mercoledì 12 giugno 2013

LA MULA DE PARENZO: NASCITA DELLA CANZONE POPOLARE !





Bondì, mularia mata...

Oggi vi voglio parlare della conosciutissima (non solo dai triestini) canzone popolare "La mula de Parenzo".

Canzone prevalentemente triestina, però notissima anche in tutta Italia.

La canzone nacque più di due secoli fa (fine del '700) come una semplice barcarola istroveneta, probabilmente intonata dai pescatori polesani che a loro volta l'avranno sentita fischiettare da pescatori veneti. Inizialmente, la canzone si intitolava "La goba de Parenzo".
Non si è mai saputo chi fosse questa famosa ragazza, né se fosse "goba" o "drita". Però sembra sia esistita realmente.

Sicuramente sarà stata, come dice la canzone, una venditrice della cittadina istriana, poi inserita come "protagonista" di questa barcarola che era solo strumentale.

E non era comunque completa.

Inizialmente, il testo faceva solamente:

"La mula de Parenzo
ga messo su botega
de tutto la vendeva, de tutto la vendeva... "

E finiva più o meno così, ripetendo il tutto ad libitum

Più avanti, come capita in tutte le canzoni popolari di tradizione orale, qualcuno decise di continuare le strofe iniziali.
La canzone, così, s'allungò con "el bacalà che no xe in vendita"...

Quindi:

"La mula de Parenzo
ga messo su botega
de tutto la vendeva, de tutto la vendeva

La mula de Parenzo
ga messo su botega
de tutto la vendeva, fora che 'l bacalà... "

Con un bel ZAN-ZAN finale a chiudere la strofa del baccalà!

Qualche tempo dopo, qualcun altro decise che quel ZAN-ZAN finale non andava bene, così si decise di aggiungere un'altra strofetta. E cosa si poteva aggiungere per terminare la musica? Ovviamente la frase "percheeé non m'aaaamiii piuuuù !!!"

E cosa c'entra "perché non m'ami più!" ?

Assolutamente niente, però si lega bene con la metrica del testo e la musica, quindi va bene così. Difatti, la tradizione orale di un popolo si protrae nel tempo, aggiungendo e/o togliendo qualcosa al frammento precedente, sia esso un frammento di testo, canzone o altro.
Anche le leggende più famose differiscono in alcuni particolari, a seconda dei luoghi e dei tempi, proprio perché le stesse leggende vengono abbandonate e poi riprese da altri lungo la strada.

Intanto il tempo passava e questa canzone si diffondeva sempre di più tra i vari pescatori ed anche il contado, arrivando sempre più in alto, verso Trieste. Siamo ormai alla fine del 19° secolo.

Altre strofe di vario tipo (a doppio senso, a scherzo, a narrazione di un modo di dire, ecc... ) si aggiungevano negli anni, tipo:

"Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade, oi mama che tociade...

Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade, polenta e bacalà, perché non m'ami più!!!"

Nel mezzo della canzone, qualcuno inserì una marcetta asburgica. Le marce asburgiche di fine '800 erano terreno fertile per le rivisitazioni popolari, soprattutto da parte dei triestini. Quasi tutte le canzoni popolari e folkloristiche triestine derivano originariamente da marce austroungariche che venivano suonate in Piazza Grande, solitamente alla domenica.

Su una di esse nacque la famosa:

"Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!... "

Così le varie strofette si completavano con questo intermezzo di marcia, suonato però a tempo di valzerino.

A inizio 1900 la canzone "La mula de Parenzo" è già parecchio conosciuta a Trieste, dove entra con forza a far parte del repertorio popolare e folkloristico della città di San Giusto.

Però la canzone è piacevole, orecchiabilissima, ha brio, s'impara subito... tutte qualità che portarono questo celeberrimo brano anche al di fuori del territorio di nordest. Questo avvenne intorno agli anni '20 - '30. Successive incisioni da parte di noti cantanti degli anni '60 (come la Gigliola Cinquetti, ad esempio) resero tale canzone un must del repertorio popolare nazionale.

Qui di seguito vi propongo il testo assieme ad un mio pupolo/disegno in tema.

P.s.:  Essendo un testo pieno di varianti, questo che vi propongo io non è certamente il testo completo, ma spero basti.




LA MULA DE PARENZO (Popolare)

  I.

La mula de Parenzo
ga messo su botega;
de tuto la vendeva,
de tuto la vendeva...

La mula de Parenzo
ga messo su botega;
de tuto la vendeva,
fora che 'l bacalà!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  II.

Tutti mi chiamano "bionda"
ma bionda io non sono:
porto i capelli neri,
porto i capelli neri...

Tutti mi chiamano "bionda"
ma bionda io non sono:
porto i capelli neri,
sinceri nell'amor.

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  III.

Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade,
oi mama che tociade...

Se el mar fussi de tocio
e i monti de polenta
oi mama che tociade,
polenta e bacalà!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  IV.

Sinceri nell'amore,
sinceri negli amanti:
ne go passadi tanti,
ne go passadi tanti...

