Bondì, mularia mata…
Oggi parte una nuova serie, con lo scopo di ricordare qualche termine
quasi scomparso, o comunque poco usato, del nostro bel dialetto triestino.
La serie, come da titolo, è composta dai miei soliti pupoli in stile “Disneyan-patoco”.
Attraverso varie vignette, pubblicate a puntate sul blog, di volta in volta
affronteremo certi termini desueti, così, tanto per rinfrescarci piacevolmente
la memoria ed anche magari imparare qualcosa per la prima volta (me compreso,
che nelle mie ricerche mi imbatto spesso e volentieri in termini dialettali a
me sconosciuti).
I protagonisti di tale vignetta sono il multimegarcimiliardario
Paperon, l’inventore straordinario e un po’ pasticcione Archimede Tacomachico
de Roian ed infine il nostro eroe, Paolin Paperin (che si limita solo a guardar
storto suo zio Paperon, disapprovandolo assieme ad Archimede).
Il luogo dove si svolge l’azione è l’interno del megadeposito –
formaggino di Paperon, sito sulla cima di Monte Grisa, a Trieste !!
Allora, prima vi propongo la vignetta (fate click sulla stessa per
visualizzarla in grande) e, subito sotto, la traduzione della stessa. Inoltre,
aggiungo tra parentesi i termini più “oscuri” usati nella vignetta:
Traduzione della vignetta…
Paperon: “ … Sigh … sob … mentre ero in mare aperto a pescare con un
arnese da pesca con molti ami (parangal), è giunta una tromba marina (sionera)
!
Ho detto alla bella donna (babon) che si trovava in barca con me, che
bisogna sbandierare (svampolar). Sigh, l’ho presa in quel posto (cròizer) !!! “
Archimede Tacomachico: “ Arrangiati, stupido !!...
Mi sono scocciato (sbalinado) di ascoltare un lamentoso (gnagnera)
come te ! Troppo comodo andare in gita sul mare con una donnaccia (cocòt) di
Cavana, per poi romperci (tazarne) come una libellula (curarece) alla prima
tromba marina che giunge, così, all’improvviso !...
Che poi, volendo fare a tutti i costi quello che cerca il pelo nell’uovo
(ghemarista), ti dirò che avresti potuto dar retta al fiuto (usma) di Pluto !
Difatti, il cane aveva azzeccato (intivà) una ripida scorciatoia (cavafià) per
poter scappar via !!! “
Alla prossima…
René
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