venerdì 18 dicembre 2020

TRIESTE 1944 - UN GIORNO DI PIOGGIA


 Buondì, mularia mata...


Un mio nuovo pupolo fumetto. 


Siamo a Trieste, nella seconda metà del Giugno 1944. Una brutta estate, segnata dall'occupazione nazista e dai bombardamenti angloamericani (notare sullo sfondo il piccolo rifugio antiaereo).

In primo piano, troviamo la dolce ma triste Serena, mentre torna a casa dalla madre, con in borsa qualcosina da mangiare. 

La vita è difficile, con Serena che ha perso il lavoro dopo l'incursione aerea del 10 Giugno scorso: bombardamento tragico, che ha in gran parte distrutto lo jutificio dove lei prestava servizio come segretaria.

Persino l'ufficiale tedesco poco distante sembra essere stanco di questa #guerra, ormai sempre più disastrosa per tutti.


Intanto le giornate scorrono, come la pioggia, lenta ed incessante, sperando che i raggi di sole futuri possano illuminare una Trieste migliore.


      René

mercoledì 11 novembre 2020

TRIESTE A FUMETTI: LA NASCITA DEI SOGNI

 

Buondì, mularia mata...


Vi chiederete del titolo un po' strano.

No, non è strano. Per me, poter disegnare la mia Trieste, trasportandola dalla realtà sulla carta, è un piccolo, grande sogno realizzato, seppur solamente per hobby... o quasi, dal momento che comunque faccio mostre qua e là, ogni tanto (riuscendo pure a realizzare qualche collaborazione con varie realtà locali e non).

Ultimamente sto realizzando un fumetto scem... ehm, goliardico, ambientato proprio qui in città. In realtà, una miniserie con brevi tavole autoconclusive.

Questa che vi propongo in due parti, sarà la vignetta d'apertura. Ho voluto riprodurre la chiesa di Santa Maria Maggiore e la vicina basilica trecentesca di San Silvestro, perché è un luogo che amo, ma che solo due volte ho disegnato (quasi vent'anni fa, ormai, nel fumetto dell'Omo Vespa).

La prima immagine è l'abbozzo, fatto quasi interamente con Trattopen, pennino di china e righello, ma alcune parti sono state realizzate precedentemente a matita. I pastelli servono solo per i toni grigi, nel finale. Comunque, in generale il tutto è fatto a mano libera.

E' sempre emozionante far nascere la mia città da un semplice foglio di carta:




Qui sotto, invece, il disegno pronto e fatto. Cosa ve ne pare? (accetto anche critiche)






 

Al più presto vi aggiornerò su questa miniserie, che appena sarà pronta verrà ovviamente pubblicata qui nel blog.


Alla prossima, ciao.


    René

martedì 20 ottobre 2020

TRIESTE - LE POESIE DELL'ARCIDUCA MASSIMILIANO D'ASBURGO LORENA by Patrick Poini

 



Buondì, mularia mata...


Con il mio pupolo fumetto qui sopra, ritraente l'arciduca d'Austria Massimiliano d'Asburgo-Lorena e sua moglie Carlotta del Belgio a Miramar (Trieste), oggi voglio segnalarvi un'ottima iniziativa di uno scrittore locale, Patrick Poini, grande appassionato delle vicende storiche relative alla Casa d'Austria e alla loro presenza nelle nostre terre.


In particolare, voglio pubblicare delle poesie scritte dall'arciduca Massimiliano d'Austria (ecco perché il titolo ed il mio pupolo in tema) che lo stesso Patrick ha ritrovato, tradotto ed inserito in un suo recentissimo libro (più sotto, mi permetto di lasciare anche il link di Amazon, per chi fosse eventualmente interessato a comprare il libro e ad approfondire).


Qui di seguito, la presentazione ufficiale. Dopo di essa, trovate un estratto di alcune poesie dell'arciduca e, infine, il link di Amazon. 

Buona lettura.

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Da Miramare a Amazon. Per la prima volta le poesie dell'arciduca Massimiliano sono state tradotte in italiano e sono disponibili in versione cartacea su Amazon e in versione digitale (mobi e epub) sui principali store come Mondadori, Feltrinelli, Kindle, Kobo, IBS.


