A Trieste, esiste un argomento poco o nulla affrontato da storici ed appassionati di cronaca triestina d'altri tempi... il cosiddetto fenomeno delle "case chiuse".
Un tessuto storico ricco di oscuri ricami, perduti nelle pieghe delle antiche memorie oramai sparse qui e là in consunte frattaglie di tempo.
Io mi limiterò solo ad un breve excursus dedicato esclusivamente al XX° secolo, essendo già presenti su internet da qualche tempo alcune informazioni storiche più dettagliate riguardo i postriboli più antichi esistenti a Trieste già in epoca medievale.
La gran parte di questi bordelli triestini si trovavano nella zona di Cittavecchia, e conobbero il loro massimo splendore nel periodo a cavallo tra il primo '900 ed il secondo dopoguerra, fino all'avvento della Legge Merlin.
Ogni vicolo, ogni via da Cavana fino a sotto il colle capitolino di San Giusto, pullulava di questi angoli di mondo, dove chiunque poteva trovare un proprio sfogo, non solo fisico ma anche psichico.
I bordelli più frequentati si trovavano in Via dell'Altana, Via del Fico, Via del Fortino, Via delle Beccherie Vecchie ed infine Via dei Capitelli. Ma tanti altri sorgevano un po' dappertutto tra le zone di Cavana e Riborgo.
Notissima era la "Villa Orientale", situata in via Bonomo. Uno dei bordelli più "sciccosi", del quale possiamo vedere, qui sotto, un'immagine d'epoca pubblicata su una cartolina non viaggiata (la cartolina è di proprietà del signor Dario Fontana, che ringrazio):
Grande fama tra gli anni venti e gli anni '40 riscosse la casa di tolleranza chiamata "La Francese", situata fino al 1958 in Via dei Capitelli n. 6.
Uno dei biglietti da visita della casa La Francese:
Considerata come una delle più chic, distribuiva ai propri clienti un biglietto da visita in 4 lingue.
Qui sotto un mio disegno, raffigurante l'interno de La Francese, durante una serata "allegra" di alcuni militari fascisti del 1932 (come sempre cliccare sulle immagini per visualizzarle in grande):
Recentemente, una decina d'anni fa circa, durante i lavori di restauro del Piano Urban, sono riaffiorati alcuni antichi affreschi ottocenteschi, raffiguranti donne desnude. Tali dipinti invogliavano il cliente durante l'attesa del proprio turno.
Un altro famoso bordello era il "Metro Cubo", situato in Via del Fortino. Esso era il bordello più lurido ed infimo, e pure piccolo (da qui il nome), ma molto apprezzato dal grandissimo scrittore irlandese James Joyce, durante la sua permanenza a Trieste.
Quando Trieste era occupata dai tedeschi, nell'atrio della stazione ferroviaria esisteva un elenco di case di tolleranza autorizzate. Tale elenco serviva soprattutto ai militari, i quali vi potevano poi accedere con regolare permesso rilasciato dal proprio comando. Ovviamente anche sotto l'amministrazione anglo-americana, le prostitute erano sempre munite di un obbligatorio salvacondotto sanitario rilasciato dalla Questura.
Qui sotto libretto sanitario tedesco, rilasciato a Trieste per le case di tolleranza:
Sempre nel periodo anglo-americano, alcuni bordelli venivano segnalati "Off Limits", tramite apposite X cerchiate dipinte sui muri vicino alle entrate di tali bordelli proibiti alle truppe.
Qui sotto due foto dell'epoca, con i simboli "Off Limits".. la prima in Via del Fortino, vicino Cavana, e la seconda in Via del Fico:
Negli anni della seconda guerra mondiale, nella zona di Cittavecchia, dove vi era un fitto numero di postriboli, vi era una ragazza, muta dalla nascita, conosciuta per l'appunto solo come "la muta".
Essa conobbe la fama soprattutto negli anni del dopoguerra, allorquando i soldati anglo-americani usavano spesso "passare un po' di buon tempo libero" in quei luoghi dimenticati da Dio, qual erano i bordelli.
Dopo l'avvento della sopracitata Legge Merlin, la "Muta" ed altre sue colleghe continuarono il "mestiere più antico del mondo" in semiclandestinità, in proprio.
Oltre alla "Muta", vi erano anche altre due famose prostitute, nominate la "Garibaldina" e la "Bersagliera".
Qui sotto, un mio pupolo raffigurante la "Muta" e un militare del TRUST in... "libera uscita"!!! :D
Tutte e tre usavano spesso e volentieri "procacciarsi clientela", attacando bottone all'antica "Trattoria La Grotta", e successivamente al vicino "Bar de Lucia".
Il bar, situato all'angolo tra l'inizio di Via dei Capitelli, Cavana e Via delle Beccherie Vecchie, chiuse i battenti nei primi anni '80. In quest'ultimo lasso di tempo, non era raro incontrare durante il giorno alcune prostitute dell'epoca d'oro, oramai invecchiate, tra cui la "Muta", ma anche la Bersagliera. Quest'ultima riconoscibile dai capelli tinti in un nero scurissimo, ed un pesantissimo trucco, nonostante l'età avanzata. Inoltre si portava sempre dietro un piccolo mangiadischi degli anni '60, dove inseriva continuamente dei 45 giri con canzoni patriottiche, e soprattutto la "Canzone dei Bersaglieri", suonata in continuazione (da qui il curioso soprannome in tema). Fumava, beveva e rideva sempre, ogni giorno con ogni tempo.
