domenica 27 gennaio 2013

1973 - 2013: QUARANT'ANNI DI LORENZO PILAT A TRIESTE !!!




Bondì, mularia mata...

Come da titolo, son passati ben quarant'anni ! Quarant'anni da quando uscì un disco.



Il disco, un LP 33 giri, s'intitolava "TRIESTE MATTA", ed era il primo disco del nostro Lorenzo Pilat, dedicato espressamente alle tradizionali canzoni folkloristiche triestine.

Un evento importante, anche se potrebbe non sembrarlo.

Tutto iniziò nel 1971, quando Pilat registrò un programma di canzoni popolari diretto da Vittorio Salvetti, l'indimenticato patron del Festivalbar (Pilat, vinse proprio la primissima edizione della popolarissima rassegna canora, in quel di Asiago, nel lontano 1964).
Il programma, realizzato per la Rai, non andò mai in onda, ma Salvetti, colpito dal modo verace e particolare adottato dal Pilat per interpretare alcuni pezzi popolari, consigliò quest'ultimo di provare a realizzare un disco esclusivamente dedicato al folklore popolare.



Fin da piccino, Lorenzo Pilat è sempre stato un cultore dell'anima musicale di Trieste.
Così, decise di realizzare, per l'appunto, un disco di canzoni folk .
Nel 1972, ogni qualvolta ripassava da Milano a Trieste, imbracciava la sua chitarra acustica a tracolla per poi girare come un bucolico trovatore, attraverso osterie e piazze triestine, alla ricerca di anziani che potessero cantargli qualche canzonetta dimenticata del bel tempo andato.
Non appena scovava un testo inedito e/o perduto, si metteva a trascrivere il tutto su fogli di carta, trascrivendo anche gli accordi e/o la melodia.



Finite le trascrizioni, dopo un lungo lavoro fatto anche e soprattutto di documentazione storica, Pilat aggiungeva un arrangiamento personale, modernizzando il tutto, ma senza stravolgere l'atmosfera originale di ogni singolo brano, anzi.

Non solo, ma da bravo autore (di livello nazionale ed internazionale), con la sua sensibilità ed ispirazione scrisse alcuni brani propri, personali ed impegnati, ma sempre utilizzando il dialetto triestino !



Nacque così l'LP "Trieste matta".
Fu registrato da Pilat assieme ad alcuni suoi amici musicisti, anch'essi triestini. Prima di partire con le incisioni, Pilat ed i suoi si scolarono qualche bicchierino, così, giusto per ottenere nel disco quell'atmosfera goliardica e pura dei canti collettivi da compagnia triestina.   



Dentro al disco vennero inseriti canti e marce allegre come "Da Trieste fino a Zara", "El Tran de Opcina", ecc..
Ma anche intensi brani d'autore come "Co' son lontan de ti (Trieste mia)" di quell'indimenticabile duo di autori triestini che erano Publio Carniel e Raimondo Cornet.



Fra i brani composti dallo stesso Pilat, su tutti svettò, sin da subito, la stupenda "Lassime star cussì". Una canzone romantica e disperata, che narra di un uomo maturo sconfitto in amore e che per questo non sa o non vuole più amare, per non dover incontrare di nuovo la scure tagliente del rimpianto e della solitudine.   

 

Quando l'incisione terminò, l'lp (sotto marchio CBS) venne presentato in grande stile al Circolo della Stampa di Milano, all'inizio del 1973.
Tra i presenti molti vip, tra i quali i calciatori Cesare "Cece" Maldini e Gianni Rivera.



Durante la vernice, Pilat si esibì in un miniconcerto, accompagnandosi con la sua storica ed inseparabillissima chitarra elettrica Fender Telecaster !