L'iniziativa è di Patrick Poini, triestino trapiantato in Toscana, che da alcuni anni si sta concentrando sui retroscena delle vite di alcuni celebri personaggi di Casa d'Austria. Poini spiega: «È un esperimento e uno sfizio che mi sono voluto togliere, ho consultato e sto studiando tanto materiale rarissimo e interessantissimo, questo è un piccolo inizio». Già perché se nel caso delle poesie di Massimiliano si è limitato al ruolo di traduttore e curatore, Poini svela di essere l'autore di un libro sull'Imperatrice Elisabetta che uscirà nella primavera del 2021 destinato a risvegliare i numerosi amanti della sovrana: «In quel caso ho voluto a fianco una sicurezza come l'MGS Press, ci stiamo lavorando con serietà e pensiamo sia un lavoro unico nella miriade di scritti su Sissi». Proprio con una dedica che Massimiliano compose per la giovane Imperatrice il 19 ottobre del 1859 si aprono sia il lavoro originale che la selezione proposta da Poini nel nuovo libro; una cernita resa necessaria anche dalla grande mole di liriche scritte dall'arciduca, che furono stampate in ben 4 volumi. Egli scrisse ininterrottamente dai 15 anni alla vigilia dalla sua partenza da Trieste per il Messico, componeva tanto nella pace del castello di Grignano quanto tra le onde dei suoi numerosi viaggi intercontinentali concentrandosi più sui luoghi che sulle persone. La moglie Carlotta non compare mai tra le righe delle poesie di Massimiliano, mentre in alcuni componimenti ci sono lo spirito del suo primo amore Maria Amelia di Braganza e una seducente ballerina di bolero di nome Dolores.





Il libro è uscito anche in spagnolo per i numerosi messicani che ancora amano il loro biondo imperatore. 


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IL BAMBINO CHE PIANGEVA

Meligne, 12 settembre 1853


C'era un bambino seduto sul pendio della montagna

e piangeva amare, amare lacrime

e il pianto era sommesso e il pianto era lungo,

ma io non sapevo cosa desiderasse con ansia.

Guardava nella valle e singhiozzava silenzioso

da solo sull'alta cima della montagna,

non sapevo cosa volesse il poveretto,

ma il dolore può capire il dolore.

Così compresi il bambino sulla montagna,

lo guardai e provai un senso di nostalgia

ero così ferito, ero così spaventato, 

e piansi amare, amare lacrime.


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CAMELIA


Una donna stupida e fredda

con le forme del corpo perfette,

ti acceca attraverso l'aspetto,

ma non ti dona alcun balsamo profumato,

la scegli per gli occhi,

ma non dà niente al profondo dell'anima.


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MIRAMAR

22 luglio 1859


Il velo d'argento di una leggera nebbia

si stende dal mare al cielo,

e la luce lascia il posto al buio,

la notte inizia a scacciare il giorno.

Le stelle lampeggiano,

chicchi luccicanti spolverati tra le onde,

e la luna nella corsa silenziosa

arriva quieta per rischiarare.

Il silenzio si compie nella natura,

la pace scorre giù verso la terra,

sulla campagna un lieve respiro

e il mare intona il suo canto.

E quando tutto ha trovato nel ristoro

il balsamo per le ferite calde,

mi siedo lamentoso sulla spiaggia.

Tesoro, quando ti troverò!


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SCHÖNBRUNN


Un fantasma grande e forte,

ma che ha anche un cuore pieno d'amore,

questa bella costruzione a noi si mostra

domestica, familiare e tuttavia splendida.


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LINK di Amazon al libro: 

CLICCA QUI


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Per finire in bellezza, un po' di musica a tema, da ascoltare in sottofondo mentre si leggono queste poesie. 

"Rosen aus dem Süden", di Johann Strauss (figlio), nell'interpretazione live di André Rieu e la sua Orchestra:


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Alla prossima


      René

venerdì 11 settembre 2020

LA LEGGENDA DELLA CITTA' DELLE SIRENE DEL GOLFO DI TRIESTE

 



Bondì, mularia mata...

Il mio pupolo fumetto di questo post è ambientato nella metà degli anni '40, nel mare di Trieste, e raffigura un momento di quotidianità nella leggendaria città delle sirene dell'Adriatico, con in primo piano (sulla sinistra) la regina Neptunia, mentre sulla destra troviamo una delle cinque ancelle della regina, Nargissa, la più giovane e ribelle sirena della compagnia, qui ritratta dopo aver avuto una vivace discussione con la regina stessa.