Qui sotto il "Bar de Lucia" negli anni '70 e successivamente alla fine degli '80, oramai abbandonato e totalmente ricoperto da numerosi graffiti variopinti, sui quali dominava la simpatica intestazione goliardica "Fulminelli Street". Nel 2001 l'intero palazzo è stato ristrutturato, diventando l'attuale sede della "Casa della Musica"!
La "muta" forse è ancora viva... qualcuno asserì di averla vista, oramai anzianissima, ancora in giro in Via S.Michele, fino al 2005 circa.
René
Un tessuto storico ricco di oscuri ricami, perduti nelle pieghe delle antiche memorie oramai sparse qui e là in consunte frattaglie di tempo.
Io mi limiterò solo ad un breve excursus dedicato esclusivamente al XX° secolo, essendo già presenti su internet da qualche tempo alcune informazioni storiche più dettagliate riguardo i postriboli più antichi esistenti a Trieste già in epoca medievale.
La gran parte di questi bordelli triestini si trovavano nella zona di Cittavecchia, e conobbero il loro massimo splendore nel periodo a cavallo tra il primo '900 ed il secondo dopoguerra, fino all'avvento della Legge Merlin.
Ogni vicolo, ogni via da Cavana fino a sotto il colle capitolino di San Giusto, pullulava di questi angoli di mondo, dove chiunque poteva trovare un proprio sfogo, non solo fisico ma anche psichico.
I bordelli più frequentati si trovavano in Via dell'Altana, Via del Fico, Via del Fortino, Via delle Beccherie Vecchie ed infine Via dei Capitelli. Ma tanti altri sorgevano un po' dappertutto tra le zone di Cavana e Riborgo.
Notissima era la "Villa Orientale", situata in via Bonomo. Uno dei bordelli più "sciccosi", del quale possiamo vedere, qui sotto, un'immagine d'epoca pubblicata su una cartolina non viaggiata (la cartolina è di proprietà del signor Dario Fontana, che ringrazio):
Grande fama tra gli anni venti e gli anni '40 riscosse la casa di tolleranza chiamata "La Francese", situata fino al 1958 in Via dei Capitelli n. 6.
Uno dei biglietti da visita della casa La Francese:
Considerata come una delle più chic, distribuiva ai propri clienti un biglietto da visita in 4 lingue.
Qui sotto un mio disegno, raffigurante l'interno de La Francese, durante una serata "allegra" di alcuni militari fascisti del 1932 (come sempre cliccare sulle immagini per visualizzarle in grande):
Recentemente, una decina d'anni fa circa, durante i lavori di restauro del Piano Urban, sono riaffiorati alcuni antichi affreschi ottocenteschi, raffiguranti donne desnude. Tali dipinti invogliavano il cliente durante l'attesa del proprio turno.
Un altro famoso bordello era il "Metro Cubo", situato in Via del Fortino. Esso era il bordello più lurido ed infimo, e pure piccolo (da qui il nome), ma molto apprezzato dal grandissimo scrittore irlandese James Joyce, durante la sua permanenza a Trieste.
Quando Trieste era occupata dai tedeschi, nell'atrio della stazione ferroviaria esisteva un elenco di case di tolleranza autorizzate. Tale elenco serviva soprattutto ai militari, i quali vi potevano poi accedere con regolare permesso rilasciato dal proprio comando. Ovviamente anche sotto l'amministrazione anglo-americana, le prostitute erano sempre munite di un obbligatorio salvacondotto sanitario rilasciato dalla Questura.
Qui sotto libretto sanitario tedesco, rilasciato a Trieste per le case di tolleranza:
Sempre nel periodo anglo-americano, alcuni bordelli venivano segnalati "Off Limits", tramite apposite X cerchiate dipinte sui muri vicino alle entrate di tali bordelli proibiti alle truppe.
Qui sotto due foto dell'epoca, con i simboli "Off Limits".. la prima in Via del Fortino, vicino Cavana, e la seconda in Via del Fico:
Negli anni della seconda guerra mondiale, nella zona di Cittavecchia, dove vi era un fitto numero di postriboli, vi era una ragazza, muta dalla nascita, conosciuta per l'appunto solo come "la muta".
Essa conobbe la fama soprattutto negli anni del dopoguerra, allorquando i soldati anglo-americani usavano spesso "passare un po' di buon tempo libero" in quei luoghi dimenticati da Dio, qual erano i bordelli.
Dopo l'avvento della sopracitata Legge Merlin, la "Muta" ed altre sue colleghe continuarono il "mestiere più antico del mondo" in semiclandestinità, in proprio.
Oltre alla "Muta", vi erano anche altre due famose prostitute, nominate la "Garibaldina" e la "Bersagliera".
Qui sotto, un mio pupolo raffigurante la "Muta" e un militare del TRUST in... "libera uscita"!!! :D
Tutte e tre usavano spesso e volentieri "procacciarsi clientela", attacando bottone all'antica "Trattoria La Grotta", e successivamente al vicino "Bar de Lucia".