Sinceri nell'amore,
sinceri negli amanti:
ne go passadi tanti,
e passerò anche te!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  V.

La mia morosa xe vecia
la tegno de riserva;
e quando spunta l'erba,
e quando spunta l'erba...

La mia morosa xe vecia
la tegno de riserva;
e quando spunta l'erba,
la meno a pascolar!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  VI.

Se 'l mare fussi de vino
e i laghi de marsala,
tuta la vita in bala,
tuta la vita in bala...

Se 'l mare fussi de vino
e i laghi de marsala,
tuta la vita in bala,
polenta e bacalà!

Perché non m'ami più? 

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

  VII.

Soto le tue finestre
son distirado sui sassi;
butime zo' i stramazzi
butime zo' i stramazzi...

Soto le tue finestre
son distirado sui sassi;
butime zo' i stramazzi,
che dormirò più ben!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

   VIII.

Soto le tue finestre
son distirado sul'erba;
butime zo' la serva,
butime zo' la serva...

Soto le tue finestre
son distirado sul'erba;
butime zo' la serva,
che dormirò più ben!

Perché non m'ami più?

Me piasi i bigoli co' le luganighe
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele sul canapè, Marieta  damele sul canapè...

Me piasi i bigoli co' le luganighe,
Marieta damele sul canapè,
Marieta damele per carità, per carità!...

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Qui, invece, vi propongo l'audio della versione triestina incisa nel 1973 da Lorenzo Pilat (Pilade) nel suo LP folkloristico "Trieste matta":



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Ala prossima...

    
       René

domenica 19 maggio 2013

UN MIO PICCOLO OMAGGIO A GIANFRY (GIANFRANCO VARIN) E LINO CARPINTERI

Bondì, dopo più di un mese torno sul blog... ma avrei voluto ritornarci con il sorriso... e invece no, invece voglio davvero tornarci con il sorriso nonostante l'argomento triste.

Questo mese di maggio 2013, ci ha portato due lutti, uno a poca distanza dall'altro; la scomparsa, in ancor giovane età, di Gianfry (al secolo Gianfranco Varin) e di Lino Carpinteri.

Però, come scritto poc'anzi, voglio omaggiarli con la caratteristica tipica di questi due grandi personaggi triestini, ovvero il sorriso.

Inizio con Gianfry, vigile del fuoco, musicista e cabarettista eclettico, scomparso per un improvviso malore a soli 46 anni.


 Gianfry, alla fine degli anni '90, si fece conoscere al pubblico triestino (dopo una lunga gavetta nei locali) -assieme ad altri mitici performer come Flavio Furian, el Mago de Umago, i Bandomat e Oscar Chersa (per citarne solo alcuni)- portando sin da subito una personale ventata di novità in un genere, quello della musica e del cabaret dialettale, da troppo tempo addormentato sugli allori dei bei tempi che furono.
Numerose furono anche le sue ospitate alla Sagra di Campanelle (che no xe Costalunga), sempre in compagnia del Mago de Umago, amico e partner artistico.
Personalmente, pur avendo piacevolmente assistito a numerose delle performance di quest'artista, non l'ho mai conosciuto, purtroppo. Purtroppo, perché conoscendo altri artisti locali suoi amici, ho constatato che Gianfry era la persona che traspariva da tutti i suoi spettacoli dal vivo e dai suoi cd-show; una grande persona a livello umano, estrosa e simpaticamente "patoca" !!!

Quindi, come dicevo, ecco un piccolo omaggio (grazie a Youtube), doveroso su questo blog che tratta la triestinità più pura.

Parto con il primo video... un video amatoriale, girato nel 1995. Oltre a Gianfry, troviamo il già citato Oscar Chersa ed altri noti e bravissimi musicisti triestini (per problemi di questa cacchio di piattaforma blogger da due lire, cliccate sul link per visualizzare il video):

fracar qua pel video


 Infine, una bellissima ballata sulle osterie, incisa da Gianfry qualche tempo fa:



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E adesso, passiamo ad un altro grande, scomparso alla bella età di 89 anni; Lino Carpinteri !

Penso che tutti i triestini, non solo quelli d'una certa età ma pure i più giovani, sappiano chi sia stato per la cultura ed il giornalismo di Trieste, questo straordinario personaggio... 

Come non ricordarlo senza il suo amato amico e collega, ovvero Mariano Faraguna? 

 

Decenni e decenni di sorrisi, attraverso le pagine satiriche del "Caleidoscopio" prima e de "La Cittadella" poi. Successivamente, la fortunata serie delle Maldobrie, del Noneto, del Fio de mama e di tutti i personaggi della radio ("El Campanon") e del teatro dialettale.

Quindi è d'uopo ricordarlo con qualche maldobria:



Ecco, questo mio piccolo ed umile omaggio a due grandissimi.

P.s.: La figura di Lino Carpinteri merita più attenzione anch'essa. Mi riservo di parlarne più accuratamente in un futuro post in tema.

Alla prossima

      René