Qui sotto invece la leggenda (anzi, le leggende, visto che ve ne sono più di una):


LA LEGGENDA DELLA CITTA' DELLE SIRENE DELL'ADRIATICO


Nel 1617, un galeone veneto che navigava verso ovest, a due nodi dall'insenatura di Grignano, venne attaccato da altri tre vascelli: i primi due composti da equipaggi triestini (la rivalità ultrasecolare tra Trieste e Venezia è storica) ed il terzo da pirati uscocchi.

Dal diaro di bordo di Lorenzo Venier, provveditore generale della Serenissima a capo del galeone, si legge che lo stesso galeone venne colpito e affondato da una cannonata degli uscocchi.

Il Venier riferì che mentre si trovava praticamente prigioniero nella sua cabina, ormai a parecchi metri sotto il livello del mare, con l'acqua che velocemente penetrava nella cabina stessa, scorse attraverso il vetro una scena incredibile: una bellissima donna, per metà pesce, ovvero una sirena, che nuotava battendo fortemente la sua coda di pesce sul vetro stesso. Non molto lontano, sul fondale si poteva scorgere persino una fantastica città sommersa, dall'architettura notevole e inedita ad occhi umani. Il Venier raccontò poi che subito dopo perse i sensi, risvegliandosi ore dopo sulla spiaggia di Grignano, grazie all'aiuto di due pescatori che l'avevano ritrovato al largo, svenuto e disteso su un pezzo di legno (un resto del galeone affondato).


Qui sotto, una piantina con indicata la probabile posizione della fantastica città delle sirene:





Secoli dopo, nel giugno del 1944, un aereo da guerra americano P-47 Republic Thunderbolt fu costretto ad una disperata manovra d'emergenza, compiendo un improvvisato e pericolosissimo ammaraggio subito dopo essere stato colpito dalla contraerea tedesca (dal 1943 al 1945, Trieste e provincia vennero annesse al Reich tedesco, sotto il nominativo di Operationszone Adriatisches Küstenland).

Il giovane pilota, David Bradley, 33 anni, originario di St. George nello Utah, mentre usciva miracolosamente illeso dal velivolo in fiamme ammarato e in procinto di affondare al largo di Trieste, vide improvvisamente due splendide sirene balzare fuori dall'acqua con un salto fulmineo di almeno 6 metri d'altezza, per poi rituffarsi proprio di fronte a lui e successivamente scomparire tra le onde.

David pensò sicuramente ad un effetto ottico/miraggio dovuto alla paura del momento e allo strato d'aria intorno all'aereo, denso di calore dovuto al combustibile in fiamme.

Pochi istanti dopo, David venne catturato dai tedeschi, giunti immediatamente sul luogo del disastro con un motoscafo, e reso prigioniero, per essere poi trasferito in un campo di prigionia in Germania. Il pilota sopravvisse per poi venir liberato soltanto l'anno successivo. Al ritorno in Patria, tra i vari aneddoti David raccontò anche il suo "incontro" con le due sirene, ma senza dare tanto peso al suo stesso racconto, classificandolo per l'appunto solo come una visione.

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      René

giovedì 3 settembre 2020

LA FATA TRIESTINA "PETITE FLEUR" ED IL MULTIVERSO TERGESTINO

 




Bondì, mularia mata...


Un breve post per un'anteprima di un mio pupolo fumetto, molto più grande, complesso e ripieno di tanti personaggi. 

Perché oggi, 3 Settembre 2020, posto questo pupolo? Beh, innanzitutto perché si ispira ad una cara amica realmente esistente, la quale oggi fa un compleanno speciale (Augurissimi, Elisa !!!). 

Son passati 15 anni, da quando non la vedo più (ognuno ha i propri impegni e le strade si dividono per forza di cose), ma ho buona memoria ed inoltre ho sempre da parte il fumetto "L'Amore dopo la Tempesta", ambientato in una Trieste post apocalittica che creai assieme a Lei, nel 1999: fumetto che mi portò tanta fortuna, e che ancora adesso resta un punto di svolta nel mio stile (in meglio, ché prima facevo abbastanza kakà nel disegno realistico).