Il bar, situato all'angolo tra l'inizio di Via dei Capitelli, Cavana e Via delle Beccherie Vecchie, chiuse i battenti nei primi anni '80. In quest'ultimo lasso di tempo, non era raro incontrare durante il giorno alcune prostitute dell'epoca d'oro, oramai invecchiate, tra cui la "Muta", ma anche la Bersagliera. Quest'ultima riconoscibile dai capelli tinti in un nero scurissimo, ed un pesantissimo trucco, nonostante l'età avanzata. Inoltre si portava sempre dietro un piccolo mangiadischi degli anni '60, dove inseriva continuamente dei 45 giri con canzoni patriottiche, e soprattutto la "Canzone dei Bersaglieri", suonata in continuazione (da qui il curioso soprannome in tema). Fumava, beveva e rideva sempre, ogni giorno con ogni tempo.
Qui sotto il "Bar de Lucia" negli anni '70 e successivamente alla fine degli '80, oramai abbandonato e totalmente ricoperto da numerosi graffiti variopinti, sui quali dominava la simpatica intestazione goliardica "Fulminelli Street". Nel 2001 l'intero palazzo è stato ristrutturato, diventando l'attuale sede della "Casa della Musica"!
La "muta" forse è ancora viva... qualcuno asserì di averla vista, oramai anzianissima, ancora in giro in Via S.Michele, fino al 2005 circa.
René
88 commenti:
che poi el deto "tu mare grega!" deriva proprio dal fatto che gran parte delle signorine iera de orgine greca...
Daniel
Xè vero!
Iera sia greghe, sia balcaniche.
Al'epoca (anni '30, '40 e '50) el "magnacia" più conossudo de Trieste, che "gestiva" anca la Muta, iera un certo "Totò lo slavo".
Un saludo
bel posto..bele robe de saver ben fato
Fantastico!...complimenti per i articoli detagliadi e per le foto, un otimo sito....grazie
Grazie a te!
Un saluto
veramente un bravo mulo...
ottimo lavoro
complimenti !
Ero un ragazzo all' epoca ma..... STUPENDO e bei tempi.
MI CHIAMO DAVIDE SCARPA DELLA PROV. DI PORDENONE VORREI INFORMARLA, CHE HO RITROVATO DELLE VECCHIE LOCANDINE SU PERGAMENA, CON TANTO DI BOLLO E TIMBRO DELLA PREFETTURA, TRA CUI ANCHE UN PAIO DELLA "CASA DELLA MUTA", può vederle sul mio profilo di FACEBOOK saluti
Buongiorno sig. Scarpa
Perdoni il ritardo nel risponderLe. Ho visto le foto, interessanti. Ha per caso delle foto di qualche interno delle "case chiuse" triestine? Se sì, sarebbe favorevole ad un'eventuale pubblicazione di alcune di esse su questo blog, ovviamente con il Suo permesso, citando la fonte?
Un saluto, e grazie per il commento
bravo è un ottimo lavore per far conoscere la grande Trieste!
Grazie
Grazie a lei.
Un saluto
manca da citare la principessa così detta per origini alto borghesi che ancora sulla breccia negli anni 60-70 quasi ottantenne faceva ancora dei servizietti manuali ai giovanotti non ancora maggiorenni con qualche centinaio di vecchie lire.A ricordarlo sembra preistoria.Vecio testimone d'epoca.saluti
Grazie per la preziosissima testimonianza... ne avevo sentito parlare della "principessa", ma senza fonti sicure sottomano, ho preferito lasciarla fuori dall'articolo.
Un altro piccolo ed interessante pezzettino di storia triestina è stato aggiunto... grazie ancora!
Ricambio i saluti.
la muta è viva e prende il caffè ogni mattina in torrefazione, in cavana, naturalmente.
Brava René, bel lavoro e anche utile direi ....
Due domande, dove trovo notizie su case chiuse, postriboli e cussì via a Trieste? Nela terza foto se vedi l'inizio de via Cattedrale con la picia casa che fa canton con via dela Bora, cossa anche quela iera una casa chiusa? Xe una curiosità perche de picio stavo là de casa.
Spero che la pol iutarme so no pecà.
Grazie e saluti.
Tuto sai bel.
c'e' stato un suo "avvistamento" con tanto di progetti e carte bollate. una fine imprenditrice, e non scherzo :-)
Buongiorno... in che senso, scusi ?
Rispondo anche, scusandomi per il megaritardo, all'anonimo precedente che mi chiedeva alcune informazioni.
La casa di via della bora, no, non era un postribolo.
Mentre per saperne qualcosa di più nella rete, consiglio quest'ottimo articolo del giornalista Erné:
http://www.radicalifvg.it/case_chiuse1.html
Anonimo de via dela Bora ringrazia.
Saluti.
Ciao mi son Berto de Lucia. Dal 78 all' 85 gestivo il " BAR DE lucia" che iera de3 mia mamma, adesso go 51 anni ma go passà i più bei anni della mia vita. Un saluto a tutti quei che me ga conosù,viventi e non. Se poderia tornar indrio, rifaria tutto quel che go fatto. alle prossime. se volete scrivetemi ciaooo!! BERTO
Sior Berto, bonasera... felicissimo de legerla. Colgo inanzituto l'ocasion per na picia auto-corezion.
