi ancora una volta un piccolo fuori tema (ma nemmeno tanto fuori tema, poiché inserirò alcuni ritagli di giornali triestini)... un piccolo ma sincero fuori tema per ricordare quello che per me e per tanti resta il più grande performer del XX° secolo: ELVIS ARON PRESLEY !
Oggi, 16 agosto 2013, cade l'anniversario della sua scomparsa.
Il sottoscritto, sin dalla più remota infanzia ha sempre preferito ballare a ritmo di rock con addosso ai piedi delle "scarpette di cuoio scamosciato blu"... nel senso che mentre i miei piccoli coetanei si divertivano a girare attorno alle sedie dell'asilo, in un simpatico gioco, ascoltando "Il ballo del Qua-Qua", io ho sempre preferito la musica di Elvis. Mio padre mi diede "l'imprinting" tramite l'ascolto dei suoi numerosi dischi 45 e 33 giri. Vinili di ogni più svariato genere; dalla canzone triestina alla melodia italiana. Dalle marce austroungariche al blues. Dal country al rock. Dal latinoamericano al jazz. Dalla musica operistica alla musica classica. Dal gospel alla musica popolare, ecc... Insomma (delle somme dei somari della Somalia), posso dire di esser venuto su musicalmente OK !
Però... l'artista che sin da subito mi colpì, fu proprio Elvis Presley. Un interprete magico che sapeva cantare veramente di tutto, ogni genere, ogni canzone. E' sbagliatissimo che venga ricordato solamente come "Re del Rock". Fu certamente il primo innovatore e precursore della musica moderna, sia pop che rock, però ridurre Elvis ad un semplice fenomeno commerciale, secondo me è errato. Andrebbe ricordato più spesso, per l'appunto, che Elvis fu un interprete assolutamente completo, grazie ad un talento ed una tecnica vocale (diaframma e testa) più che eccelsa (e non ha mai fatto scuole di canto). Inoltre, si arrangiava anche con gli strumenti, poiché fu un ottimo chitarrista ritmico ed un discreto pianista. Elvis era anche un gran cultore di musica; conosceva ed apprezzava la musica classica e quella operistica, ed una volta suonò anche la "Moonlight Sonata" di Ludwig van Beethoven.
Ma sono solo brevi considerazioni le mie che vogliono solo commemorare e rendere giustizia ad un mio grande mito di sempre... e siccome lui per me e per tanti fans continua a vivere (tramite la sua splendida voce e la sua musica), il mio pupolo di questo post raffigura proprio un possibile Elvis odierno che, ancora vivo e vegeto alla bella età di 78 anni, come tante persone della sua età ripensa -non senza una punta di malinconia malcelata- alla sua giovinezza sfavillante e strepitosa, quando l'American Dream dei favolosi anni '50 era una piacevolissima realtà, scandita da una musica modernissima (ancor oggi) che sembrava provenire da un altro universo. Una realtà tutta da vivere e da gustare a mille e più all'ora!!!!
Più sotto, aggiungo alcuni ritagli di giornale risalenti a quel triste 16 agosto 1977... tra i quali vi sono anche due ritagli tratti dal quotidiano locale "Il Piccolo" di Trieste. Tali ritagli sono disponibili grazie all'amico Bruno Pause, ex conduttore radiofonico triestino, ma soprattutto uno dei più grandi collezionisti elvisiani al mondo, nonché grande esperto di vinili e tantissime altre cose belle dei tempi che furono. Infine, aggiungo un paio di videoclip musicali dello stesso Elvis, che spero gradirete (l'ultimo video è sottotitolato in lingua italiana, grazie alle bravissime Vali e Teresa, che saluto).
Intanto, già che ci sono, vi segnalo anche il bellissimo blog, tutto dedicato ad Elvis, gestito dall'amico Roberto "Robbè" di Roma. E' grazie al suo incoraggiamento che, due anni fa esatti, decisi di aprire questo mio blog triestino. Ecco qui il blog di Robbè: CLICCATE QUI SOPRA E... ROCK ON!
El titolo xe scherzoso, oviamente. O anca no, fe' voi.
Quel che xe certo xe el fato che de quasi un mese el blog xe fermo. Volevo solo dir che presto torno e che go molà (oltre che per la caldana :D ) per via dei impegni mii dela vita.
Fra na setimana o anca men dovessi gaver de novo momenti liberi per riagiornar el blog. Anca perchè de qua fin l'autuno go 'ssai novità, anca interessanti a livel de ricordi e de tradizioni triestine.
Intanto, ve conzo un vecio pupolo che, me par, no go ancora postado. Xe un dei primi loghi (disegnadi nel domilaeoto) pensadi per un futuro blog (che po xe vignudo... ecolo qua). El stesso pupoloto che se pol veder sul mio profil personal, quel co' le info tecniche. Un pupolo-logo rafigurante el nostro amado Campanon de San Giusto e el suo melon. Pupolo co el qual ve saludo, dandove apuntamento al più presto. Grazie ancora per l'atenzion.