Ma al di là di questo giorno speciale e di questo omaggio, codesto pupolo ci tenevo a farvelo vedere, poiché esso è -come detto- un'anteprima di un'illustrazione molto più estesa ed assai particolare, dove assieme a questa fata triestina misteriosa ed affascinante, vi saranno altri personaggi altrettanto molto particolari e molto distanti tra loro, come tipologia degli stessi personaggi e persino come mondi. Un disegno che avrà conseguenze anche su tutta la mia produzione fumettistica/pupolistica futura.

Difatti, nel pupolo definitivo potremo vedere in azione due figure, molto note, le quali, quasi per caso, apriranno un multiverso anch'esso assai particolare, scatenando un vortice nel continuum spaziotemporale. Di cosa si tratta, nel complesso? La città di Trieste, in parte c'entra sicuramente!

Ma di questo ne parleremo più avanti...


   René

domenica 28 giugno 2020

TRIESTE PERDUTA ILLUSTRATA A FUMETTI (parte seconda)





Buondì, mularia mata...

Il mio pupolo fumetto qui presentato fa parte della mia serie "Trieste perduta", ovvero sprazzi di luoghi triestini un tempo esistenti, e da me riprodotti cercando di essere il più fedele possibile a come tali luoghi si presentavano realmente alla vista delle persone dell'epoca. Ricostruzione storica realizzata tramite documentazioni e stampe d'archivio.

In questo pupolo viene offerta una visuale di una giornata tipo nei dintorni di San Giusto, nel 1400.

Un armigero fa la guardia ad un portone mentre, poco lontano, una giovin pulzella dall'animo romantico è intenta a raccogliere dei fiori da una bacinella in pietra (forse un'antica acquasantiera in stato di abbandono).

Nonostante l'apparente tranquillità, il 1400 fu per la nostra città un periodo piuttosto tormentato, tra una breve ma non buona dominazione veneziana ed altre beghe.

P.s.: qui sotto vi lascio il mio pupolo così com'esso si presentava all'inizio della lavorazione. Così, giusto per documentarvi pure il work in progress del pupolo stesso.



A presto, salutoni.

   René

YUPI YUPI ALA - STORIA DELLA NOTA CANZONETTA FOLKLORISTICA TRIESTINA





Buondì, mularia mata...

Un mio pupolo fumetto ambientato nella Trieste dell'immediato dopoguerra, quando la città ed il suo territorio erano amministrate dalle forze armate angloamericane.

Nello specifico, il pupolo raffigura la simpatica canzonetta folkloristica triestina "Yupi Yupi Ala", a sua volta parodia dialettale di "She'll Be Coming Round the Mountain", un antico pezzo country popolarissimo negli States, derivato da un ancor più antico spiritual.
Tale brano veniva spesso canticchiato allegramente nei primi anni '50 dai soldati americani di stanza a Trieste facenti parte del T.R.U.S.T. (Trieste United States Troops).
I triestini, di natura burlona come sempre, presero subito spunto da questo country per creare -come detto poc'anzi- una parodia di stampo folkloristico dedicata proprio ad un soldato americano, "amante segreto" di una donna triestina sposata.

Quest'ultima, approfittando dell'ingenuo marito, non perde occasione per correre in ogni momento tra le braccia dello spasimante a stelle e strisce. "Ala matina el marì va a lavorar, l'american el xe pronto per entrar... la se imbriaga de whisky e de marsala, Yupi Yupi Ala, Yupi Yupi A"...

Qui sotto, il brano originale Made in USA:




Mentre qui sotto potete ascoltare la versione triestina, nell'interpretazione di Lorenzo Pilat:



Un'altra simpaticissima versione... quella del gruppo triestino (di Beps & Co.) "UltrabulloTs":



Per finire, la stessa canzone, ma solo suonata da Pilat poiché l'interpretazione cantata... è la mia!!!
Cantata in diretta, via telefono, durante un mio intervento alla trasmissione "Sveglia Trieste" (nella primavera del 2019) condotta su Telequattro da Marco Stabile!!! =)




Alla prossima

      René

mercoledì 24 giugno 2020

LORENZO PILAT E LA RADIO






  

Bondì, mularia mata...

Ho voluto aprire questo post con un mio nuovo ritratto di Lorenzo Pilat: ritratto molto introspettivo, nel quale ho voluto raffigurare la Persona oltre l'Artista nella sua intimità e quotidianità, mentre seduto su un'antica bitta asburgica lungo il canal di Ponterosso a Trieste, giocherella con la sua inseparabilissima chitarra, totalmente immerso nei suoi pensieri.