In tel'articolo dela Muta, go scrito che el suo bar iera in origine la "Trattoria alla Grotta", ma credo che sta tratoria, forsi, la iera na roba a parte che no ghe entrava con el bar. Quindi, ghe chiedo conferma.
E po', ringraziandola per la visita e el comento, aprofito ancora dela sua gentileza per chiederghe se la ga tempo, piazer, voia de contarne qualche anedoto in tema, opur anca qualche episodio cocolo e/o particolare capitado durante la sua gestion.
Grazie ancora, un saludo
buongiorno son berto del bar lucia de via capitelli, se la vol podemo incontrarse e raccontarse qualcosa davanti ad un tazza!volentieri che posso contar qualche episodio cocolo e ricordar i vecchi tempi. La grotta iera in p.zza cavana vicin ristorante cavana di fronte se zampolli gelateria. il ristorante iera de proprieta de mia zia e ancora oggi.saluti alla prossima. mi posso esser libero de domenica pomeriggio
Ghe son rivà per poco iera un svogo per le rabiade in casa pecà proprio pecà
Mi go un ricordo de una notizia de 20/25 anni fa de una certa signora Cavalieri e Cavaliero che xe stada copada in carso; questa signora iera una prostituta de una certa età nota come la muta.
A qualchedun altro ghe risulta?
LA MUTA GAVEVA UN FIO CHE NOI NATURALMENTE CIAMAVIMO EL MUTO
La muta e' ancora viva a 88 anni e abita sempre in via fortino.Il suo nome e' Irene P.Lo so perche' le ho fatto un lavoretto......maligni,un lavoro di restauro nel suo appartamento.E molto generosa e simpatica.Si fa accompagnare da una badante per problemi alle gambe.Per cavana e' una icona.Ciao Irene e buona fortuna
Buongiorno Renè, vorrei informazioni su una foto pubblicata nel blog (cavana off limits). Vorrei sapere dove posso trovarla ad una risoluzione maggiore. Help!
Mi servirebbe la bellissima foto di cavana off limits. Mi sai aiutare su dove trovarla ad una risoluzione maggiore?
Grazie, ciao
Se poderia saver do robe?Una perchè i la ciamava la Garibaldina,e l'altra non la ga una foto de la tabela co le tarife?Mi zercherò de procurarla..ma intanto. Go scoperto solo ogi sto sito,come amante del folklor de la nostra Trieste:complimenti spero de poder mandar cualcossa sul tema in seguito,grazie per l'ospitalità. Per no esser anonimo,son Salvatore Cicala-e mail: elcicala@libero.it
Confermo che (LA MUTA) xe viva,mi go lavora' in fabbrica col fio della muta,e durante el terremoto del friuli el xe anda' volontario con un gruppo de colleghi de lavor a darghe una man ai furlani.
Son salvatore Cicala,(tore)vedo che te son un mulo sveo,me piaseria conosserte per regalarte un mio libro che se intitola"400 scherzi da fare agli amici o con gli amici" xe tanta roba Triestina in mezo ,scherzi inventai de mi e no,xe anca un poco de anedotica ani 60,70,80 90!roba spiritosa che ti credo te piasi.
Se te ga tempo un giorno te lo porto e te ofro el cafe,gaveria ssai piazer!ciao e scusa se te go roto tore. e mail- elcicala@libero.it tespeto ciao.
Grazie al signor Cicala (le ho risposto anche sul post qui: http://triestepatoca.blogspot.it/2011/08/blog-dedicato-trieste-e-non-solo.html?showComment=1350851793681#c858601669602583284 ) e a tutti gli altri.
Gentile signora Grazia, la foto di Via del Fortino con la scritta "Off Limits" è molto comune in giro per la rete (io l'ho trovata lì), ma non saprei dirle la fonte originaria, mi dispiace.
Spero comunque di esserLe stato d'aiuto, scusandomi con Lei e con gli altri anche per il ritardo nella pubblicazione dei vostri ultimi commenti... purtroppo sono stato un po' malmesso (l'ultimo di tre malanni beccati in quest'anno per me infelice a livello di salute), così non ho potuto arrivar qui prima.
Un caro saluto a tutti e grazie ancora di cuore, anche e soprattutto per le news sulla Muta e non solo.
mi quando iero mulo sonavo alla gotta gestida da Tarantino assieme alla moglie che fazeva caramai ripieni meravigliosi. Le babe che frequentava el local iera Fiorella, la Tedesca, Maria, e altre che no me ricordo i nomi. Iera bei ani. Ogni sera iera marienri e Pinuccia e Franca bocalona gaveva assai lavor. Grazie per veverme fato ricordar la gioventù.
