“Viva Trieste!”
Questo fu l’augurio, spontaneo e sincero, espresso
di getto dal barone Albert de Glanstaetten, presidente della Società Anonima delle
Piccole Ferrovie di Trieste, durante il brindisi inaugurale che si tenne
all’interno della stazione locomotori di Romagna (oggi non più esistente) la
mattina del 9 settembre 1902.
Data storica, questa, poiché ben 115 anni esatti fa nasceva la
famosa linea tramviaria “Trieste-Opcina”. Linea rimasta
famosa per la sua scalata verso l’altipiano (mediante una ruota dentata a
cremagliera, successivamente sostituita da un impianto funicolare nel 1928) e
per l’omonima canzonetta folkloristica “El Tran de Opcina” la quale narra
in simpatia del grave incidente occorso ad una motrice appena un mese dopo
l’inaugurazione della linea (ma di questo ne avremo modo di riparlarne fra un
mese, promesso!).
Per l’occasione, dunque, venne organizzato un rinfresco
con un brindisi.
Brindisi che seguì ad un breve viaggio di prova riservato
eslcusivamente a tecnici, ingegneri e giornalisti.
Fra gli invitati c’erano personalità triestine dell’epoca, come l’ingegner Eugen
Geiringer, ideatore del progetto “Tram
Trieste-Opcina”, ed il cavalier Giuseppe A. Goldschmied,
direttore della filiale dell’Union-Bank, assessore commerciale presso il
Tribunale commerciale, quali membri del Consiglio d’amministrazione della
Società, i signori ingegneri Streicher e dott. Seefebider, direttori della
costruzione della ferrovia quali rappresentanti della Società Union di Vienna
(i tram, 5 motrici costruite a Graz, erano di marca Union Gesellschaft), da
parte del Comune l’ingegnere dott. Ettore Lorenzutti, direttore dell’Ufficio
civico edile, il Consigliere di polizia sig. Karl Frenner e gentile Signora, il
cav. Giulio Nessler, direttore della Società della Ferrovia Meridionale, il
consigliere di Governo Artur barone De Borowiezka, direttore dell’i.r. Ferrovia
dello Stato, gli ingegneri signori Carlo Wigny, direttore generale della
Società della Tramway e cav. Payer, l’ingegnere cav. Enrico Sospisio, direttore
generale dell’Officina comunale del gas, l’ingegner Poschinger, sostituto
direttore d’esercizio della Società, il dott. Giuseppe Degano, medico
distrettualedi Opcina, gli ingegneri signori Turrek, l’avvocato Gustav
Krauseneck, Jeroniti e Martinolli ed altri nonché i rappresentanti della stampa
cittadina.
In piazza della Caserma (l’attuale piazza Oberdan) venne
invitata anche la Civica Banda Comunale, in impeccabile montura militare
imperiale, che per l’occasione intonò alcuni dei più bei valzer di Johann
Strauss, come la “Radetsky Marsch”, il “Kaiserwalzer” e la celeberrima
“An
der schönen blauen Donau”. Poco prima dell'inizio del rinfresco alla stazione di Romagna, vennero scattate pure due foto ricordo, delle quali una è rimasta celebre. Ve la propongo qui sotto, in alta qualità:
Qui sotto, una
riproduzione dell’articolo dedicato all’inaugurazione del tram e pubblicato su
un noto quotidiano locale dell’epoca, l’Osservatore Triestino:
Qui sotto
alcune foto d’epoca (dai primi del '900 sino agli anni '80).
Biglietto dei primi del '900:
Fermata di S.Anastasio (Scorcola), 1902:
"LA DENTADA", la prima canzonetta popolare dedicata al tram (1904):
Il tram contrassegnato dal numero aziendale 6 sulla collina di Scorcola (questo tram della foto è tutt'oggi esistente, restaurato e perfettamente marciante, usato come vettura storica):
Insegna pubblicitaria dell'Hotel Obelisque (primi del '900):
L'Hotel Obelisque, in un'immagine dei primi anni '10:
Il tram a Scorcola, prima metà dei ruggenti anni '30; la linea, inizialmente a cremagliera, dal 1928 è stata riconvertita in funicolare. I tram vengono spinti da due carri scudo in legno (come quello della foto). Per le motrici del 1902 sono gli ultimi viaggi poiché di lì a breve, a partire dal 1935, verranno introdotte le attuali vetture azzurre prodotte dalle officine Stanga di Padova.
Palina di fermata obbligatoria a Vetta Scorcola (anni '60-'70):
Una bellissima panoramica di Trieste ripresa da Romagna. Il tram attuale è ancora numerato 101 (oggi 401). Foto di Claudio Ermani:
Il tram vicino a Villa Geiringer, alla fine della salita - primi anni '80. Il tram viene spinto da uno dei due nuovi carri scudi entrati in funzione nel 1978 (per poi venir dismessi nel 2005) - Foto di Claudio Ermani:
Il tram giunto all'Obelisco, nel freddo inverno del 1985 - Foto di Claudio Ermani (dal gruppo Facebook "Noi amiamo il tram di Opicina"):
Un altro inverno particolarmente gelido, nel 1987 - Foto di Claudio Ermani:
Successivamente,
il tram inaugurale salì fino alla vetta di Opicina, per poi fermarsi per
qualche minuto di fronte al prestigioso Hotel Obelisque, situato ancor oggi
accanto all’omonimo monumento eretto nell’800 su una collina poco distante. Ed
è proprio da questa fermata che ho tratto lo spunto per il mio pupolo
beneaugurante (si spera, vista la sfiga attuale del tram) pubblicato in
apertura di questo post; la motrice è ferma di fronte all’hotel, e alcune dame
di ricca famiglia si fanno notare, bene ingessate nei loro stupendi abiti
d’alta sartoria.
Poco distante,
il corpulento Commissario di polizia Karl Frenner tiene un poco piacevole
scambio dialettico con un omino di passaggio giunto sul posto per ammirare la
motrice e lo splendido paesaggio circostante. Per visualizzarlo al meglio, cliccateci sopra (idem con tutte le altre foto):
Concludo con un altro mio pupolo-fumetto al quale sono molto affezionato (disegnato nel 2013)... il TRAM-SFORMERS!!! :D
TANTI AUGURI
TRAN DE OPCINA: 115 ANNI IN GAMBA!
TE VOLEMO ‘SSAI MA ‘SSAI BEN!
VIVA
TRIESTE!!!!
René
Fonti: “La Tranvia
Trieste-Opicina” (Andrea Dia)”, Edizioni Luglio Editore, 2016
“L’Osservatore Triestino”, 9
settembre 1902
“Il Piccolo”, 11 settembre 1902
Nessun commento:
Posta un commento
Accetto tutti i commenti di tutti i visitatori. Richiedo solo un po' di sana "etichetta": niente volgarità gratuite, niente insulti, niente polemiche e/o insulti a sfondo politico/religioso/razziale.
Inoltre, devo approvare i commenti prima della pubblicazione sul blog, solo per evitare spam e troll.
Infine, in questo blog non sono graditi commenti anonimi, provocatori oppure offensivi. Esiste la libertà di opinione e critica alle tesi espresse ma la si esercita firmandosi (va bene anche un nick) e, come già detto poc'anzi, con educazione.