Bondì, mularia mata...
Piccolo post personale (ma legatissimo a Trieste, e
che comunque negli intenti non vuol essere nulla di troppo autocelebrativo),
per festeggiare il trentennale. Quale? Quello della mia passione per i fumetti,
sia da disegnatore autodidatta e sia da lettore.
Come già scrissi in una precedente autobiografia e
come già sapete, mi chiamo René. Essendo nato nel 1978, ho 39 anni, ma dentro
rimango sempre un ventenne, come spirito e come curiosità verso il mondo e
tutte le cose belle, sincere e simpatiche (Viva el Morbin!!!!).
Iniziai a disegnare nel 1982, prevalentemente
paesaggi di Trieste poiché adoro la mia città, e mi piaceva molto allenare la
mia mano disegnando e cercando di riprodurre il più fedelmente possibile tutti
quei paesaggi triestini che vedevo nelle cartoline (i grandi classici, tipo San
Giusto, Miramar, il Faro, Piazza Unità, ecc… ).
Poco più tardi, iniziai con le
illustrazioni vere e proprie (perlopiù scene di animali. Soprattutto gatti,
leoni e felini in generale).
Nel 1984 iniziai a pensare concretamente al
disegno come hobby, seppur con qualche riserva del caso.
Ma la vera svolta... il momento nel quale capii
definitivamente e senza dubbi che questa sarebbe stata la mia forma
d'espressione principale (assieme al canto), avvenne nel lontano 1987; 30 anni fa
esatti! Tutto ciò grazie ad un... sorcio ed un papero vestito in marinara!!!
Adoravo già il mondo Disney, ed una domenica di
inizio giugno di quell'anno scoprii un luogo magico ed assolutamente fuori dal
tempo, pur essendo tale luogo ben incastonato in una realtà vetusta ma
affascinante com'era (e come è ancora adesso) la Piazzetta Barbacan.
Un luogo oggi non più esistente, che a raccontarlo
par di raccontare una dolce, bellissima fiaba.
"C'era una volta,
in una piazzetta antica nominata
"Barbacan",
una piccola libreria.
In questa libreria c'erano tanti libri su Trieste,
ma soprattutto tanti fumetti, tanti personaggi e tanti mondi da scoprire.
I proprietari erano le persone della porta accanto,
quelle che s'incontrano alla sera sul pianerottolo di casa, sempre gentili e
premurose.
In questa libreria, sperso tra questa o quella
avventura, ti ritrovavi a navigare sulla nave dei pirati oppure ad affrontare
furiose tempeste di neve alaskane, laggiù nel perfido Klondike.
Capitava poi molto spesso di uscire da quel luogo
magico, completamente rapiti dalla fantasia, con alcuni di quei mondi
sottobraccio.
Tutto questo era NONSOLOLIBRI !!!"
"Nonsololibri", famosa libreria
antiquaria, dall'autunno 1986 sino all'estate del 2011 era sita in Piazza Barbacan,
nel cuore della Cittavecchia, vicino all'Arco di Riccardo. Ma sarebbe meglio
chiamarla fumetteria. Infatti, Nonsololibri negli anni raggiunse una grande
fama soprattutto nel mondo del fumetto, in quanto fu una delle primissime
fumetterie italiane.
Entrando dentro il piccolo ma ben fornito negozio
si poteva subito riscontrare quella calda umanità e cortesia, tipiche delle
botteghe del bel tempo andato. Qualità innate nella figura del signor Dario
Fontana, il gestore ed uno dei proprietari di Nonsololibri, nonché valente
collezionista ed esperto di fumetti ed affini. Per oltre due decenni è stato
-assieme al negozio stesso- un punto di riferimento per appassionati e non.
Ma torniamo a quella domenica del giugno 1987.
Passavo di lì con mio padre, intento a girare per le vie di cittavecchia. Vie
piene di storia, di cultura e di vita, nonostante l'apparente stato di degrado
nella quale versava allora. Tutto ad un tratto, risalendo via delle Mura, ecco
spuntare questo negozietto. Dapprima mi colpirono i vari oggetti esposti in
vetrina; antiche cartoline, soldatini di piombo e tanto altro materiale
vintage. Materiale in gran parte di Trieste. Poi, però, la mia attenzione fu
catturata da vari fumetti anni '30 (formato giornale a strisce) e '40-'50
(albetti di vario formato). Tutto un mondo di colori e disegni magnifici. E del
resto, gli anni '30 sono considerati tuttora la Golden Age del fumetto (l'epoca
d'oro).
Ma, più in particolare, fui colpito da una
squillante copertina rossa che portava la data dell'Aprile 1949.
Sì, era il
primo, introvabile (introvabile in versione originale, perlomeno) numero 1 di
"Topolino". Proprio l'albo a fumetti che esce ancora oggi, a tanti
anni di distanza, e che ha superato di molto il traguardo dei 3000 numeri.