Una di queste signore indossava sempre un basco, azzurro se non ricordo male,e noi la chiamavamo "la baschiera". Chi se la ricorda e può confermare?
http://www.youtube.com/watch?v=NXT_pg_RiJI
confermo la muta seviva sta male e la se parona de mesa cavana e la badante se una bela furbeta che la spera de ciapar tuto eheeheheheheheheheh
che bella sorpresa questo tuo blog.... voilà, messo nei preferiti ed ora...inizia la lettura :-)
Quela col basco i la ciamava la "milanese" la gaveva i cavei come cordele sempre onti, mi iero zovine, son del 49', ela la iera sempre dove xe el Cristo in Cavana e la dimostrava de eser sai vecia, ma ala mia età 14/15 anni anca una de 50 iera vecissima x mi ;)
No so se iera altre col basco.
Ciao René
Grazie, Ines (anche dell'altro commento sul post dela poesia) !!!
Grazie ancora anche a tutti gli altri commentatori.
Un saluto
Nei bei tempi del dopo guera, mi co' la fisarmonica e mio cugin co' 'l violin acompagnavimo l'artista, cantante Pinucia nel local «A l'Antica Grota» e peca' che ga durado poco perché me son imbarca' e son spari' de Trieste per diversi ani. Ma el ricordo xe sempre vivo ! el mariner
nel disegno la mora in P.P. non parla triestino, ma istriano o veneto. In triestino non si dice " ti ga sentio", ma TE GA SENTI' o TE GA SENTIDO. Ma forse l'errore è voluto per ricordare che nei postriboli le ragazze provenivano da ogni parte d'Italia.
"nel disegno la mora in P.P. non parla triestino, ma istriano o veneto. In triestino non si dice " ti ga sentio", ma TE GA SENTI' o TE GA SENTIDO. Ma forse l'errore è voluto per ricordare che nei postriboli le ragazze provenivano da ogni parte d'Italia."
"Ufficialmente" l'errore è voluto per ricordare che nei postriboli le ragazze provenivano da ogni parte d'Italia.
In realtà è una mia cappellona dialettale !!! :)
Domando scusa e ringrazio di averlo fatto notare. La vignetta risale al 2001 (faceva parte di un mio fumetto dedicato all'Omo Vespa) e siccome tale vignetta è ambientata dentro la casa chiusa "La Francese" -citata in questo post del blog- avevo deciso di pubblicarla come pupolo in tema, senza però badare alla frase pronunciata dalla mora.
Come diceva Baudo-Gianfranco D'Angelo del mitico Drive In: "ho toppato!"
Un saluto
La "Principessa"per un perido, e' stata per noi 17-18 enni l'ultimo atto delle nostre scorribande notturne.Eravamo certi di trovarla dopo le 2 di notte,naturalmente in Cavana,quando gli ultimi bar chiudevano.Ottantenne o giu' di li' e super imbellettata si deliziava
gioiosamente a raccontare a noi giovani che le facevamo capannello attorno,dei suoi gloriosi tempi passati,conditi di cavalli e carrozze, retaggio di una nobile nascita, ed altolocata vita vissuta in giovinezza.
Vestiva con una ricercata patetica eleganza con abiti vecchi,talvolta sdruciti,e spesso sfoggiava un basco nero appoggiato sulle ventitre'sui capelli tinti di chiaro.
Noi si ascoltava,era come leggere un libro di storie antiche,si scherzava e si rideva con quella vecchia puttana sempre gentile e sorridente.Non l'abbiamo mai presa in giro per le sue storie,vere o false che fossero state.La "Principessa"e' esistita eccome!
78enne cancro+cancro nato con la luna piena che canta al mondo la sua gioia di VIVERE e ricordare le poche volte che ho visitato i vari paradisi (case chiuse) chiusi da un infame Legge Merlin , come sempre i politici sono i peggiori nemici del popolo.
C'era stat0 sconcerto quando arrivarono i partigiani,.ma il barese si arrangio , dando in affitto le stanze che davano sulla piazza alla redazione della rivista Il progresso e quando suonavano americani e negri qualcuno doveva dire "next door" accennando alle stanze sul retro .Ma ben presto la Military police appose alla casa l'Out of bounds"
ho scritto del casino di piazz Ponterosso 2 ma non so se e' andato a buon fine
"ho scritto del casino di piazz Ponterosso 2 ma non so se e' andato a buon fine"
No, purtroppo non c'è... c'è solo il commento precedente sul barese.
Se potrebbe gentilmente ripostarlo, sarebbe graditissimo.
Grazie ancora, un saluto
La Muta... Che bei tempi, che ricordi! :
Iera el 1957 e abitavo a Sistiana - mio pare gaveva ciolto in afito un Local. Gavevo 14 anni, e un mio amico, camerier al Savoia, co la Vespa me ga portà in Cavana. Iera za mezanote, la baba (nel senso bon de la parola), la iera sentada al bar Vito e no la voleva savèrghene. La zercava de dir: "Andè via, son stanca...".
Po', dopo el quinto tentativo, la ne ga portà a casa sua, in via Fortino n. 8 - camera, un picio salotin, e forsi anche el condoto ma no me ricordo-.
Xe sta la mia prima vota!!