Questo lp, il primo di tre dello stesso genere, ottenne a Trieste un effetto bomba. Vuoi per la particolare verve, vuoi per i brani dimenticati e riportati alla luce, ma soprattutto per l'aggiunta di strumentazioni moderne come chitarre elettriche distorte, tastiere e batteria, la città di Trieste riscoprì, soprattutto attraverso i più giovani, il proprio attaccamento al folklore che, negli anni, si era un bel po' perduto.



Da allora, Lorenzo Pilat divenne il principale portabandiera della Trieste popolare da ballare e cantare in compagnia.




Da allora non ci fu estate a Trieste e dintorni senza la sua presenza carismatica e "pazzoide" (nel senso più positivo del termine). Un cantastorie scatenatissimo, capace di trascinare un foltissimo pubblico di tutte le età in canti popolari e folkloristici triestini, sempre abbinati ad alcuni rock 'n roll americani (altra passionaccia del Pilade).



Un appuntamento attesissimo era sempre la storica "Sagra dela Sardela" che si teneva puntualmente, ogni estate, dagli anni '70 sino al 1989, o nello spazio antistante il Magazzino Vini (di fronte all'ex Pescheria Centrale) o sulla punta del Molo Pescheria.
Solo negli anni '80, si potevano registrare punte di spettatori tra le 2000 e le 2500 unità.



Senza contare le varie partecipazioni televisive locali, con programmi sempre incentrati sul nostro bel folklore musicale. Interviste con esibizioni live radiofoniche (ne ricordo una ad "Alto livello", nel segmento "Trieste dal vivo", programma condotto una trentina d'anni fa dal comune amico e collezionista Bruno Pause) e persino spettacoli natalizi per bambini. 

 

E tutto il resto è ormai storia !... 
Lorenzo Pilat, ispirò un seguito di musicisti ed appassionati, a Trieste e non solo. Ancor oggi, a ben quarant'anni di distanza, non c'è gita, non c'è occasione conviviale dove non si cantino le sue canzoni più conosciute, come "Finanziere" o "La cavala zelante", ecc...

E lui, il buon Lorenzo, è sempre qui, oramai un vero e proprio mito!
Tuttora in forma vocale ed espressiva, nonostante pure per lui gli anni iniziano a fuggir sempre più lontano, assieme alla bora ed ai ricordi migliori di una città che, nonostante la propria devastazione attuale, estetica, sociale e morale, riesce ancora a ritrovare la sua grandissima anima interiore, anche grazie alla magica musicalità ed alla verve di Pilat.



Termino questo mio ricordo con un paio di videoslide di alcune delle canzoni di "Trieste matta", dandovi appuntamento al prossimo post.

Un caro saluto e buon ascolto !!!


Da Trieste fino a Zara (popolare):



Lassime star cussì (Pilat):



El Tran de Opcina (popolare):


Un bicer de dalmato (popolare):



Lassime star cussì (Pilat) LIVE 1989:

 

       René  
        

sabato 26 gennaio 2013

"PONTELOSCO STORY 6" - TOPOLIN MORBIN PRESENTA "PONTEBUFFO" AL POSTO DEL "PONTECORTO" !


Bondì, mularia mata...

Continua la saga del Pontelosco, ovvero il Pontec*rto (autocensura, a scanso di querele), ovvero quella cosa in mezzo al canal Ponterosso, dalla stessa aulica grazia di un palazzo Inail di fronte al Teatro Romano... insomma (delle somme dei somari della Somalia), la passerella ormai assurta a witz nazionalpopolare (per le puntate precedenti della saga CLICCARE QUI   ).

Viste le continue polemiche, accuse, accise, acciughe, acciacchi, ecc.., il nostro eroe Disneyan-patoco, ovvero il noto TOPOgrafo Topolin Morbin, ha deciso di presentare, assieme a zio Walt (?) ed al sottoscritto sottoscrivente (e sempre controproducente nonché impertinente), il nuovo progetto di passerella, a nostro modesto avviso molto più pratico, esaltante e dalla misura allungabile a piacimento, ovvero il PONTEBUFFO !