Inutile dire che mi prese la smania di possederlo,
come avrei voluto possedere pure quei giornaloni a strisce risalenti agli anni
'30. C'era solo un piccolo particolare: essendo materiale d'antiquariato e da
collezione, i prezzi di questi albi erano (e oggi lo sono ancor di più)
folli!!!
Questo perché -come detto- si tratta di materiale
originale da collezione ed estremamente raro. Così me ne tornai poco contento a
casa, sognando questi albi.
Ma fu proprio grazie a quest'impossibilità
economica, che successivamente mi saltò in testa un'idea molto più folle. Presi
una fotografia che riproduceva un altro numero 1 di Topolino, quello del
formato giornale del 31 Dicembre 1932, e decisi di ricopiarlo così com'era su
un foglio preso da un vecchio quaderno di scuola con alcune pagine ancora
libere e intonse. Così facendo, mi sembrava di possedere quell'antico numero
(ai bambini basta poco per accontentarsi, essendo loro pieni di fantasia). Ma
la follia dell'idea alla quale accennavo poc'anzi, stava nel fatto che per
riempire le restanti pagine, in modo da fare un albo, non potevo certo sapere
com'era fatto il contenuto dell'originale... quindi inventai di sana pianta le
restanti storie, ma... triestinizzandole! Sì, data la mia passione per la
vecchia Trieste e per Disney, decisi di unire in maniera ovviamente apocrifa
queste mie due passioni. Ne venne fuori sicuramente una cosa particolare e
simpatica. Lo stesso feci riproducendo a disegno il n. 1 del formato libretto
(adoperando un quadernetto Pigna al quale staccai la copertina). Senza saperlo,
era nato il "Disneyan-patoco"! :D
Ecco qui una chicca: uno dei miei primissimi "Paolin Paperin (papero triestin)", anno 1988. Ho scannerizzato direttamente il vecchio quadernetto da disegno dell'epoca. Ovviamente le proporzioni sono più che inesatte, ma allora avevo solo 10 anni ed ero agli inizi. Mentre adesso... continuo comunque a sbagliare spesso! :D
I personaggi Disney ridisegnati in chiave "patoca" li ripresi poco più di dieci anni più tardi, allorquando mi accinsi a disegnare (sempre roba amatoriale, s'intende) un fumetto sulla reale storia dell'Omo Vespa, il famoso maniaco triestino, il quale proprio nelle notti tra la fine di Marzo e la fine di Aprile 1932 mise a segno le sue malefatte!
Il 1932 era anche l'anno del primo Topolino Giornale, quindi
l'occasione fu per me ghiotta di realizzare tale fumetto in stile
"Disneyan-patoco" mischiando i personaggi Disney triestinizzati
assieme alle realistiche vedute della Trieste dei primi anni '30. Se vogliamo,
fu un omaggio a me stesso (oltre che parodia degli stessi storici fumetti del
Mickey anni '30 disegnato dal grandissimo Floyd Gottfredson). Un omaggio alla
mia fantasia di bambino, con la quale potevo letteralmente "comprare"
ciò che era impossibile comprare (all'epoca, che oggi W le ristampe de do'
lire!!! :D ).
Inoltre, fu un goliardico omaggio al mitico
cantante triestino Lorenzo Pilat, siccome l'Omo Vespa venne da me disegnato
proprio sulle sue fattezze.
Il fumetto, come già scrissi, non lo pubblicai mai
online per intero, ma ne misi alcune vignette in bianco e nero, assieme ad
altre a colori nuove di zecca, su questo stesso blog, nel 2011, quando scrissi
il post proprio dedicato alla storia dell'Omo Vespa ed alla nascita
dell'omonima canzonetta folkloristica.
Nei primi anni '90, iniziai più frequentemente a disegnare anche con le penne (dapprima semplici Trattopen, ma poi anche i classici pennini di china, Micron, ecc... )... ma erano perlopiù schizzi di personaggi animati dell'epoca, come il Conte Dacula, personaggio che mi divertiva moltissimo essendo simil Disney. Qui sotto posto due scan (sempre tratti dal famoso quadernetto). Pure questi disegni sono raffazzonati e con quell'aria da "work in progress". Sullo sfondo degli stessi, si scorgono pupoli più antichi (seconda metà degli anni '80) disegnati in verde. Perché non si buttava via niente, ed ogni spazio libero del quadernetto andava bene per un altro pupolo.
Mi piace ricordare che trent'anni fa esatti, proprio in giugno, nasceva pure il mio primo, indimenticabile gattino, ricordato non molto tempo fa sul blog: TIT !