Le case chuse (casini) erano una cosa bella io all'epoca avevo 18 anni è ho potuto usofrire solo due anni poi gli hanno chusi, pe me è stato una nave scuola la signorina ce frecuentavo mi ha insegnato tutti i trcchi per far godere la donna, mi ha servito nella vita cognugale con tantta sodisvazione per tutti e due, ora ho 50 anni di matrimonio e lo faciamo ancora anche se poco ma con grande sodisvazione per tutti e due. Ora per me non serve più ma li dovrebbero aprirli di nuovo per la gioventu meno malatie e molta esperienza, prche nessuna donna ti insegnerà l'arte dll'amore con la A maiuscola. grazie a tutti, un settantaseienne cha augura a tutti tanta felicità nellamore
A proposito de "La Muta - Che bei tempi, che ricordi!", desidero fare una 'Errata corrige' circa l'esclamazione finale "Xe sta la mia prima vota!". Naturalmente volevo scrivere: "Xe sta la mia prima volta!"
E adesso due domande...:
1) xe qualchidun che se ricorda de "Piuma Verde?" Una signora anziana, sempre in capel e spesso con una piumeta verde. Podessi forse esser "La Pricipessa"?
2) Qualchidun ga notizie de "Aurelia"? - Una bela mula mora (quela volta), de origine zingana, che nei anni ' 63 / ' 64, la bateva visavì del Savoia e in Piazza Hortis?
Cari saluti a tutti.
Ari
La "muta" ci ha lasciato oggi alla veneranda età di 91 anni
ma gavè letto l'articolo del Piccolo de ogi 23-04-2014 sule case chiuse e sul decesso dela muta?
Letto, letto... R.I.P. Muta
Bongiorno, mi son un giovanoto, go apena 60 ani, perciò gran parte de quel che se parla xe de quando che iero ancora in braghe de nono. Però de muleto giravo tanto, de giorno e de sera e me ricordo ben de la muta e de la bersagliera. Do vece ma sempre con quela anda de baboni, fin in ultimo, per noi, che ierimo poco più che fioi, iera come incontrar la legenda, fazevimo finta de gnente ma a pensar che i nostri fradei più grandi, magari i papà e forsi anche qualche nono se le gaveva fuligade ne vigniva de rider, però iera rispeto, chissà anche amiraziòn. Conto ste robe perchè go i oci lustri a ricordarme dele emozioni che provavo quela volta, ogi niente no fa più niente, nè le mulete che a sedise ani par bucai, nè le vece tute trucade come paiazi.
Ciao Renè complimenti per il blog e i "pupoli".
Ma per quanto riguarda «Il Metro Cubo» la casa di tolleranza
apprezzato da Joyce, vedo vari indirizzi per questa casa;
Il vostro blog Via del Fortino
Museo Joyce; Via Del Pane, 2 (con tanto di mappa google, Itinerari Joyce a Trieste)
http://www.museojoycetrieste.it/itinerario-joyce/
Ufficio Turistico FVG piegevole Pdf
Trieste sulle orme di Joyce. N° 13 Casa di tolleranza “Il metro cubo” /
Brothel Via della Pescheria 7
http://hotelcolombiatrieste.com/wp-content/uploads/2013/12/Trieste_joyce.pdf
Fiumetriesteblogspot
Un altro famoso bordello era il "Metro Cubo", situato in
Via della Pescheria al numero 7
http://fiumetrieste.blogspot.it/2013/12/nelle-citta-di-mare-non-mancavano-mai-i.html#.VGXikWd0zs0
forse qualcuno sa quale era l’indirizzo corretto??
grazie
Grazie del commento.
Credo che, negli anni, si sia fatta un po' di confusione. Per quanto riguarda l'indirizzo da me fornito, la mia fonte è lo storico Livio Grassi.
Però adesso son nel dubbio pure io (non si smette mai di imparare). Domanderò in giro. Nel frattempo, chi ha notizie precise sull'indirizzo del "Metrocubo", e anche altri aneddoti/storie in tema, le scriva pure qui.
Grazie ancora, un saluto a tutti quanti i visitatori ed i commentatori.
A me risulta che in via Carmelitani c'era un locale chiamato Fapabru che era l'acronimo dei nomi dei gestori e, cioè, Fabio, Patrizia e Bruno ( FA ,PA,BRU). Questo lo so perché' ero amico e collega di Fabio Alfeo, un personaggio poliedrico, purtroppo scomparso nel 2006. Conoscevo anche il fratello Bruno, detto Baciucchi, il quale aveva o ha ancora
una trattoria nei pressi del Giardino Pubblico. Desidero quindi sapere se c'è attinenza , più o meno voluta con i personaggi di cui sopra. Complimenti per per il blog. Grazie e cordiali saluti.
Scusa se uso il posto per i commenti sui casini di Trieste, ma quello del Fapabru non funziona
la muta iera la più sgaia ma ghe iera anche altre molto brave!
esiste qualche foto della muta giovane?sei si dove posso vederla? grazie
ricordo che ghe iera una sala de aspetto nella quale i visitatori aspettava, ma quel che me incuriosiva tanto iera un salottin proprio vizin alle scale che portava alle camere, e ricordo che qualche volta la tenutaria faseva entrar qualche d'un in questo salottin e la tirava una tenda perche no se vedessi chi che iera!
"esiste qualche foto della muta giovane?sei si dove posso vederla? grazie"
Esiste, eccome! La sto cercando anch'io. Proverò a domandare al giornalista Claudio Erné, poi vi farò sapere (entro una settimana o due, circa, a partire da oggi sabato 3 ottobre 2015)
la go conosuda nel 1954 penso che la gaveva 30 anni ve assicuro che la iera molto bella!
la prima foto sul blog pol esser la foto de Mara? una delle ragazze di via fortino?