E' un mio omaggio poiché oggi, Mercoledì 24 giugno 2020, il nostro miticissimo e miticerrimo cantautore triestino, bandiera di casa nostra nel mondo intero, compie gli anni. 82, per la precisione!

Qui sotto, posto un'altra chicca rara: una foto tratta dalla presentazione del suo primo LP di musica dialettale triestina (album "Trieste matta", CGD Sugar). Presentazione tenutasi nel 1973 al Circolo della Stampa di Milano.
Alla presentazione dell'album c'erano numerosi sportivi e vip, tra i quali Gianni Rivera, il regista Ermanno Olmi, Vittorio Salvetti, all'epoca storico patron del Festivalbar e del Festival di Sanremo, e tanti altri.
L'album venne realizzato con due validissimi complessi triestini, ovvero i Calibro 45 e i Bora Bora, e fu il primo di una lunga serie... che dura ancor oggi.



Per omaggiare Lorenzo, oggi vi voglio parlare in breve di qualche sua avventura radiofonica, sempre impostata all'insegna del far cantare spontaneamente ed allegramente la gente comune.

Cominciamo con "Pronto, chi canta?"


"Pronto, chi canta?" era un programma radiofonico del 1976, poiché all'epoca Lorenzo animava spesso i programmi musicali di Radio Trieste assieme a Giancarlo Deganutti e -più avanti- l'indimenticabile giornalista Rai Fulvio Molinari (quest'ultimo, ben ricordato pure come il principale ideatore della storica regata Barcolana) !
Lo schema degli interventi di Lorenzo era il seguente: comporre un numero telefonico a caso, in diretta radiofonica, per poi cercare di convincere l'interlocutore di turno a cantare una canzone a caso, con lo stesso Lorenzo che accompagnava il "malcapitato" con la chitarra!
Telefonate canterine sulla stessa falsariga di quello che il Pilade fa attualmente ogni sabato a "Sveglia Trieste" (Telequattro), assieme al simpatico giornalista Marco Stabile.






Qui potete trovare alcuni estratti audio di quelle telefonate radiofoniche:






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Concludo con due brani di Lorenzo, uno serio e cantautorale, intitolato "71", ed un medley più allegro risalente agli anni '2000.







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Piccolo augurio personale per Lorenzo:

Nella mia vita ultra quarantennale, ho fatto tante esperienze belle e meno belle, ho elaborato infiniti pensieri e cambiamenti a questo o a quello, sbagliando e sbagliando, ma riprovandoci sempre con tenacia. Ho incontrato tanta gente lungo il cammino e tanti altri ho perduto per strada... ma in tutto questo tempo, praticamente sempre, ho avuto una sola certezza, mai venuta meno, ed è la grande stima ed ammirazione per questo grande Uomo e Triestino ! 
Tutti, ma proprio tutti i miei ricordi più belli hanno in sottofondo un suo brano, sia esso scherzoso o romantico. Del resto, Lui stesso mi e ci insegna che la Vita è come l'Amore: un romantico blues! 

Auguroni, caro Lorenzo.


   René

venerdì 1 maggio 2020

UNA SIRENA PER LA VITA A MIRAMAR







Buondi'.

Son giorni lunghi e duri. Possiamo solo tener duro tutti quanti, sperando che torni presto l'alba, in questa lunga notte buia ed apparentemente senza fine.

Voglio postare un mio nuovo pupolo, spero benaugurante, dedicato ad un'altra notte di tanti anni fa, molto piu' bella e ammantata di numerose, luminosissime stelle, illuminata da una Luna romanticissima, anche nella forma, ed accarezzata da una fresca bavisela.

In primo piano, si erge possente e maestoso il Castello di Miramar.

Subito sotto le sue bianche pietre d'Istria, ecco spuntare fuori dall'acqua la figura della sirena Nargissa, intenta a giocare con il mare stesso, godendosi un incantevole panorama notturno ed un dolcissimo silenzio rotto solamente dal canto dei grilli e dall'incresparsi delle bianche spume marine che s'infrangono contro gli scogli.

Di li' a poco, giungera' un pescatore che con la sua rete tentera' di acchiappare Nargissa: non per farle del male, ma solo per trasformarla in un incredibile dono d'amore per la propria amatissima fidanzata che lo sta aspettando a casa, sulle rive.