Assieme a Tit, in quell'estate del 1987, passavo
tanti pomeriggi di pioggia (che quando c'era il sole, ovviamente uscivo!)
vincendo la noia assieme alla Sua dolce e frizzante compagnia e assieme ai
tanti "Topolini anni '30 e '40" da me disegnati sulle pagine libere
di vari ex quaderni di scuola o anche su quaderni nuovi comprati apposta.
Volevo così bene a Tit, che nel 1992 decisi di
dedicargli un fumetto che per protagonista aveva proprio lui, intitolato
semplicemente "Tutto Tit".
Ecco qui TIT in una versione western. Disegno originale dell'epoca, anno 1992:
Ecco qui TIT in una versione western. Disegno originale dell'epoca, anno 1992:
La trama del fumetto si sviluppava inizialmente così: Tit, in un noioso
giorno di pioggia, si lanciava dalla finestra della mia cameretta al terzo
piano, per poi atterrare sopra il telo del rimorchio di un camion sottocasa
(sì, avevo una fantasia malata, me ne rendo conto...).
Da lì, Tit iniziava poi a gironzolare per la città,
giungendo sino sotto il Castello di San Giusto dove, nell'area verde vicino
alla fontanella, s'incontrava con tre gatti randagi: Ugo, Gilda e Tommy, detti
"Gli Amici di San Giusto", ovvero una specie di club-congrega di
tutti i gatti randagi della zona. Non appena fatta amicizia, Tit iniziava con
loro a girare il mondo, nascondendosi nel carrello di un Boeing 747 diretto a
Toronto, in Canada (sempre per la serie "c'ho na fantasia malata mica
male"), per poi vivere le più svariate avventure, prevalentemente a sfondo
giallo, nelle metropoli del Canada e degli Stati Uniti. Incontrando peraltro vari
nemici, come Bassogatto (un gattone randagio triestino, più maldestro che cattivo, riconoscibile da una grossa cicatrice sul muso ed un barattolo di Kitekat messo in testa a mo' di cappello).
Qui sotto una mia versione moderna di Tit ed i suoi
amici Ugo, Gilda e Tommy, nel loro "covo"... ovvero i cespugli dietro la
fontanella posta sotto il Bastione veneto del Castello di San Giusto.
Come detto poco più sopra, nel lontano 1992
disegnai alcuni fumetti amatoriali -racchiusi in un albetto fatto con un
semplicissimo quaderno Pigna- che avevano per protagonista proprio il mio Tit,
e questo mio recente pupolo fumetto è un omaggio a quell'ingenuo albetto di
tanti anni fa, oltre che a Tit stesso.
Tit è il gatto subito in primo piano, di fronte
alla fontanella posta sotto il Bastione veneto del Castello di San Giusto.
Gli altri sono per l’apppunto "Gli Amici di
San Giusto", ovvero la congrega di gatti randagi del luogo con i quali Tit viveva incredibili
avventure nei miei fumetti del 1992; Ugo (il gatto nero, capo della congrega),
Glida (la gatta sulla destra) e Tommy (il gatto tigrato in alto).
Tit poi se ne andò, alla fine degli anni '90,
lasciandomi un grandissimo vuoto! Mi lasciò proprio in un momento
difficilissimo della mia vita a causa di altri casini. Ma per fortuna, a
consolarmi c'era la Molly, un'altra gattina trovatella (nata nel 1996). Fino al
2010 quando, dopo la scomparsa della Molly, giunse una peste di razza
tartarugata a sconvolgermi in positivo la vita, la Maggie. A Lei voglio
dedicare questo pupoloto qua sotto.
Tutte queste cose, che qui ho voluto raccontare per
la prima volta da trent'anni a questa parte (io che sono sempre stato
timidissimo e iper riservato), fanno parte di un bagaglio di emozioni ed
esperienza che mi hanno fatto crescere a livello non solo artistico, ma anche
umano. C'è in tutti noi un bambino pieno di fantasia che non invecchia mai, e
quel bambino deve correre sempre, libero e felice, all'interno della nostra
anima di fumettisti (sia amatoriali, come il sottoscritto, sia professionisti),
ma anche di cantanti, attori e tutti coloro che in generale svolgono -ripeto,
per semplice passione ma anche e soprattutto per professione- un qualcosa di
artistico. <3
Qui sotto vi lascio un altro paio di miei pupoli fumetto, tutti dedicati a Trieste, al suo folklore, alla sua bora e alle sue mule. Alcuni di questi pupoli sono inediti, ma molti altri li avete già visti in giro per il blog, però i pupoli non inediti li riposto volentieri poiché vi sono affezionato e comunque sono un po' la sintesi di questi 30 anni; sono fumetti sia goliardici sia impegnati, romantici o storici, realistici o "alla Disney", paesaggi e rittratti... insoma (dele some dei somari dela Somalia), ghe ne xe un po per tute e per tuti!!
René
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