La prima foto credo la sia estera (credo francese), e comunque dei primi del '900. La gavevo messa perché in tema e, sopratuto, libera da copyright.
Un saludo
Boh, posso aggiunger el mio comento sula muta. Mi no go gnanca quaranta ani ma me ricordo che una volta mio papà rinvagava con qualchedun i veci tempi e i se ga meso a parlar de sta fantomatica muta... I contava che la riceveva i clienti in un apartamentin in zona Cavana, che iera le scale per 'ndar su e che la gaveva un portinaio. El portinaio domandava "Muli gavè 18 ani?" E a risposta afermativa li fazeva acomodar in un salotin che fungeva da sala de atesa (che poi la magiore età iera a ventiun quela volta, non so se dicioto xe sta una svista nel raconto o che altro...).
E insoma la i spetava ognidun el proprio turno (che robe.. no poderia mai pensar de far la fila...).
E po' el contava che i 'ndava de ela perchè la domandava 1000 lire e che la iera 'ssai bela, che ghe ne iera altre bele ma le domandava 3000-5000 lire, o senò anziane brute per anche de meno.
A livelo de ani, credo che se parli dei primi '60.
Oviamente sto discorso xe stado senza saver che mi gavevo sentù, mi gavevo 16 o 18 ani all'epoca de sta ciacola, e abilmente gavevo intercettà le robe interesanti.
E dopo xe suceso ancora un fato, doveva eser i primi ani 2000, ierimo in un local e mio pare la vedi de fora, che la sta per entrar, e per farme mona el me ga spedi a verzerghe la porta, "Ara quela siora anziana, iutila!". Go visto i suoi due amici, e anche lu, come su l'atenti! E mi iuto sta siora a entrar e co la me ringrazia per un pel che no gavessi volu scomparir. Iera ela, cusì go avudo l'onor de conosserla (non in senso biblico... eh!)
E desso legendo qua sto blog per la prima volta e vedendo che benedeti sia ela che lui (mio pare..) i se defunti nel steso ano, go voludo lassar sta testimonianza... Mio pare xe sta un bravo omo, e penso anche ela.
Ancora e sempre Grazie Mille a tutti i lettori e/o visitatori del blog, per le Vostre interessantissime testimonianze. Un caro saluto :)
René, autore-pupolatore del blog "Trieste patoca".
ma te ga trovà la foto della Muta=
Purtropo no. :(
Go provà a domandar anca a un del Picolo; el me ga confermado che de qualche parte ghe xe sta foto, ma che bisognassi saver in quale archivio. Xe tanti archivi privadi de vece foto de Trieste scatade de un o più fotografi professionisti (me vien inamente Opiglia, o anca Wulz, per citar quei più famosi de tanti anni fa). Inoltre, nel fratempo me xe vignudo el dubio; anca se la rivassi trovar, la podessi publicar? Perché se ghe xe un o più parenti, sti qua i podessi anca no esser d'acordo per la publicazion. Ehhh, al momento xe un poco longhi. Ma spero che sta foto la salti fora, perché son curioso anca mi, sinceramente.
Saludi
Me permeto de scriverve alcune note, la muta gaveva do fioi, un iera Sandro detto Negro, mulatto, bel mulo, che vigniva ai topolini nei ani '70, parlava in dialeto, altro iera un biondo alto e sgionfo, con un anelaz al dedo, e che non me ricordo el nome. Ela la gaveva comprado tuta la casa che iera el vecio casin de via Fortino. Una che gavè forsi nominado, iera la zingana, belisima baba, la stava in Aldraga, e mi ghe portavo la bombola de gas a casa, me ricordo che la me gaveva mostrado le foto de co' la iera mula, un vero splendor, e forsi ultima de Cavana, iera la sgionfa de v. dela Pescheria, fino ai ani '90, la lavorava ancora, ma podesi contar tante storie, lavoravo proprio in Cavana tra '60 e '70, bei tempi, un saludo, bel blog
Grazie pe' i anedoti interessantissimi. Se la ga altre de contarme/contarne, son/saremo ben felici de legerli !!
Un saludo
TRIESTE BELLISSIMA CITTA' DOVE HO ABITATO FINO AL 1993 MI SENTO META' ROMANO LA MIA CITTA' DI NASCITA E L'ALTRA META' TRIESTINO IN QUANTO LA MIA DEFUNTA MADRE TRIESTINA ,TRIESTE UNA CITTA' RICCA DI CULTURA ED HA SEMPRE UNO STUPENDO FASCINO INDELEBILE CI VADO SPESSO X LAVORO MA MI RATTRISTA VEDERLA IN QUESTO TOTALE ABBANDONO
Una sera gavemo deciso de andar in casin, mah... vedemo, go pensa'. Via del Fortino, subito a sinistra, quasi difronte a la Casa della Musica. Un porton a due ante, se verzi una finestrela e una dona guarda fora, ierimo in cinque o sei, la verzi la porta e la fa entrar uno ala volta, mi iero ultimo, gavevo sedici ani, magrolin, co xe el mio turno la me guarda e la me fa "va casa picio", e la me sera el porton. Grazie a la Merlin me manchera' per sempre quela esperienza, che pero' xe sempre una esperienza de casin.
in uno de sti casini iera Roseta che ghe domandava la carta d'identita' ai muli e un mio amico furbetto se gaveva cambia' la data de nascita, ela lo guardava con un sorisetto e la ghe diseva : va su va picio! la el se incontrava con una siciliana assai bela che se fazeva ciamar Vaila , ma el suo vero nome iera Rosaria.
