Per la serie "pillole di antica storia tergestina", un mio pupolo fumetto raffigurante un simpaticissimo e cordiale dialogo fra due gentili dame triestine, datato 16 ottobre 1347 (tratto da una pergamena trecentesca conservata al Castello di San Giusto) e riportato subito sotto al pupolo. Fin da subito mi scuso per la volgarità del testo, ma nel medioevo era d’uso comune il turpiloquio (perlomeno a trieste), tanto è vero che i notai dei tribunali non si ponevano il problema del trascrivere tali termini su atti giuridici:
« Bruta putana, vade stare cullos fratrum Sancte Marie Crucisferorum et eris meretrix sicut sorores tue et facturadresse.
Vade ostende culum sororis tue fratribus Sancte Marie Crucisferorum
Tu eris faturadressa sicut fuerunt sorores tue Bruneta et Laurençia.
Vade et sterie culum fratrum Sancte Marie sicut fecit soror tua. »
Detta in soldoni, abbiamo due donne baruffanti, e una delle due ha detto all’altra che è una pu**ana e meretrice come le sue sorelle, e che assieme a loro si porta a letto tutti i frati crociferi. Inoltre le dice che lei e le sue sorelle sono pure fattucchiere (allora la stregoneria era la moda del momento!). Così l’altra, per tutta risposta, l’ha poi denunciata (reato di ingiuria) alle pubbliche autorità. E questa pergamena, riportata in questo post, è per l’appunto una testimonianza scritta da un tizio che aveva assistito alla scena (comunque riportata anche nei verbali giuridici, chiamati “Banchum Maleficiorum”, ovvero il Tribunale del Maleficio.
La Trieste medievale è piena di atti che tramandano questi episodi adoperando un lessico “colorito”. A tal proposito consiglio alcuni interessanti articoli, a firma Paolo Geri, che si possono trovare nel web, utili per approfondire al meglio l’argomento nello specifico.
Piccola nota riguardo all’esattezza storica della mia vignetta: i più attenti avranno sicuramente notato che la donna sulla sinistra è vestita da popolana, mentre l'altra è vestita da nobildonna. Sbaglio di documentazione mio? No. E allora, come mai? La Trieste del '300 non era un "borgo di pescatori"? Alt! Stop! Balla clamorosa!!! All'epoca Trieste era già attiva nello scambio commerciale con i territori circostanti, nonostante i continui assedi e rotture di scatole varie da parte di Venezia. Certo, non era una Montecarlo, ma in generale vi era un buon tenore di vita. Lo testimoniano i libri camerari (a Trieste presenti a partire dal 1330): erano in pratica le note spese registrate da un notaio, il camerario per l'appunto. E grazie a tali libri oggi sappiamo, tra le altre cose, che quella del "borgo dei pescatori" è una diceria messa in giro da chissà chi.
Senza dimenticare anche i libri dei vicedomini, altra notevole fonte dalla quale conoscere l'andazzo dei commerci, dei beni, dei debiti, ecc... insomma, per avere un'idea del tessuto sociale ed economico della Trieste del '300.
Alla prossima
René
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