Forza Trieste !!! 💓

    René

mercoledì 29 aprile 2020

MOCAMBO BAR (GRETTA VERSION) - TRIESTE 2020 IN PUNTA DI TAZZINA






Il Mocambo del rione di Gretta (a Trieste). Uno dei tanti mocambi bar strambi in giro per il mondo, sperduti fra l'amaro dei deserti e la colorata allegria dei tropici.
In primo piano, una Signora di classe d'altri tempi. Il suo sguardo è apparentemente sereno, ma dentro all'animo nasconde la spietatezza di troppi temporali.

Di fronte a Lei, un caffè espresso, il quale esprime soltanto l'attesa di un principe azzurro che sappia ravvivare un cuore ormai sedentario e annoiato da troppi bar semivuoti.

  René

venerdì 6 marzo 2020

UN RINGRAZIAMENTO SINCERO AL BLOG "TRIESTE ARCANA"






Bondì, mularia mata...

Come da titolo, urge subitoesubitissimoassolutissimamentesubito un ringraziamento speciale, di vero cuore, al blog "Trieste Arcana" di Lisa Deiuri.

Dovevo già postare questo mio post più di un mese fa, ma i soliti incasinamenti miei di vita e di cuore (sedotto e abbandonato, come i veri artisti bohemienne) ne hanno ritardato ingiustamente la pubblicazione ergo desso rimedio a tuto quanto, e po bon.

Un ringraziamento perché?, direte voi. Perché la xe stada cocolissima, digo mi! 
Mi spiego meglio: l'amica Lisa, mia lettrice appassionata da tempo, ha voluto gentilmente propormi un'intervista per il suo blog a tema misteri triestini, ed io l'ho concessa volentieri (cioè volentieri sul serio, e non alla triestina " Volentieri, ma no gavemo #laprovinFriul ").

L'intervista, dove potrete ri-scoprire un qualcosina in più di me mestessomedesimoecchimequa, la potete leggere a questo link: FRACA BOTON SALTA MACACO


Ringraziando di nuovo Lisa, scusandomi ancora per il ritardo, vi saluto e vi aspetto alla prossima. Ciauz.

   
       René

venerdì 21 febbraio 2020

"TRIESTE XE BELA COL MAR" - ROBERTO URBANO, UN GRANDE INTERPRETE TRIESTINO !



Bondì, mularia mata...

Era da tempo che vi volevo parlare di "Trieste xe bela col mar" e di Roberto Urbano, il bravissimo interprete di tale triestin song.

Per far ciò, vi propongo innanzitutto il mio pupolo dedicato: "TRIESTE XE BELA COL MAR", un tributo a Trieste, autentica regina dei mari!




Nel pupolo vi sono raffigurati alcuni luoghi simbolo come il Faro, il Castello di Miramar, un tipico bragozzo con una rete da pesca e, soprattutto, una bella "mula" in primo piano; mula (ragazza, in dialetto triestino) che rappresenta la stessa Trieste, mentre corre libera e felice nel suo ambiente naturale, sopra le azzurre onde e le bianche spume dell'Adriatico in festa.

Pupolo ispirato ad una bella canzone dello scomparso Roberto Urbano, bravissimo cantante ed agente di polizia, che con tale canzone, composta da Claudio Gelussi, vinse il Festival della Canzone Triestina del 1987.




"Trieste xe bela col mar" è un brano che venne composto dall'autore Claudio Gelussi, preparato compositore giustamente considerato tra i principali artefici del Festival della Canzone Triestina. I suoi testi hanno sempre simpaticamente rispecchiato il contatto con la realtà e la vita di tutti i giorni oppure la nostalgia di un passato felice.

Nella foto, il compositore Claudio Gelussi:





Roberto Urbano, come detto, fu un agente di polizia divenuto poi Ispettore. Fece parte della Sezione criminalità organizzata ed in tale contesto fu anche agente sotto copertura, nelle indagini su traffici internazionali di droga, rischiando spesso la vita. Notevolmente bravo nel suo lavoro così come nella sua passione più schietta, la musica. La sua era una vocalità melodiosa, all'italiana, ma capace di spunti swing, pop e rock. Inoltre, Urbano fu sempre molto attaccato alla tradizione musicale triestina, e nelle sue esibizioni riusciva a trascinare il pubblico in maniera unica. Un simpaticissimo e bravo ragazzo, che io ho sempre personalmente considerato essere l'erede naturale di Lorenzo Pilat, per la bellezza vocale e potenza della stessa, per lo stile personalissimo ed armonioso, per la già citata simpatia e per l'estro particolare. Purtroppo Urbano scomparve nel 2005, a seguito di un incidente stradale.
Tra le tante cose da lui fatte come cantante, voglio ricordare il periodo con il suo gruppo, gli "Italian Style", la sua classificazione sul podio di "Sanremo Giovani" (primi anni '90) e la collaborazione con un altro grandissimo cantautore e musicista triestino DOC (un mio carissimo amico, molto presto dedicherò anche a lui un post), scomparso da poco: Giorgio Manzin.