Bravo bel lavoro coraggioso!Io sono stato Onorato Cliente della Muta il Capodanno del 68/69?14/15 anni avevo allora,in via del Pesce o del Pane non ricordo bene,anzi,mi interesserebbe saperne di più per un capitolo del mio libro,che tocca anche l'aspetto delinquenziale della mia Trieste....come ad esempio le Bande,la Banda Gionni,la Banda de Bionda,quella de Attilin,dovrò fare ricerca sui vecchi Meridiano di Trieste e il Piccolo.Buona giornata Renè!Io mi chiamo Edi Cella,sono nato in Galauca de via Montecchi drio el lavatoio,il 05/04/54.
Grazie mille, gentile signor Edi. E grazie a tutti gli altri commentatori, per le loro interessantissime e preziose testimonianze che, assieme al post, contribuiscono a fermare tanti ricordi della Trieste che fu, impedendo a tali ricordi di essere inghiottitti, ingiustamente, nell'oblio del tempo. Annuncio al signor Edi che è in preparazione un post dedicato a "Johnny" e la sua famosa banda.
Un caro saluto, e ancora un grazie di cuore a tutte le gentili lettrici e a tutti i gentili lettori, per l'affetto e la partecipazione che dimostrate. Ribadisco che la forza di questo blog è tale soprattutto con le vostre testimonianze.
Son capita' per caso nel sito .... STUPENDO !!!!
Solo per notizia ... un mio profesor de storia dell'Oberdan, vecio triestin, trattando del la storia de Trieste, diseva che "tu mare grega" vien dql fatto che, in tempi andai, alcuni siori greghi gaveva l'appalto del meretricio. Ve la dago come me la ricordo, ma penso che ghe xè un fondo de vero.
La famosa esclamazione "tu mare grega!" deriva dal fatto che gran parte delle “signorine”, che esercitava in città erano, per ovvi motivi, quasi tutte straniere, di queste si pensava che una buona parte fossero di origine greca od orientale.
Tale esclamazione, poiché il numero delle “greche” era nella realtà percentualmente molto basso, si potrebbe meglio interpretare, visto che la comunità greca e ebraica erano allora dominanti nel commercio e nella finanza a Trieste, come una sorta di epiteto rancoroso da parte delle classi cattoliche più povere.
saluti a tutti chi se ricorda de una rossa che la iera la fin del mondo e nel suo apartamenti la gaveva un specio sora el leto?
LA ROSSA!!!
Verissimo!!! Restauravimo la banca in pz.Cavana nel '93, CRT all'epoca e UniCredit adesso. Spesso andavimo a bever un bicier e a pranzar in osteria de "Giulio" in via del Pesce dove ne capitava de incontrar "la Rossa". Un anziana signora con i cavei a caschetto rossi (ovviamente tinti). Sembrava che ancora la esercitava ma solo con pochissimi affezionadi e che la iera ben nota nella zona.
Grazie a tuti quei che conta qualcosa su Trieste. Vivo da una altra parte e vegno là solo una volta ogni morte del papa. Quando che andavo al Nautico la via vel Fortino rea un'icona.
Il tuo articolo è molto bello, grazie che è entrato. Il mio nome è dora Protopapa e vi saluto da Atene.
Ciau, me ciamo Alessia, girando in cerca de foto d'epoca de Trieste go trova questo blog....bellissimo....Son nata vicin cavana nei anni 70 e me ricordo che ogni mattina passavo con mia mama e vedevo ste "signore sai truccate".
Me ricordo de una grossa coi cavei biondi e l'ombretto azzurro sui oci, una mora coi cavei lunghi e una coi cavei a caschetto rossi.. Beh, un giorno son cascada e sta ultima xe corsa a iutar mama e mi che pianzevo. ...tanto gentile ...
Ma alla fine gavé trova la foto della muta o de altre icone?? ??
Ciao, Ale. Scusa del ritardo e grazie infinite!!! Purtroppo ancora niente foto della Muta. Spero di trovarne, anche se poi dovrei però vedere se posso pubblicarla (magari i parenti/eredi non desiderano la pubblicazione di foto o cose personali). Un caro saluto a Te e a tutte le visitatrici e tutti i visitatori.
Appreciation to my father who informed me about this
webpage, this weblog is really amazing.
Nel anticamera dela muta iera un grande quadro con dele done seminude atorno un lagheto che le se lavava...iera un invito?
belle foto e bel testo, solo un appunto, il metro cubo non si trovava in via del Fortino ma in via Pescheria, dove dopo la ristrutturazione, due anni fa hanno messo una targa che fa parte delle targhe messe per ricordare gli itinerari di James Joyce
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