Solo un piccolo ricordo "pupoloso" (cioè un mio disegno) di una gran brava persona, a mio modesto avviso.
Posso dirlo con sicurezza, perché ebbi la fortuna di conoscerlo da vicino, collaborando anche con lui in un affiatato gruppo giovanile che si proponeva come una piccola fucina di idee per creare eventi e tante altre cose belle proprio per i giovani.
Sto parlando del professor Roberto Damiani (scomparso non molti anni fa), ex Vicesindaco di Trieste, ma soprattutto grande uomo di cultura e persona assolutamente affabile, alla mano, sempre disponibile con tutti e aperto al confronto. Un uomo di cultura... di grandissima e vasta cultura, che mise le sue conoscenze a totale servizio della città; mostre, eventi e tant'altro caratterizzarono il suo mandato come Vicesindaco e Assessore alla Cultura. In quel periodo, come per incanto, Trieste ritornò realmente protagonista anche al di fuori delle realtà locali, attirando turisti da ogni dove e stuzzicando lo stesso cittadino che si trovò una città finalmente all'altezza della sua classe, storia ed eleganza tutta mitteleuropea.
Sia ben chiaro, nulla di politico con questo mio post, ma solamente un mio ricordo della persona, attraverso un mio vecchio pupolo del 2001 (non troppo perfetto tecnicamente, ma è un pupolo informale)... un pupolo dove si vedono due mule sospinte da una bora potentissima che, prepotentemente, soffia di fronte alla Cattedrale di San Giusto. In primo piano, lui, Roberto Damiani, mentre sospira di come sarebbe bello arrivare a Roma (all'epoca si era candidato per il Parlamento), ma al tempo stesso sospirando malinconicamente perché a Roma non potrebbe più vedere le mule triestine (con le gonne alzate dalla bora!!!). Una vignetta simpatica, ma non troppo elaborata, come scritto poc'anzi (all'epoca la disegnai di getto, così, tanto per l'effetto comico). Chissà, forse lassù una cravatta gialla sorride sempre, con quel suo sorriso tipicamente bonario e autentico da buon amico della porta accanto !
Solo un breve ma doveroso post per festeggiare i 75 anni compiuti proprio oggi, lunedì 24 giugno 2013, da un vero e proprio mito triestino: Lorenzo Pilat !
75 anni a testa alta e musica sempre rock !!!
75 anni senza mai una caduta di stile artistica ed umana !!!
75 anni... e tanti, tanti anni ancora di musica, poesia, divertimento e sano morbin !!!
AUGURISSIMI LORENZO !
Qui sotto un mio pupolo augurale, raffigurante un giovane Pilat di fine anni '70:
Oggi vi voglio parlare della conosciutissima (non solo dai triestini)
canzone popolare "La mula de Parenzo".
Canzone prevalentemente triestina, però notissima anche in tutta
Italia.
La canzone nacque più di due secoli fa (fine del '700) come una
semplice barcarola istroveneta, probabilmente intonata dai pescatori polesani
che a loro volta l'avranno sentita fischiettare da pescatori veneti.
Inizialmente, la canzone si intitolava "La goba de Parenzo".
Non si è mai saputo chi fosse questa famosa ragazza, né se fosse
"goba" o "drita". Però sembra sia esistita realmente.
Sicuramente sarà stata, come dice la canzone, una venditrice della
cittadina istriana, poi inserita come "protagonista" di questa
barcarola che era solo strumentale.
E non era comunque completa.
Inizialmente, il testo faceva solamente:
"La mula de Parenzo
ga messo su botega
de tutto la vendeva, de tutto la vendeva... "
E finiva più o meno così, ripetendo il tutto ad libitum
Più avanti, come capita in tutte le canzoni popolari di tradizione
orale, qualcuno decise di continuare le strofe iniziali.
La canzone, così, s'allungò con "el bacalà che no xe in
vendita"...
Quindi:
"La mula de Parenzo
ga messo su botega
de tutto la vendeva, de tutto la vendeva
La mula de Parenzo
ga messo su botega
de tutto la vendeva, fora che 'l bacalà... "
Con un bel ZAN-ZAN finale a chiudere la strofa del baccalà!
Qualche tempo dopo, qualcun altro decise che quel ZAN-ZAN finale non
andava bene, così si decise di aggiungere un'altra strofetta. E cosa si poteva
aggiungere per terminare la musica? Ovviamente la frase "percheeé non
m'aaaamiii piuuuù !!!"
E cosa c'entra "perché non m'ami più!" ?