Nella foto, Roby Urbano durante un momento di relax, prima di salire sul palco con gli "Italian Style", nel 1989:




Veniamo al brano: "Trieste xe bela col mar" venne presentata al Teatro Politeama Rossetti di Trieste, il 22 Dicembre 1987, nell'ambito del 9° Festival della Canzone Triestina -nella categoria Linea Tradizionale- presentato come sempre dall'immarcescibile Fulvio Marion, storico Patron di questa amatissima manifestazione canora di casa nostra. Sul palco, assieme ad Urbano, erano pure presenti le mitiche "Trieste Folk", un effervescente trio femminile composto da Adriana Millo, Claudia Furlani e Adriana Zarutti.

Nella foto, le simpaticissime Trieste Folk:





Nei versi di questo brillantissimo brano -che io ho voluto interpretare nel mio pupolo presentato poco più sopra- si parla per l'appunto della bellezza di Trieste, autentica ed unica regina dei mari. 




Il brano è molto folkloristico (nel senso più positivo del termine) poiché presenta molte tipicità di Trieste, come le bellissime mule barcolane o luoghi pittoreschi e legatissimi ai nostri cuori, come il Faro ed il colle di San Giusto.





Piccola chicca/aneddoto: l'esecuzione al Politeama venne abbastanza criticata, dal momento che le Trieste Folk si misero a ballare il can-can alzando le gonne (sotto indossavano comunque una calzamaglia, quindi niente di impudico). Molte di queste critiche in realtà provenivano da autori ed esecutori esclusi dalla vincita... un po' sullo stile delle baruffe tra aspiranti Miss Italia. 





Eccovi qui dunque il brano (contenuto in un videoslide realizzato dal sottoscritto) che quella sera del lontano 1987,  fu vincitore assoluto! 

Buon ascolto:




Successivamente, nei mesi di Dicembre 1987 e Gennaio 1988, il brano venne riproposto più volte attraverso le varie emittenti cittadine, tra le quali spiccava proprio "Radio Promotion Trieste" (radio creata e gestita dallo stesso promoter del festival Fulvio Marion), in modo da partecipare al consecutivo referendum radiofonico proposto in collaborazione con il quotidiano "Il Piccolo" di Trieste.




Jingle di "Radio Promotion Trieste":




Questo post vuol essere il mio sincero omaggio a questo grandioso interprete, Roberto "Roby" Urbano, che purtroppo non ho mai potuto conoscere di persona. 
Inoltre devo la mia passione per il Festival della Canzone Triestina proprio a questo brano, che mi fece conoscere ed apprezzare questa significativa manifestazione canora di casa nostra. 

     René

sabato 25 gennaio 2020

TRIESTE: VANESSA, PIAZZALE DE GASPERI, L'ESTATE DEL 1989 E QUEL VECCHIO ROTTAME PUBBLICITARIO







Questa foto l'ho scattata la sera del 20 Settembre 2019, con il mio cellulare, ed è uno scatto della parte interna del vecchio e arrugginito triplo tabellone pubblicitario posto sull'angolo di Piazzale De Gasperi compreso tra l'ippodromo di Montebello ed il nuovo condominio (dove un tempo c'era l'ex caserma). Il tabellone è cavo, come si vede dalla foto stessa, e termina con un'apertura in alto.

Io stesso, prima di questo scatto, non rivedevo più questi interni dalla lontanissima estate del 1989. A quell'epoca ci entravo spesso, insieme all'allora inseparabile e mai dimenticata Vanessa, dolcissima ragazzina dagli occhi chiari come il mare e dalla rigogliosa massa castana di capelli, che allora passava sempre in questi luoghi assieme alla sua piccola e bionda sorellina e la loro nonna (che mi portava sempre dei buonissimi canestrelli).
Io e Vanessa, insieme ci arrampicavamo fino alla cima interna del tabellone,  facendo molta attenzione a non scivolare giù mentre poggiavamo i nostri piedi sulle minuscole giunture di ferro che fungevano da "scalini".