Il PONTEBUFFO è un ponte gonfiabile, abbastanza armonioso e, perlomeno, rimovibile all'istante e riutilizzabile come toboga acquatico per sollazzare le lunghe (queste sì, per fortuna) estati triestine.

Dunque, ecco a vobis gaudium magna magnus il mirabilissimo et supersuperissimo progetto del PONTEBUFFO, qui presentato nel mio pupolo sottostante:

  
Alla prossima puntata puntatissima della telenovela più appassionante e telenovelissima del secolo or ora in corso !!!!

   René

martedì 8 gennaio 2013

8 GENNAIO 1935 - ELVIS 78th Birthday

Bondì, mularia mata...

Vista l'influenza che mi affligge, solo un breve aggiornamento dedicato ad Elvis Presley... il quale compirebbe ben 78 anni proprio oggi, se... se non fosse che, come sappiamo, egli non è più fra noi da un bel po'.

Ecco un mio pupolo (disegnato nel 2008), per ricordare sempre colui che, per me e per molti, resta il numero 1 !

  

E per finire, un bel brano, stavolta di stampo country, risalente al 1971 (tratto dallo splendido concept album "Elvis Country") :



  
   René

mercoledì 2 gennaio 2013

PER ELISA ... !



Buondì...

Il 2013 è alfin giunto !

Per entrare in questo nuovo anno, voglio postarvi un mio pupolo - disegno "fuori tema" ed un mio scritto, dedicati ad una stupenda ragazza conosciuta anni fa... Elisa !



Una breve, mistica transazione dalle lande triestine a quelle tibetane, laddove il gran silenzio è rotto soltanto dai Mantra dei monaci buddisti assorti nelle sacre preghiere.
Intorno a loro, solo le nuvole a portata di mano, che si rincorrono l'un con l'altra, quasi come bambini giocherelloni, in mezzo all'impressionante vastità, apparentemente senza fine, delle catene montuose dell'Himalaya.

Ed Elisa, per l'appunto, che appare in primo piano come uno spirito sensuale ed evanescente allo stesso tempo, sotto la luce del Mandala della saggezza e della fortuna.

Perché la spiritualità, a volte, non va ricercata in un tempio... il corpo stesso è un tempio ! 




L'EVANESCENZA DI ELISA

Osservo una via
calda, fosca ed evanescente,
apparirmi come d'incanto
nel mio onirico presente ...

Ci cammino sopra appena,
tanto è tattile e duro 
nella sua evanescenza,
l'asfalto bollente nella sua magniloquenza ...

Quanti Giardini dell'Anima ho rivisto
ripercorrendo questa piacevole via,
dondolato in un sogno immenso senza tempo
nella sua evanescenza che ora è pure mia ...

Il fondo è dritto e sicuro,
la tenebra si tinge già d'azzurro 
Nel deserto del mio cuore amaro
il gran leone ora ruggisce, sincero !

Dove sia ubicata questa via
nessuno lo sa ...
se a Calcutta o Trieste,
importanza non ha !

Adesso vedo due occhi azzurri
li osservo da non molto lontano
Sono gli occhi di Elisa ...
è questo il nome di questa bellissima via !! ...

In una stanza di bambagia
una dolcissima fanciulla ora s'adagia
tra i Mandala ancora vivi
e fiori di pesco  profumati di giovinezza ...

Sospeso in un sogno,
il sogno marinaro di Venezia,
bagnato dalla sua acquatica
e ondosa evanescenza ...

Pian piano la notte fugge via
rincorsa dal Maestrale del mattino
Sperando che gli occhi azzurri
non ritornino evanescenza al mio risveglio ...

Dondola e scricchiola
questa evanescenza nel mio cuor
come uno scrigno, una bambola
o un qualcosa che non so ...

All'arrivo inatteso del nuovo sole
ancor silenzioso e sognatore
resta il mio cammino ...
Impararlo ad amare, con calma, ora devo ! ...

     René  



    

  

          René