Assolutamente niente, però si lega bene con la metrica del testo e la
musica, quindi va bene così. Difatti, la tradizione orale di un popolo si
protrae nel tempo, aggiungendo e/o togliendo qualcosa al frammento precedente,
sia esso un frammento di testo, canzone o altro.
Anche le leggende più famose differiscono in alcuni particolari, a
seconda dei luoghi e dei tempi, proprio perché le stesse leggende vengono
abbandonate e poi riprese da altri lungo la strada.
Intanto il tempo passava e questa canzone si diffondeva sempre di più
tra i vari pescatori ed anche il contado, arrivando sempre più in alto, verso
Trieste. Siamo ormai alla fine del 19° secolo.
Altre strofe di vario tipo (a doppio senso, a scherzo, a narrazione di
un modo di dire, ecc... ) si aggiungevano negli anni, tipo:
"Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade, oi mama che tociade...
Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade, polenta e bacalà, perché non m'ami più!!!"
Nel mezzo della canzone, qualcuno inserì una marcetta asburgica. Le
marce asburgiche di fine '800 erano terreno fertile per le rivisitazioni
popolari, soprattutto da parte dei triestini. Quasi tutte le canzoni popolari e
folkloristiche triestine derivano originariamente da marce austroungariche che
venivano suonate in Piazza Grande, solitamente alla domenica.
Su una di esse nacque la famosa:
"Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marietadamele sul canapè...
Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!... "
Così le varie strofette si completavano con questo intermezzo di
marcia, suonato però a tempo di valzerino.
A inizio 1900 la canzone "La mula de Parenzo" è già
parecchio conosciuta a Trieste, dove entra con forza a far parte del repertorio
popolare e folkloristico della città di San Giusto.
Però la canzone è piacevole, orecchiabilissima, ha brio, s'impara
subito... tutte qualità che portarono questo celeberrimo brano anche al di
fuori del territorio di nordest. Questo avvenne intorno agli anni '20 - '30.
Successive incisioni da parte di noti cantanti degli anni '60 (come la Gigliola
Cinquetti, ad esempio) resero tale canzone un must del repertorio popolare
nazionale.
Qui di seguito vi propongo il testo assieme ad un mio pupolo/disegno in tema.
P.s.: Essendo un testo pieno di
varianti, questo che vi propongo io non è certamente il testo completo, ma spero basti.
LA MULA DE PARENZO (Popolare)
I.
La mula de Parenzo
ga messo su botega;
de tuto la vendeva,
de tuto la vendeva...
La mula de Parenzo
ga messo su botega;
de tuto la vendeva,
fora che 'l bacalà!
Perché non m'ami più?
Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marietadamele sul canapè...
Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...
II.
Tutti mi chiamano "bionda"
ma bionda io non sono:
porto i capelli neri,
porto i capelli neri...
Tutti mi chiamano "bionda"
ma bionda io non sono:
porto i capelli neri,
sinceri nell'amor.
Perché non m'ami più?
Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marietadamele sul canapè...
Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...
III.
Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade,
oi mama che tociade...
Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade,
polenta e bacalà!
Perché non m'ami più?
Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marietadamele sul canapè...
Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...
IV.
Sinceri nell'amore,
sinceri negli amanti:
ne go passadi tanti,
ne go passadi tanti...
Sinceri nell'amore,
sinceri negli amanti:
ne go passadi tanti,
e passerò anche te!
Perché non m'ami più?
Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marietadamele sul canapè...
Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...
V.
La mia morosa xe vecia
la tegno de riserva;
e quando spunta l'erba,
e quando spunta l'erba...
La mia morosa xe vecia
la tegno de riserva;
e quando spunta l'erba,
la meno a pascolar!
Perché non m'ami più?
Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marietadamele sul canapè...
Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...
VI.
Se 'l mare fussi de vino
e i laghi de marsala,
tuta la vita in bala,
tuta la vita in bala...
Se 'l mare fussi de vino
e i laghi de marsala,
tuta la vita in bala,
polenta e bacalà!
Perché non m'ami più?
Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marietadamele sul canapè...
Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...
VII.
Soto le tue finestre
son distirado sui sassi;
butime zo' i stramazzi
butime zo' i stramazzi...
Soto le tue finestre
son distirado sui sassi;
butime zo' i stramazzi,
che dormirò più ben!
Perché non m'ami più?
Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marietadamele sul canapè...
Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...
VIII.
Soto le tue finestre
son distirado sul'erba;
butime zo' la serva,
butime zo' la serva...
Soto le tue finestre
son distirado sul'erba;
butime zo' la serva,
che dormirò più ben!
Perché non m'ami più?
Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marietadamele sul canapè...
Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...
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Qui, invece, vi propongo l'audio della versione triestina incisa nel
1973 da Lorenzo Pilat (Pilade) nel suo LP folkloristico "Trieste
matta":