Una volta giunti in cima, ci prendevamo per mano e ci sembrava di dominare il mondo intero: tutte le altre persone in basso e noi invece lassù, da soli, ad osservare un po' più da vicino il sole infuocato del tramonto, volando con i nostri pensieri. Pensieri pronti ad inseguire ed afferrare quel magnifico sole. In quei piccoli, preziosi momenti non c'era nulla di brutto che potesse raggiungerci. L'unico "nemico" venne un giorno proprio dall'alto, e si trattò di un acquazzone improvviso e violento. Ma pur essendo esposti alle eloquenti intemperanze degli elementi, ci sentivamo comunque felici in quella che era una nostra personalissima rampa di lancio verso i nostri sogni più belli.

Tutto questo solo per dire che a volte pure un ammuffito ed apparentemente inutile rottame urbano può celare delle storie di vita, piccole o grandi esse siano.




     René

sabato 11 gennaio 2020

AUGURI, GIULIA !!!



Buondì, mularia mata...

Permettetemi un piccolo post personale, ma non proprio fuori tema: faccio Tanti Auguri di Buon Compleanno all'amica Giulia, una cocola mula de Trieste.

Le porgo gli auguri con questa caricatura che ho realizzato un po' in stile Disney, un po' manga, un po' così e un po' pomì.



   René

mercoledì 8 gennaio 2020

BUON COMPLEANNO ELVIS ! (85 anni nel 2020 !!!)



BUON COMPLEANNO ELVIS







Adoro tantissima musica, di tutti i generi... ma Lui è Lui: il più Grande, per me. 




Sicuramente colui che è stato, senza nemmeno saperlo, l'artefice del Big Bang della musica moderna. Tutto iniziò un'afosa sera del 5 Luglio 1954, durante una apparentemente inconcludente session alla Sun Records. Da ciò che ne scaturì quella sera, quasi per caso, nacque tutto quello che venne dopo (Beatles, Pink Floyd, ecc... ). Persino certe schifezze discotecare odierne, paradossalmente, derivano da quel seme da lui gettato in quel lontano 1954. 







Di Elvis ne ho già parlato tanto in questo blog, e ne parlerò ancora, non fosse altro per le sue innumerevoli connessioni proprio con Trieste (che ospitò il primo Fan Club della Penisola, nei lontani anni '50. Sicuramente ciò fu favorito dalla presenza in loco delle truppe statunitensi). 




Ma qui dico solo "BUON COMPLEANNO ELVIS", aggiungendo ancora una cosa: è un peccato che in Italia se ne parli poco e male (nemmeno gli ascolto i tg di Rai e Mediaset, con le loro solite cavolate gossippare e/o invenzioni folli). 




Sogno ancora di vedere un programma serio, come lo fu il bellissimo special di Michele Bovi andato in onda nell'ottobre del 2002, e intitolato "Tutti i figli di Elvis". Del resto, Michele Bovi, oltre ad essere un bravo e preparato giornalista, è prima di tutto un musicista ergo parla con cognizione di causa.




Inoltre, spero vivamente di non dovermi sorbire anche quest'anno il solito Renzo Arbore, che con la sua non voce si mette a "cantare", in uno slang misto pugliese/ammerregano: "Itteze nauuu ore oreorer Neveeeeer, camogl mi tait. Chiss' o mai dalling, B main tunnnnnait !!!!"...   :/ 




Per il resto, di nuovo, sempre e ancora  fortemente: Buon Compleanno Elvis!!!!





Qui una delle sue song più famose, in veste live nell'anno 1968, durante lo spettacolo "Comeback Special" che segnò il suo ritorno sui palchi, dopo quasi un decennio passato a girare film e filmetti vari:




Qui, invece, una mia interpretazione (solo vocale) del suo bellissimo brano anni '50 "Loving You". Brano "colorato visivamente" dai miei pupoli fumetti, già presentata non molto tempo fa (ma qui è d'uopo riproporla):





Per finire, un omaggio del mitico cantautore triestino Lorenzo Pilat (il simpatico  fotomontaggio è di Diego Millo):








Alla prossima !


   René